MATTEOTTI Square
Parte da qui, dal restyling dell’ottocentesca Piazza Matteotti, il programma di interventi sull’asse commerciale urbano. La ristrutturazione dello spazio, che mette in pratica le idee progettuali dell’architetto Sandro Bonannini, vincitore del concorso on line “Bit city”, coinvolgerà anche Piazza Piave. Ma i cassetti dell’amministrazione comunale iniziano a riempirsi anche di altro, per il momento solo schizzi o appunti generici, che rappresentano comunque una strategia di fondo precisa: mettere mano anche a Piazza Togliatti per puntare poi, dritto dritto, attraverso il nuovo centro che uscirà dal lavoro di Rogers, al parco ed al castello dell’Acciaiolo. Un asse urbano, con due teste, una ottocentesca l’altra rinascimentale, un cuore moderno e contemporaneo, un percorso che sintetizza passati, presenti e futuri della città.
Un perimetro di luci tutto attorno alle due piazze, Matteotti e Piave, che diventeranno uno spazio unico. Al centro il palazzo ottocentesco che ospitò il Comune, adesso la biblioteca, in futuro musica e musicisti. Nessuna strada resterà a separarle, soltanto aiuole per lasciare definite le due diverse vocazioni, ovvero luogo civico e giardino. Il monumento ai Caduti di Alimondo Ciampi sarà restaurato e riposizionato, subito avanti all’edificio, in posizione laterale, un po’ come accadde in Piazza Santa Croce con la statua di Dante (non ce ne vogliate per il paragone, è solo per spiegare meglio). La ghiaia andrà via per lasciare il posto a pavimenti in pietra, in granulato, e al prato da calpestare e per sdraiarsi. La novità più evidente sarà però quella delle tettoie – “Bree Soleil” - in lamelle di legno e sorrette da elementi in metallo, piazzate dirimpetto all’edificio una volta sede del municipio, in posizione un po’arretrata verso la strada; avranno uguale altezza, larghezza e profondità della costruzione di fronte, e serviranno come riparo dal sole e dall’umidità; lì sotto le persone potranno incontrarsi, riposarsi a chiacchierare sedute su panche e sedili mobili. Tutto questo e altro ancora nel progetto definitivo firmato dal giovane architetto livornese Sandro Bonannini, al momento al vaglio della Sovrintendenza che dovrà esprimere il proprio parere. Il progetto passerà poi nella fase esecutiva; infine, presumibilmente prima dell’estate, alla gara d’appalto. Il professionista che ha disegnato la nuova Piazza Matteotti è il solito che nel dicembre del 2000 ha vinto il concorso d’idee on line, al quale erano pervenuti ben cinquantaquattro progetti da tutto il mondo.
Allora a valutare le migliori proposte arrivate via internet fu una commissione presieduta dal Sindaco Giovanni Dod-doli e composta dal Sovrintendente Mario Lolli Ghetti, dal Docente di Storia dell’ Architettura contemporanea Gianni Pettena, da Raffaella Saraconi dell’ Ordine professionale degli Architetti, da Francesco Vacca dell’Ordine professionale degli Ingegneri, dal Presidente di Scandicci Cultura Sergio Staino, dall’architetto Andrea Mar-tellacci e da Temistocle Antoniadis, operatore di moda della Gucci Spa. Saranno inaugurati quindi nelle due piazze i cantieri per il nuovo “centro commerciale naturale di Scandicci”, per realizzare il quale il Sindaco lo scorso anno affidò una delega speciale all’ Assessore Marcello Dugini. In linea con la filosofia dell’amministrazione – non più politiche “dello” sviluppo economico, bensì “per” lo sviluppo economico – i progettisti non sono intervenuti con soluzioni apposite per i ne-gozi. Hanno invece pensato ad uno spazio urbano, ad uno scampolo di città da poter frequentare, invogliati a farlo. Potrà essere il punto di partenza – vi saranno quasi centotrenta posti auto, più parcheggi riservati alle due ruote - per una lunga passeggiata che toccherà Piazza Togliatti, la futura stazione della tranvia, la piazza che sorgerà accanto al municipio - sopra al parcheggio sotterraneo – fino al castello dell’Acciaiolo. La nuova Piazza Matteotti è già stata pensata per poter essere completamente pedonalizzata, semmai e quando i tempi saranno maturi per farlo: nessuno scalino tra la sede stradale e l’area vivibile, con i marciapiedi inclinati di pochi gradi e smussati in fondo.
