Una ricerca realizzata dal professor Mauro Lombardi, docente di economia all’Università di Firenze, individua i punti di forza e di debolezza del sistema economico e produttivo locale e ne indica alcune tendenze e direttrici di sviluppo. Lo studio accompagna e compendia il lavoro sul Piano strutturale. Strategico il ruolo del nuovo e vecchio centro cittadino, la valorizzazione delle attività peculiari, il ruolo di Scandicci nella città metropolitana. Punti di criticità , la Matec; di eccellenza, moda e pelletteria. Ma il sistema locale fondato in larga parte sulla piccola impresa può anche essere un elemento di debolezza quando la crisi economica si fa sentire ed i margini di risposta a medio e lungo termine sono troppo esigui. Di questo ed altro ha anche parlato il Presidente della Regione Toscana Claudio Martini nel suo incontro con gli imprenditori locali. Su questo il punto di vista dell’assessore allo sviluppo economico Marcello Dugini.
SCANDICCI NELLA CITTÀ METROPOLITANA
Negli ultimi decenni Scandicci ha vissuto tre fasi sequenziali di cambiamenti qualitativi del proprio apparato economico-produttivo: sviluppo, stabilizzazione, riorganizzazione. Nella prima si è realizzato uno “decollo” basato su una "migrazione di attività di persone” dall’ area fiorentina, sulla base di convenienze localizzative (costi e disponibilità delle aree, adeguata dotazione infrastrutturale). Nella seconda, la configurazione economico-produttiva si è assestata sui livelli alti raggiunti, mentre nella popolazione iniziava il processo che nella fase successiva ha portato a fenomeni tipici di un consolidato modello urbano dal punto di vista della morfologia socio-demografica. Intendiamo riferirci da un lato ai cambiamenti intervenuti nella struttura della popolazione, ovvero l’aumento delle classi di età più mature, e dall’altro all’incremento dei nuclei familiari più piccoli. Nella terza si sono aggiunte trasformazioni qualitative dell’apparato economico, con il consolidamento di un nucleo economico-produttivo strutturalmente di tipo metropolitano, le cui peculiarità sembrano confermate sia dai dati provvisori del Censimento 2001 sia dall’indagine diretta presso le imprese medio-grandi, ubicate nel territorio comunale. Appare chiaro che a Scandicci si svolgono funzioni non solo su scala metropolitana, ma anche in una dimensione molto più ampia.
Sulla base di queste considerazioni appare stringente sul piano logico la conclusione che Scandicci è una città metropolitana. E’ fondamentale allora partire da questo punto di arrivo per avviare una riflessione approfondita sulla vera e propria quarta fase, che Scandicci sta attraversando, ovvero quella caratterizzata dalla scelta di orizzonti futuri entro cui muoversi con adeguati disegni strategici.

IL POTENZIALE DI SVILUPPO
Scandicci costituisce una rappresentazione tipica dell'evoluzione dell'area metropolitana. Da un’indagine presso gli operatori è emerso un radicamento territoriale delle imprese. Quelle manifatturiere confermano una elevata propensione all’attuale collocazione fisica; quelle del commercio e del terziario alle persone intendono spostarsi nell'ambito del comune, ma escludono collocazione all'esterno; quelle del terziario "consulenziale" e dei servizi alle imprese presentano, invece, una chiara tendenza a gravitare verso Firenze. Di grande interesse, ai fini del disegno di traiettorie future, sono gli effetti della dinamica evolutiva conseguente all'espansione del commercio all'ingrosso. L'analisi dei dati e i risultati dell'indagine sul campo hanno messo in luce un fenomeno molto significativo: nell'immediato si è verificata una contrazione delle unità commerciali, ma successivamente è progressivamente emerso un trend selettivo, che ha indotto un innalzamento del livello qualitativo degli esercizi. Questa tendenza ha assunto una rappresentazione fisica e territoriale, visibile nel processo in atto di consolidamento progressivo di una sorta di "asse trasversale" tra Piazza Matteotti e Piazzale della Resistenza dove si stanno sviluppando attività commerciali di maggiore qualità, soprattutto nel campo dell’ abbigliamento, delle calzature e dei servizi alla persona. Lo sviluppo di attività commerciali e di terziario alla persona di livello qualitativo medio-alto costituisce un elemento fondamentale da tenere presente nella prospettiva del "nuovo centro". Se a tutto ciò si unisce il dato rilevante, relativo alla percezione di un territorio quasi intatto, espressa dalle imprese di ogni comparto, si comprende agevolmente come a Scandicci sia presente un fattore potenzialmente propulsivo, incentrato sulla qualità dell'intero contesto locale.

