GLOBALIZZAZIONE

Conferenze sul
mondo che cambia
Incontri di politica internazionale per promuovere una maggiore conoscenza dei problemi del mondo ed una partecipazione più consapevole al dibattito pubblico
Se, nel mondo che cambia, riuscissimo a tenere ferma la barra del timone sulla rotta della affermazione dei principi e dei valori di equità, democrazia, giustizia, pace, diritti e libertà dei popoli e degli individui, avremmo davvero un mondo migliore.
Dobbiamo quindi fare di tutto per riuscirci.
Con questa premessa, in calce al depliant che ne illustra il programma, Simone Gheri, Assessore alla Cultura, presenta Il mondo che cambia, ciclo di conferenze organizzate dal Comune di Scandicci in collaborazione con le associazioni Auser, Agorà, Amici della Badia di Settimo, Forum per i problemi della pace e della guerra, Pangea, Noi Vingone e Senza denari.
A promuovere una maggiore conoscenza dei problemi di politica internazionale, ed una partecipazione più consapevole al dibattito pubblico intorno a questi temi, sono chiamati studiosi ed intellettuali provenienti da diverse università italiane e da istituti di ricerca specializzati.
Il ciclo di incontri è diviso in due moduli.
Il primo, ogni mercoledì dalle ore 21.15 presso la Casa del popolo di Vingone (Via Roma 166, Scandicci – Autobus 27-16), è iniziato il 21 gennaio con Debora Spini (Syracuse University) che ha parlato di ONG e società civile globale.
Si è proseguito (28/1) con il tema Diritti umani e diritti civili in una società multietnica con Dimitri DAndrea (Università di Firenze); Il WTO e il commercio internazionale (Claudio Rigacci, 4/2); Il mondo post-bipolare tra unilateralismo e multilateralismo (Sonia Lucarelli, Università di Forlì, 11/2); Lidentità politica europea (Anna Loretoni , Scuola Superiore S. Anna di Pisa, 18/2). Ultimo incontro del modulo il 25 febbraio con LONU e il diritto internazionale (Marina Spinedi, Università di Firenze). Per il secondo ciclo le conferenze si spostano alla Badia di Settimo (sala adiacente al Chiostro dei Melaranci, ogni martedì sempre alle ore 21.15). Primo incontro il 16 marzo su Le sfide ambientali globali (Dimitri DAndrea, Università di Firenze). Si prosegue con Il capitalismo globale: economia finanziaria ed economia reale (Piero Tani, Università di Firenze – Forum per i problemi della pace e della guerra, 23/3); Biotecnologie: salute umana e conseguenze economiche (Marcello Buiatti , Università di Firenze, 30/3); Fame e povertà: le ragioni del sottosviluppo (Andrea Cornia, Università di Firenze, 6/4); Religioni e fondamentalismi di fronte alla globalizzazione (Elisabetta Batini, Scuola Superiore S. Anna Pisa, 13/4).
Ultimo appuntamento il 20/4 su Globalizzazione, guerra e terrorismo (Daniela Belliti, Forum per i problemi della pace e della guerra).
Gli organizzatori, nel consigliare la prenotazione ai cicli di conferenze rivolgendosi all Assessorato alla cultura del Comune di Scandicci (055 7591260, e mail uffcultur@comune.scandicci.fi.it) o al Forum per i problemi della pace e della guerra (tel. 055 6800165; fax 055 6581933, e-mail: forumcd@tin.it oppure forum@comune.fi.it) informano che saranno anche disponibili le dispense al prezzo di 5 euro per ogni ciclo.
(Claudio Armini)

CULTURA
Nozze d’argento per il Centro Frazzi
L’associazione culturale compie 25 anni e festeggia il suo compleanno con un ricco programma di concerti ed eventi in collaborazione con il Conservatorio Cherubini ed altre istituzioni.