E’ già stata pensata anche per ospitare concerti, o feste, o eventi spettacolari. Una particolare illuminazione darà risalto all’alberatura lungo il perimetro, segno urbanistico di chiara impronta ottocentesca, mentre sarà tolta completamente quella stradale. Un altro filare di luci, più diffuse, lungo le pareti degli edifici di contorno, mentre per il palazzo e per la tettoia i progettisti hanno studiato e simulato in tre dimensioni, al computer, un sistema di illuminazione artistica. Pienamente rispettato, in linea con l’idea vincitrice del concorso, il modello ottocentesco, il quale avrà nuova vita grazie all’incontro con i contrassegni della postmodernità: uno di questi, tra gli altri, per esempio, le superfici bagnate: sul pavimento in pietra, d’estate – d’inverno no – zampilleranno fontane come quelle di Piazza Castello a Torino, quelle del trailer di “Santa Maradona” per intenderci. La piazza, anzi le piazze, saranno sempre le stesse, le componenti che le qualificano come luoghi familiari della città resteranno tutte, ma l’Am-ministrazione ha scelto di investirci con un intervento che ne cambierà radicalmente la vivibilità. In Piazza Piave, inaugurata con il nuovo spazio giochi durante la fiera del 2000, l’esperimento era già riuscito. Tra i requisiti che erano stati richiesti nel concorso on line, vi era quello secondo cui la realizzabilità dell’idea doveva pesare sulle casse comunali al massimo per un miliardo di lire.
Il progetto di Bonan-nini rientra in quel parametro, con un altro stanziamento da parte dell’Amministrazione per consentire di comprendere nell’intervento anche i perimetri esterni e uno spazio a verde fiorito in Piazza Piave; obiettivo: dare, con un primo segno tangibile, l’idea di uno spazio lanciato a mo’ di testa di ponte in direzione dell’asse, appunto, del “centro commerciale naturale”. “Deve essere chiaro”, spiega il Vicesindaco e Assessore all’Urbanistica Simone Gheri, “se con il nuovo piano strutturale l’obiettivo è quello di andare a costruire il nuovo centro, in un’area occupata al momento soltanto da campi incolti, in parallelo a quella priorità c’è quella di rinnovare, riqualificare e dare nuova vita al tessuto urbano che già è presente”. Novità in vista anche per Piazza Cioppi.
“Nell’edificio che ospitò la scuola Duca degli Abruzi – conclude Gheri – sarà trasferita la biblioteca comunale. A fine primavera partiranno i lavori. La nuova struttura sarà completata entro due anni”. (Matteo Gucci)
POST-IT
Le piazze non piazze
Piazza Marconi, Piazza della Repubblica, Piazza Togliatti, Piazzale della Resistenza, Piazza di Vittorio, e sicuramente ne scordiamo qualcuna. Sono le piazze non piazze di Scandicci. Ma di piazze non piazze ce ne sono in ogni città, grande o piccola che sia. A Firenze, Piazza della Stazione, per esempio, non è una piazza: se per piazza si intende un luogo deputato soprattutto all’incontro di persone, uno spazio dove stare, fermarsi, sedersi, parlare, guardarsi intorno. Un luogo per baciarsi. Una piazza non è quindi semplicemente qualcosa di più ampio di un incrocio di strade, qualcosa con una rotonda nel mezzo e le macchine che si aggrovigliano o scorrono attorno. Una piazza non è solo un fatto urbanistico, o un fatto tecnico, stabilito da misure o proporzioni. Una piazza è soprattutto un fatto antropologico, è una cultura della vita sociale e collettiva, uno spazio per l’esistenza degli uomini. Una piazza, antica o moderna che sia, è insomma qualcosa di abbastanza preciso. Una piazza è poi anche un fatto estetico, architettonico. Quel che già esiste spesso non è bello ma può diventare migliore. Vale per le piazze Matteotti e Piave, sulle quali è stato fatto un lavoro di fino ed altro è da fare. Piacerà, non piacerà, ma l’intenzione è precisa: restituirle a nuova vita. Nel 2003 dovrebbe poi toccare a Piazza Togliatti, che oggi vive solo di sabato mentre per gli altri sei giorni è invece un triste e sterminato parcheggio. Come rifarla e cosa farla diventare sarà strategico: la sua centralità e vastità sono ingombranti ma possono rappresentare anche i presupposti per scelte coraggiose ed innovative. Ne suggeriamo una: il mercato coperto, una funzione che dà vita e carattere ad una città, che ci piace pensare come un’opera architettonica avamposto di quella contemporaneità che, poche centinaia di metri più in avanti, sarà il nuovo centro pensato da Richard Rogers, il boulevard della tranvia, la vera Piazza del Municipio. Rimarranno delle incongruenze, piazze non piazze, cose brutte da vedersi e da viversi. Inevitabile. Ma una città senza le sue contraddizioni e storture non è una vera città. (Cl.Ar.)