ESIGENZE INFRASTRUTTURALI
Dalla ricerca non sono emersi bisogni infrastrutturali di particolare forza, tranne il problema della cosiddetta "bretella", che dovrebbe collegare Scandicci con la "Piana". Occorre segnalare, anche se solo come ipotesi da approfondire, la possibilità di un collegamento ferroviario che permetta un'integrazione razionale tra differenti modi di trasportare merci e persone (auto, tramvia, treno). Questa prospettiva merita di essere studiata attentamente: se da un lato la fitta rete di flussi mercantili a livello locale richiede mezzi di trasporto agili e frammentati, dall’altro vi sono dinamiche a scala molto ampia, la cui proiezione infrastrutturale richiederebbe strumenti adeguati. Gli operatori intervistati non esprimono comunque sensazioni di "strozzature" nelle infrastrutture, ma soprattutto esigenze di razionalizzazione del sistema. In questo senso la tramvia è considerata uno degli strumenti più significativi. Esplicito invece il fabbisogno di spazio espresso dalle imprese: essi riguardano in primo luogo centri e funzioni direzionali, movimentazione merci e materiali, aree per parcheggi. Esigenze, queste, che potrebbero in parte trovare un'adeguata collocazione anche in un centro ridefinito su basi eminentemente qualitative.

DINAMICHE ECONOMICO/PRODUTTIVE
A Scandicci non si è sviluppato, in termini quantitativi e qualitativi, un terziario dinamico di servizi alle imprese. Lo spazio per questo tipo di attività è quasi del tutto compresso dall’addensamento relativamente compatto nell'area fiorentina, dove il tessuto economico - molto sviluppato e ampiamente distribuito - ha alimentato la crescita molto rilevante di funzioni consulenziali di sostegno alla dinamica imprenditoriale. Per contro si sono consolidate due realtà distinte: lo spazio della produzione da un lato, e dall'altro lo spazio urbano, denso di micro-attività e con una apprezzabile spontanea tendenza all'innalzamento del livello qualitativo. Il tutto avviene in un contesto abitativo e residenziale dotato di ampi margini di gradevolezza, nonostante vi siano aree meno apprezzabili dal punto di vista estetico e ambientale. Questa "macro-separazione" e l'equilibrata compresenza di molteplici attività costituiscono un altro elemento di rilievo ai fini dell'elaborazione di una razionale strategia per il futuro di Scandicci.

CITTÀ DELLA PRODUZIONE
A Scandicci è ormai consolidato il passaggio da dinamiche insediative indotte da convenienze di costo e dall'esistenza di vantaggi infrastrutturali a processi di localizzazione incentrati su fattori qualitativi. Emerge la consapevolezza diffusa, anche presso le imprese, della necessità di trasformare qualitativamente gli spazi fisici e l'assetto urbanistico delle aree produttive con interventi degli standard e dei moduli costruttivi più rispettosi di valori estetici e di esigenze relative al risparmio energetico. Gli effetti di queste linee strategiche sarebbero profondi ed estesi sia in campo tecnologico, sia in tema di occupazione, al tempo stesso dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Non è da sottovalutare, infine, l'ipotesi che in tal modo possa innescarsi un processo di mutamento significativo anche della tipologia delle attività industriali, manifatturiere e non (edilizia a contenuto tecnico più elevato). La traiettoria descritta sarebbe peraltro fondamentale ai fini della realizzazione di una convergenza con il trend di sviluppo qualitativo del centro storico.