Nel 1979 Patrizia Pandolfini Renzi, pittrice ed artista figurativa, fece incontrare Ciro Nanni, maestro di musica, ed Egisto Mascagni, presidente del Circolo Arci de Le Bagnese. E nacque il Centro per l’arte Vito Frazzi, che trovò in Renzo Ugolini il suo primo presidente, quello che Fortunato Della Guerra, presidente di oggi, chiama “il terzo pilastro che permise di iniziare quell’attività che ancor oggi continua” (a Mascagni, Nanni ed Ugolini sarà dedicato un concerto il 4 aprile). Allora, ci ricorda ancora Della Guerra, gli obiettivi che il Centro si prefiggeva di raggiungere erano sostanzialmente tre: dare uno spazio adeguato a tutti i giovani talenti della musica fiorentina ed italiana affinché fosse per loro possibile percorrere i primi passi di una carriera concertistica e professionale che per molti si è davvero realizzata; diffondere la musica, quella da camera in particolare, e consentirle di avere spazi e momenti idonei al suo ascolto, pur lontani dai momenti sacrali delle importanti istituzioni. Il terzo, contribuire alla formazione di una identità locale che, negli anni ’70, Scandicci faticava a mettere a fuoco perché mancava di una sua cultura e di sue tradizioni, di sue storie. “Ecco allora la volontà”, dice Della Guerra, “di voler costruire, ciascuno con la propria parte e noi con la musica, una micro storia, che consentisse poi lo sviluppo di una nuova generazione, culturale prima che anagrafica, che potesse elaborare una nuova città. Cos’è una città senza chiese, piazze, scuole superiori, biblioteche, cinema e senza una sala da concerti ? Senza cioè quei luoghi in cui si può stare insieme, elaborare le proprie e le comuni idee?”. Della Guerra non poteva sintetizzare meglio di così il senso profondo per il quale il Centro nacque ed il perché, per venticinque anni, è riuscito a crescere e far crescere la città insieme a lui. Tanto che, scorrendo il programma, si notano alcune significative sottolineature proprio dell’identità culturale, artistica e politica della città: il concerto per ricordare il quinto anniversario della morte (7 febbraio 1997) di Fernando Farulli, quel grande artista che nel 1974 realizzò la vetrata della Sala del Consiglio Comunale; l’altro anniversario della morte di Dino Campana (1° marzo 1932), che è sepolto alla Badia di Settimo; il concerto dedicato alla Festa della donna, realizzato in collaborazione con la Commissione delle pari opportunità del Comune, che vedrà l’esibizione del Quartetto Aphrodite (7 marzo). Per il resto il programma, ricco ed interessante, parla da solo: diciassette appuntamenti, alcuni realizzati in collaborazione con altre istituzioni musicali e culturali, con decine di musicisti, cori ed orchestre che da gennaio al 21 di giugno contribuiranno, testimoniando al meglio la coerenza del lavoro del Centro, a celebrare i primi venticinque anni di attività del Vito Frazzi.




PELLETTERIA
“I Place”
alla Leopolda
Il Consorzio 100% Italiano, con la Regione ed i comuni di Scandicci e Pontassieve, alla Stazione Leopolda di Firenze (2/3 marzo) per promuovere la pelletteria
PLACE – La qualità del saper fare, questo il titolo dellevento in programma i prossimi 2 e 3 marzo alla Stazione Leopolda di Firenze. Liniziativa, organizzata dal Consorzio Centopercento Italiano con il contributo di Regione Toscana, Toscana Promozione, Comuni di Scandicci e Pontassieve, nasce dallesigenza di dare al mercato della moda e degli accessori della pelletteria risposte innovative sia per il tipo di operatore-compratore a cui si rivolge, sia per il tipo di espositore e per le modalità di esposizione del suo saper fare.
I-PLACE sarà per gli espositori - aziende di pelletteria, calzature, accessori, oggettistica in pelle – loccasione di trasmettere un messaggio chiaro sulle potenzialità progettuali e produttive della propria azienda valorizzandone le qualità e la linea di fedeltà a caratteristiche di creatività e produzione interamente italiana. Proprio per questo, I-PLACE, intende dare al visitatore (i visitatori-compratori saranno private labels, buying offices, stilisti, catene di negozi, grandi griffes, produttori di abbigliamento) la certezza di commissionare e/o a acquistare un prodotto pensato e realizzato totalmente in Italia, in un contesto che si sviluppa proprio grazie alla creatività di chi attinge a radici profonde di cultura e di tradizione.
Gli espositori hanno, a I-PLACE, la possibilità di comunicare non solo che cosa fanno ma come lo fanno, certificandolo e rendendolo visibile. Una filosofia di cui la vetrina della Leopolda è, si può dire, la traduzione e la realizzazione in termini concreti e che, in futuro, si intende estendere anche ad altri settori produttivi e creativi.
Centopercento Italiano, attraverso questa occasione fiorentina, può rafforzare, negli operatori-compratori la consapevolezza che solo un tessuto produttivo come il suo, capace di fare sistema e di sfruttare moderne tecnologie, è in grado di offrire un bagaglio di creatività, conoscenze e manualità – trasformabili in vantaggi sul piano competitivo – che hanno reso il made in Italy apprezzato in tutto il mondo.
Le aziende potranno, così, riappropriarsi di quote di mercato che in un passato non lontano erano di proprio appannaggio, recuperare margini di profitto, salvaguardare loccupazione e reagire – attraverso un programma promozionale triennale molto articolato nato con il partenariato di Comuni dellarea fiorentina – alla penalizzante difficoltà congiunturale del momento dovuta alla crisi economica internazionale.
Centopercento Italiano si pone come interlocutore affidabile per una committenza (i private labels) composta da tutti quei piccoli e grandi marchi internazionali che scaturiscono da griffes, catene di negozi, grandi magazzini, maison di abbigliamento. Lofferta del saper fare può evitare inoltre ai produttori investimenti onerosi in campionari a marchio proprio.
I-PLACE si svolgerà (dalle 10 alle 20 del 2 marzo e dalle 10 alle 18 del 3 marzo) nei giorni, cioè, immediatamente successivi le sfilate di moda di Milano.
Nel grande spazio della Leopolda, che ospiterà gli stand degli espositori, in programma anche eventi nellevento, come Formamateria, un viaggio multimediale attraverso scenari progettuali legati alla materia forma, come tanto di cappello!, una mostra e molto di più a cura del Polimoda, Italian Lifestyle a cura di Artex e Saperi e sapori.

