PRIMO PIANO
SCELTE DI BILANCIO
Sopra: una scuola materna di Scandicci

Il Comune ha meno soldi, gli amministratori scelgono di fare un Bilancio che privilegi scuole, servizi all’infanzia e servizi sociali, a scapito della manutenzione ordinaria delle opere. Asili migliori, dunque, ma qualche buca in più sulle strade e sui marciapiedi. Per ora è necessario accontentarsi di questo compromesso, con la consapevolezza che grazie ai sacrifici di un’intera comunità i conti comunali sono in ordine. “Dai prossimi anni”, ci dice il Vicesindaco Alessandro Baglioni, “riusciremo anche a trovare le risorse necessarie a mantenere al meglio gli spazi pubblici, grazie agli oneri derivanti dagli investimenti sul territorio”. L’accusa principale al governo è quella di tagliare indiscriminatamente i fondi agli enti locali.


Parliamo di Bilancio, di fi nanze comunali, e una premessa è d’obbligo per capire meglio i temi che andiamo a trattare: per chi deve amministrare le risorse pubbliche il momento che stiamo attraversando è diffi cile, molto diffi cile e complicato, serve senso di responsabilità da parte delle istituzioni e dei cittadini, è necessaria comprensione reciproca; va tuttavia detto che siamo a dieta ma che il Comune non è gravemente malato, che anche se non stiamo troppo bene ora, la malattia non dovrebbe essere cronica. Va detto che le nostre fi nanze sono sane, che non abbiamo il baratro a mezzo metrodalla punta delle scarpe, grazie proprio ai sacrifici che l’amministrazione comunale condivide con un’intera comunità. Il Comune, tutti i Comuni, hanno sempre meno soldi dallo Stato e dalle Regioni, al tempo stesso, per legge, non possono alzare alcune tasse; i Comuni sono gli enti che devono erogare i servizi più diretti per i cittadini, i Comuni non possono fare altro che compiere scelte, e le scelte sono impopolari, critiche, pesanti; i Comuni poi devono spiegarle ai cittadini, e farli partecipi. “A Scandicci la decisione è stata quella di mantenere e anzi incrementare i servizi per la persona, i servizi scolastici, educativi, per l’infanzia, per gli anziani, le assistenze, il sociale, le politiche per la sanità”, dice il Sindaco Simone Gheri, “ma bisogna essere chiari, questa decisione ci obbliga a trascurare le manutenzioni meno urgenti di strade e marciapiedi, dobbiamo abituarci tutti a schivare qualche buca in più sull’asfalto”. Tirando in ballo il famigerato buon padre di famiglia, sarebbe come aspettare un po’ di tempo a riparare le piastrelle in cucina per poter comprare i libri ai fi gli, le scarpe comode e il giornale al nonno. Sapendo poi, come si prevede per il nostro Comune, che a breve tempo dovremmo aver modo di rifare il pavimento, alias strade e marciapiedi. “Per dirla con un’espressione abusata – spiega il Vicesindaco e assessore al Bilancio Alessandro Baglioni – siamo a tirare la cinghia, ma è necessario sottolineare che il bilancio di previsione del 2006 è migliore di quello del 2005; per esempio quest’anno, grazie al ricorso ai Boc, i Buoni ordinari comunali, abbiamo avuto vantaggi sulle rate di ammortamento dei mutui. Questo soltanto per dimostrare quali possono essere gli strumenti da adottare verso politiche fi nanziarie che ottimizzino le risorse”.
Ma le difficoltà nei bilanci dei Comuni sono insormontabili? “No, non lo sono, almeno a Scandicci riusciamo a far tornare i conti nonostante tutto e tutti senza ricorrere alla cosiddetta fi nanza creativa, e appunto a fare bilanci più solidi rispetto agli anni scorsi; la scelta di penalizzare le manutenzioni, inoltre, dovrebbe avere ricadute negative per un anno, forse per due, poi il problema dovrebbe risolversi, in seguito vi spiego come”.
Il comportamento del governo, a vederla così, non avrebbe le conseguenze deleterie descritte dall’Anci: taglia fondi agli enti locali e gli enti locali riescono a farcela ugualmente. E’ così? “Il governo invece ha delle responsabilità molto pesanti, che appunto ci costringono a fare scelte diffi cili. Intanto la fatica che fanno con la legge fi nanziaria dimostra gravi diffi coltà da parte loro; noi abbiamo invece voluto rispondere con un segnale forte, ovvero con l’approvazione del Bilancio 2006 addirittura prima della fi ne del 2005, il 28 dicembre, per dare certezze ai cittadini in questo momento di insicurezza e per assumerci, noi per primi, la nostra parte di responsabilità. Gli aspetti peggiori della fi nanziaria, dal punto di vista degli amministratori locali, sono la mancanza di concertazione con le autonomie territoriali nella formazione dei bilanci; il governo taglia indiscriminatamente agli enti locali: al Comune di Scandicci è stato decurtato il fondo sociale di 150 mila euro, abbiamo avuto minori risorse per le scuole materne statali per 120 mila euro, oltre ad un taglio di 100 mila euro dei trasferimenti. Al tempo stesso in cui gli enti locali dimostrano di saper tenere la sfi da per la modernizzazione di questo paese, da parte del governo c’è il tentativo di caratterizzare i Comuni come la prima fonte di sprechi pubblici in Italia”.
E non è vero? “C’è un dato che riassume la vera attività dei Comuni in Italia, e il controllo che facciamo sui nostri conti: il 97 percento delle amministrazioni comunali della penisola ha rispettato il patto di stabilità fi ssato dall’Unione Europea”.
I Comuni possono aumentare le tasse? “Ci è stato vietato di aumentare l’Irpef, a noi lo 0,1% in più avrebbe portato maggiori entrate per 700 mila euro. L’unica mossa a nostra disposizione è stata quella di rivedere l’aumento dell’Ici, dal 5,3 per mille al 6 per mille sulla prima casa, anche se questo aumento graverà in maniera equilibrata sui cittadini perché le nostre rendite catastali sono considerate, ancor oggi, agricole: hanno un valore di circa la metà rispetto a quelle dei Comuni dell’area fi orentina, per fare un esempio un vano di classe media A2 a Scandicci ha una tariffa catastale di 46,48 euro, a Sesto Fiorentino di 77,47 euro. E’ chiaro come tali rendite vadano riviste”.
In questo contesto deve essere molto diffi cile fare investimenti. “Noi ne facciamo, guai a non investire, ma soprattutto stiamo lavorando molto per avere investitori privati sul nostro territorio già con il prossimo regolamento urbanistico: da un lato investiamo in opere pubbliche sulle aree di trasformazione, dall’altro lo sviluppo della città porterà molte risorse da destinare anche alle manutenzioni ordinarie”.
Previsioni per i prossimi anni? “La prospettiva per i bilanci futuri può diventare più rosea soltanto in virtù di una nuova stagione di concertazione con il futuro governo, che possa prevedere la possibilità di politiche sociali diverse, di sbloccare l’Irpef, di rivedere gli estimi catastali”. [Matteo Gucci]