IL CENTRO, AREA DELLA TECNICA
Nell'immaginare il futuro del centro riteniamo fondamentale innanzitutto favorire lo sviluppo delle tendenze spontanee già rilevate, ovvero il consolidamento di quell’"asse trasversale" tra il vecchio ed il nuovo palazzo comunale e lo sviluppo delle componenti di terziario direzionale recependo esigenze delle imprese e dei cittadini come il decentramento di uffici pubblici ora esistenti solo a Firenze (Camera di Commercio, Tribunale, ecc.). Al tempo stesso sono da cogliere alcune "sfide " poste dai processi strutturali in atto. L'ipotesi cruciale di lavoro, qui avanzata, è quella di creare una vera e propria “area della tecnica” che, oltre alle componenti indicate, persegua e valorizzi - in una prospettiva proiettata su scala molto ampia e all'interno di adeguati spazi fisici - determinati fattori dinamici, esistenti nel contesto comunale. Intendiamo riferirci in primo luogo alla produzione di livello qualitativo medio-alto, dove i prodotti di qualità dei comparti industriali e del settore agricolo potrebbero trovare visibilità stabile mediante vere e proprie politiche di marketing strategico impostate con la collaborazione di enti locali limitrofi. Per le differenti lavorazioni artigianali è da auspicare la creazione di luoghi sia per gli aspetti espositivi che di rappresentazione concreta dei saperi e delle professionalità nel loro formarsi e trasformarsi in creatività. Se l'attività espositiva viene concepita e realizzata come illustrazione concreta delle tecniche e dei procedimenti di lavorazione, cercando al contempo di rendere trasparenti i meccanismi che presiedono alla creatività in tali tipi di produzione, la funzione attrattiva verso flussi di persone, operatori e turisti che visitano le città della Toscana può considerarsi altamente probabile. Si tratta in sostanza di creare un ambito peculiare di rappresentazione della tecnologia di produzione tipica della nostra regione, in modo da diventare un centro significativo da inserire nei circuiti di valorizzazione delle peculiarità toscane. In questa prospettiva un altro fattore è strettamente connesso al precedente, ma si proietta oltre, perché concerne la formazione. Esistono a Scandicci i presupposti, le condizioni e i soggetti per realizzare vere e proprie traiettorie formative mirate, in grado di esprimersi ad alti livelli, connessi alle attività lavorative distribuite nel territorio circostante. Occorre mettere in evidenza che lo sviluppo di modelli formativi medio-alti può e deve interagire dinamicamente con le attività lavorative presenti. Un aspetto su cui sarebbe necessario concentrare energie e risorse (materiali e umane) può essere il seguente: creare un vero e proprio centro di irradiazione di idee nuove, di creatività a forte componente giovanile. In questo senso il coronamento delle tre direttrici operative, appena descritte, può essere visto nella creazione di aree complesse e integrate entro cui siano organizzate attività di esposizione e sperimentazione. Per tale via il potenziale di Scandicci potrebbe innescare traiettorie di sviluppo consone alle ricchezza di componenti che lo caratterizzano al momento attuale.


Il potenziale di Scandicci
PUNTI DI FORZA
1. Città industriale consolidata, con un nucleo economico di tipo metropolitano
2. Qualità delle produzioni
3. Sapere tecnico-professionale accumulato localmente
4. Apprezzabile livello qualitativo della residenza:
a) assenza di tensioni elevate tra domanda e offerta
b) contesto ambientale gradevole

PUNTI DI DEBOLEZZA
1. Dotazione infrastrutturale insufficiente
2. Depotenziata proiezione esterna del contesto socio-economico
e valorizzazione inadeguata dei livelli qualitativi esistenti
3. Carenza di adeguate funzioni terziarie a scala ampia
4. Prevalenza di terziario “banale”

Piccolo è bello ma anche fragile
Intervista a Marcello Dugini,
Assessore allo Sviluppo Economico
La struttura produttiva ed imprenditoriale locale, per dimensione, non si scosta molto da quella regionale. Se in Toscana il 97% delle imprese ha meno di 20 dipendenti, a Scandicci la media è di circa 6 addetti per unità locale. Piccolo, molto piccolo, dice Marcello Dugini, assessore allo sviluppo economico. Tanto piccolo da poter essere anche fragile. “Il sistema”, dice, “in regime di globalizzazione ed internazionalizzazione dei mercati, rischia di non reggere gli urti delle ripetute crisi mondiali”. E questo lo sanno bene anche gli imprenditori. “Consorziarsi”, è la parola d’ordine, il ritornello che infatti vanno ripetendo sempre più spesso. E che ha come portavoce autorevoli sia Enrico Bocci che Luigi Salvadori, il primo presidente della piccola e media impresa, ed entrambi vicepresidenti di Assoindustria Firenze ed imprenditori di Scandicci. “E’ una prospettiva giusta, una scelta lungimirante quella di mettersi insieme per affrontare le sfide dell’economia”, afferma Dugini. E tra queste sfide c’è anche quella di promuovere la qualità e la peculiarità del prodotto locale e nazionale. Come nel caso del Centopercento Italiano, consorzio di imprese della pelletteria, un marchio che sta per ricevere la certificazione europea”. Ma “piccolo è fragile” anche nei confronti del rapporto tra imprese e sistema del credito. “Il grido di dolore accomuna molti dei nostri imprenditori”, dice Dugini “perché il mondo bancario pare ‘non fidarsi’ della solidità finanziaria delle microaziende che si rivolgono agli istituti per poter finanziare i loro investimenti”.
Sul versante delle politiche locali per lo sviluppo economico il Comune è per altro impegnato da tempo con azioni precise e mirate alla formazione professionale ed ai servizi. Dice Dugini: “il nostro sforzo è soprattutto rivolto a favorire processi di innovazione nei settori dei servizi alle imprese della moda. Su tutto spiccano la costituzione dell’Associazione Castello dell’Acciaiolo e l’acquisizione del Centro di Formazione professionale di San Colombano che vedono entrambi coinvolti una pluralità di soggetti pubblici e privati”. Ma non è tutto, perché, come ricorda l’assessore, “con l’attuazione di previsioni urbanistiche che stanno concretizzandosi, e con le nuove strategie legate al Piano strutturale, il territorio sta rendendosi disponibile a completare e riqualificare una serie di aree destinate agli insediamenti produttivi, al direzionale ed al commercio”.
(Cl.Ar.)