PELLETTERIA2
Ma la crisi
ancora ristagna"
Dodicesimo Rapporto del Centro studi Cna sulle imprese della pelletteria nel secondo semestre 2003

Anche se, In linea generale, alcuni indicatori segnalano un certo miglioramento e suggeriscono un cauto ottimismo, la ripresa vera e chiara, secondo quanto emerge dalle sessanta imprese della pelletteria monitorate dal 12° Rapporto del Centro studi della Cna di Firenze, non sembra ancora così certa. Fatturato ed ordini ricevuti sono effettivamente migliorati, ed al raggiungimento di questo risultato ha contribuito in modo determinante il forte posizionamento delle grandi griffes. L’ottanta per cento delle aziende interessate dallo studio, la maggior parte nei comuni di Scandicci, Sesto, Campi e Pontassieve, lavorano infatti in conto terzi per i grandi marchi mondiali del lusso, Gucci, Prada, Ferragamo ecc. Ma, come sostenuto da Piero Pieroni, presidente di Federmoda-Cna, “le sofferenze strutturali e l’apprezzamento dell’euro sul dollaro che ancora frena il rilancio dell’export, non aiutano la ripresa del settore”. A costringere il mercato, aggiunge Claudio Toni che di Federmoda è il segretario, influisce anche la politica internazionale sui dazi. Mentre l’Europa abbatte le barriere doganali, altri paesi come Stati Uniti, Cina ed India, le mantengono se non, addirittura, incrementano. Governo italiano ed Unione Europea dovrebbero così insistere per ottenere una politica doganale fondata sulla reciprocità. A tirare in ballo le politiche del governo anche Simone Gheri, vicesindaco di Scandicci, che sottolinea come l’esecutivo poco o niente stia facendo ed abbia fatto per promuovere il made in Italy, favorire ed incentivare la ricerca e l’innovazione, sostenere il comparto della moda, uno dei settori di punta dell’economia nazionale. Comunque, secondo il 12° Rapporto, a soffrire di più sono le piccole imprese non legate alle griffes del lusso. Mentre quelle legate ai grandi marchi invece reggono, anche se i guadagni sono sempre più risicati, perché la parte del budget loro destinata per la produzione si riduce percentualmente rispetto agli investimenti su pubblicità, marketing, ricerca ed innovazione.
Se è vero che aumenta il numero delle imprese che hanno compiuto investimenti, è altrettanto vero che si tratta per lo più di risorse modeste, mediamente 5 mila euro che le aziende hanno destinato a rinnovare attrezzature e strumenti. Quindi investimenti rivolti al mantenimento e non alla innovazione di prodotti o strategie imprenditoriali. Meglio i dati sulla dinamica occupazionale, dove siamo in presenza di una buona performance.
Nel semestre indagato quindi si possono avvertire miglioramenti in termini di fatturato, ordini ricevuti ed occupazione che potrebbero preludere ad una reale inversione di tendenza anche se la mediocrità delle aspettative induce ad un atteggiamento più prudente.