Sopra: i tagli al bilancio rendono diffi cile la manutrenzione delle strade


COSÌ LE FINANZE DEL COMUNE
Il Consiglio Comunale ha approvato il Bilancio di previsione 2006 nella seduta di mercoledì 28 dicembre 2005, assieme al Programma triennale delle opere pubbliche per il periodo 2006-2008 e al Bilancio dell’istituzione Scandicci Cultura. Tutte e tre le delibere sono state approvate con i voti favorevoli della maggioranza di centrosinistra e quelli contrari di Rifondazione comunista, Forza Italia e Alleanza nazionale. Il documento fi nanziario, che aveva già ottenuto l’approvazione della Giunta e della Prima commissione consiliare, è stato concertato anche con i quartieri, le associazioni di categoria, Assindustria. Prima del voto in Consiglio ha ricevuto anche l’assenso di Cgil, Cisl e Uil. In un comunicato stampa congiunto, le tre sigle hanno affermato di esprimere “un giudizio sostanzialmente positivo al Bilancio 2006 “alla luce dei risultati e degli impegni assunti dall’amministrazione comunale sul versante dello sviluppo e dell’innovazione sostenibile della città, il grado degli investimenti proposti, le risorse rese disponibili al mantenimento o al rafforzamento dei servizi alla persona e quindi del welfare locale”. Assi portanti e fi nanziari dell’accordo sono l’incremento contenuto (+0,7 per mille) dell’Ici sulla prima casa, che passa così dal 5,3 al 6, e l’introduzione di due fasce Isee - tra 0 e 8.500 euro, e tra 8.500 e 10.500 - che potranno benefi ciare di contributi rispettivamente pari a 47 e 25 euro da sommare alla detrazione di 103 euro già applicata nel 2005; questi contributi, che verranno erogati nel 2007 fi no ad una disponibilità di 90 mila euro, non potranno ovviamente eccedere per ogni benefi ciario l’importo Ici da pagare. Dalla manovra sull’Ici è prevista un’entrata complessiva di 420 mila euro. A partire dal 1° gennaio si sono adeguate al tasso di infl azione (previsto all’1,7 %) tutte le tariffe per i servizi a domanda individuale, compresa la Tia, ma non quelle scolastiche che entreranno in vigore da settembre. Il bilancio di previsione 2006 trova il proprio pareggio a 69 milioni di euro. L’amministrazione, per raggiungere l’obiettivo prioritario di mantenere ed anzi incrementare i servizi socioeducativi (+ 100 mila euro rispetto al 2005) e sociali (+250 mila euro per anziani ed handicap nel 2006), ha dovuto superare diversi scogli. Tra tutti i minori trasferimenti statali sul fondo sociale (-150 mila euro), sulle scuole materne statali (-120 mila euro) e su altre voci (100 mila euro) e l’impossibilità, scritta nella Finanziaria, di agire sull’aumento dell’addizionale Irpef. “Abbiamo fatto le nostre scelte”, spiega l’assessore al bilancio e vicesindaco Alessandro Baglioni, “non indolori ma necessarie. In ogni caso la salvaguardia ed il rispetto del patto sociale con la comunità è per noi la priorità politica assoluta”. E tra le scelte operate, quella di rastrellare circa 700 mila euro dai fondi della legge 10 per le manutenzioni ordinarie per travasarle appunto sul bilancio generale.