“Far crescere qualità e infrastrutture
Il Presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, ha incontrato a Scandicci gli imprenditori locali e del sud ovest fiorentino - Prima si è intrattenuto con il presidente della Gucci Domenico De Sole e con la rappresentanza sindacale della Matec in crisi
Unire le forze per affrontare tutti insieme, Regione, imprenditori, istituzioni locali, la sfida della competitività su un mercato sempre più globalizzato e complesso. Una sfida che richiede, prima di tutto, la consapevolezza che la maggior parte dei problemi che incidono anche sulla nostra economia, dai dazi agli accordi commerciali, dalle intese sul credito ai problemi dell'energia, non possono essere solo della Regione ma anche del governo e dell'Unione Europea".
Così il presidente della Regione Claudio Martini nel corso dell'incontro che lo scorso 25 marzo ha visto, per oltre due ore, gli imprenditori del sud ovest fiorentino, le organizzazioni di categoria, i sindaci dei comuni di Scandicci e Lastra a Signa, confrontarsi sui problemi e le prospettive dell'economia della zona. Scandicci è la dodicesima tappa del viaggio "di ascolto" nell'economia toscana intrapreso dal presidente Martini per conoscere gli effetti a livello locale della crisi che ha colpito l'economia mondiale. Effetti che oggi rischiano di essere amplificati dalla guerra all'Iraq. Il presidente, insieme all'assessore alle attività produttive Ambrogio Brenna, ha ascoltato e raccolto osservazioni e proposte espresse dagli imprenditori di questa parte dell’area fiorentina. E dal territorio, caratterizzato da un tessuto di piccole e piccolissime imprese con una fortissima vocazione all'export (circa 4000 con oltre 20.000 addetti, quasi tutte legate al sistema moda, soprattutto alla filiera pelle calzature, ma anche ai macchinari per la pelletteria e all'argenteria) è arrivata una preoccupata diagnosi sull'attuale difficile fase congiunturale. E alcune richieste per farvi fronte. A cominciare da quella di rendere più flessibile il progetto integrato sul sistema moda predisposto dalla Regione, che prevede interventi per 150 milioni di euro in tre anni e che si chiede di calibrare in modo da facilitare ulteriormente alle piccole aziende l'accesso ai contributi. "Non abbiamo preclusioni - ha risposto Martini - purchè non si perda di vista l'ispirazione del piano, che punta su interventi strutturali, che rimettano in moto un circuito virtuoso. In altre parole, non contributi a pioggia ma azioni per far crescere qualità e infrastrutture, migliorando così la competittivtà delle imprese". Quello del miglioramento infrastrutturale è stato un altro dei leit motiv dell'incontro. "La priorità delle priorità è la mobilità dell'area fiorentina - ha detto il presidente - cui si accompagnano le questioni dei collegamenti a interporti, porti e aeroporti. Ma i problemi della viabilità nell'area troveranno in buona parte soluzione e risorse all'interno del grande accordo di programma quadro sulle infrastrutture con il governo per la firma del quale stiamo aspettando una convocazione da Palazzo Chigi". La Regione, ha ricordato il presidente, ha inserito anche altre emergenze per la viabilità della zona nel suo programma straordinario di investimenti (in tutto oltre 750 milioni di euro). Anche sul potenziamento del polo fieristico e sulla formazione, altre importanti questioni poste dagli imprenditori, la Regione ha assunto precisi impegni. Lo ha ricordato l'assessore Brenna precisando che "sono stati stanziati 80 milioni di euro per riqualificare il polo fiorentino, mentre anche nel progetto per la moda vengono affrontati i problemi della formazione, dell'aggiornamento e dell'innovazione". Prima del suo incontro con gli imprenditori Claudio Martini si è anche intrattenuto con il presidente della Gucci Domenico De Sole con il quale si è accordato per una prossima visita agli stabilimenti. "Gucci è un marchio mondiale che resta radicato in Toscana e, anzi, fa della sua toscanità un vanto, un elemento di qualità" ha detto Martini. Il presidente ha poi visto una delegazione di lavoratori della Matec che gli hanno illustrato i problemi dell’ azienda del gruppo Lonati di Brescia, produttrice di macchinari per calzettifici, che impiega 410 dipendenti e ha presentato un piano di ristrutturazione con 65 esuberi. (Barbara Cremoncini)