TIA – Il decreto Ronchi fi ssa che entro una determinata data il costo dei servizi ambientali debba essere interamente coperto dalle entrate della Tariffa igiene urbana, la Tia. Dal 2005 la tariffa ha sostituito la Tarsu, che invece è una tassa. Lo scorso anno la copertura dei costi ambientali a Scandicci con la Tia è stata del 96%. La data per il raggiungimento del 100% della copertura potrebbe essere fi ssata per il 2007; l’obiettivo è quello di arrivare a questo risultato per gradi, con un incremento progressivo della Tia comprendente parte dell’aumento. Per quest’anno Safi , l’azienda che ha in carico i servizi, ha previsto un aumento di spesa del 3,95%, ma in sede di assemblea il Sindaco ha proposto di non far crescere il costo oltre il 3 percento. Al centro del problema vi è l’aumento dei costi per il trasporto dei rifi uti in discarica, che può essere risolto soltanto adottando altri sistemi di smaltimento. Tra i compiti di Safi adesso vi è quello di organizzare al meglio i servizi di raccolta differenziata, in modo tale da poter giungere alle agevolazioni per chi sceglie questa modalità.

PERSONALE – Il Comune di Scandicci ha 389 dipendenti; la spesa per il personale nel 2006, che rappresenta il 41% della spesa corrente dell’ente locale, è fi ssata in 13,5 milioni di euro. Lo stanziamento per nuove assunzioni è di 40 mila euro, mentre il personale a tempo costa 450 mila euro. La spesa media per unità rapportata ad un anno è di 34 mila euro. [M.G.]

POST-IT
STARE OLTRE LE SPESE
C’è una sproporzione evidente tra lo sforzo di progettazione e pensiero che la nostra comunità locale , come tante altre in questa regione ed in questa nazione, esprimono per creare le condizioni di un nuovo sviluppo e di una nuova ricchezza, anche immateriale (parte dello stare e vivere bene è fatto di cose non tangibili) e le politiche nazionali –economiche e finanziarie- che invece deprimono queste sensibilità, e costringono gli enti locali, che negli ultimi anni più di tutti hanno investito in opere pubbliche, innovazione e cultura, a fare a miccino. Il benessere e la salute di una città, come non ci stancheremo mai di ricordare, derivano da un mix di occasioni, opportunità e stimoli alla vita sociale e pubblica che non possono (e non debbono) essere frustrate da una miope e ragionieristica impostazione tutta legata al pil ed al rapporto entrateuscite. La scommessa è in gran parte qui: guardare al futuro, stando certamente attenti al bilancio, ma sapendo che, senza osare e senza investire, il destino che la banca d’affari americana Goldman Sachs ci assegna –non ci restano che cibo e calcio perché tutti i nostri primati sono passati a cinesi e indiani- è difficilmente arrestabile. Tutti aspiriamo, si spera, ad un domani che non sia solo cinta senese, un bicchiere di vino, una partita allo stadio o, piuttosto, in televisione. Altrimenti, meglio la bancarotta. [Cl.Ar.]