Discussioni intorno
alla
città compatta
Atti deliberati dal Consiglio, incontri con le commissioni consiliari, dibattiti con imprenditori e categorie economiche, progetti che dalla carta stanno diventando cantieri. Maggio, per l’amministrazione comunale e per Scandicci, è stato un mese intenso e fruttuoso. Non potevano mancare, nel coro, tra i molti consensi anche le voci di chi non condivide le scelte urbanistiche che si stanno compiendo. Come è il caso del Ccd che invece di costruire il nuovo centro vorrebbe realizzare al suo posto un parco urbano attrezzato. In queste pagine una sintesi sufficientemente ampia di quanto successo dentro e fuori le stanze del Palazzo Comunale
Il nuovo centro,
Commissioni
riunite in Teatro

Praticamente un Consiglio Comunale, monotematico ed in trasferta. Questo è stato l’incontro che Assessore all’Urbanistica, consulenti al piano strutturale e componenti le quattro commissioni consiliari permanenti hanno avuto lo scorso 20 maggio al Teatro Studio.
In discussione le prime risultanze degli studi sul nuovo piano coordinato da Giancarlo Paba. E, in particolare, i passi compiuti in questi mesi dall’equipe dell’architetto Rogers incaricato di progettare il nuovo centro cittadino. Cioè quell’idea di città compatta della quale più volte abbiamo parlato e che, per l’architetto anglo-fiorentino, vuol dire piazza al centro, chiesa, municipio, mercato, reticolo di strade dove è facile incontrarsi, dove si lavora, si vive, si passa il tempo libero.
Dove si usa di meno la macchina è di più il mezzo pubblico. Oppure ci si muove a piedi ed in bicicletta. Una città con un centro ben definito quindi e, in questo centro, le funzioni di maggior pregio e qualità. Densa e ben progettata, “pianificata in ogni centimetro di terra per conservare questa inestimabile risorsa”, come diceva Rogers lo scorso ottobre quando, anche lui nella stessa platea del teatro, spiegò a tutti queste sue idee. Oggi riprese da Ernesto Bartolini, suo collaboratore, che non solo le ha ricordate ma ha anche iniziato ad abbozzare un disegno urbanistico futuro, ma non troppo. Ancora ipotesi di massima. Ma la città compatta inizia a prendere un profilo più definito, se non altro per quanto riguarda il dove, il quanto e il cosa.
Primo. Costruire il nuovo centro non significa occupare tutto lo spazio disponibile, consumare appunto tutta la terra oggi libera. Ma concentrare le volumetrie previste –circa 250 mila metri cubi in totale- su un area definita, quella compresa tra il Palazzo del Comune, l’Istituto Russel- Newton, l’area del Cnr ed il parcheggio scambiatore che verrà con i lavori della terza corsia autostradale. Secondo. Lavorare per avere nel centro della città le funzioni più pregiate: università, istruzione, cultura, terziario, commercio, ricettivo, ricreativo. E residenziale.
Il tutto attorno a quell’asse strategico, la linea della tranvia, che per l’amministrazione comunale non è solo una infrastruttura per la mobilità ma un vero e proprio strumento urbanistico, opportunità imprenscindible per riqualificare, ricucire, progettare, sviluppare un territorio e la sua economia.
L’esatto contrario di quello che pensa Luigi Baldini. Per l’esponente del Ccd, gruppo dell’opposizione di centro destra e candidato sindaco del Polo nel 1999, al posto del centro dovrebbe nascere un parco urbano attrezzato. E per quanto riguarda la tranvia, che magari unisce a Firenze ma spacca in due Scandicci, meglio lasciar perdere.
Opinione non condivisa dai ds Luciano Sacchetti e Andrea Franceschi per i quali “la tranvia sarà un intervento fondamentale che dovrà vedere enti locali fiorentini, Provincia e Regione fortemente impegnati in una azione di pressing verso il Governo”. E che, per la sua efficacia, dovrà proseguire fino a Lastra a Signa. Opinioni, queste, sostenute anche da Leonardo Signorini (Mar-gherita) che auspica una maggiore integrazione tra le azioni politiche di Firenze e della sua area.
“Uno studio omogeneo per le piazze Togliatti e Matteotti, perché il rilancio di tutta l’area che ad oggi rappresenta il cuore della città è ipotizzabile soltanto con interventi che diano uniformità a tutta la zona” è stato chiesto dal consigliere di An Giovanni Bellosi. Che ha apprezzato le idee lanciate recentemente per Piazza Togliatti , parcheggio sotterraneo proposto da Gianpaolo Lari e mercato coperto ipotizzato dal Vicesindaco Simone Gheri. Ma che ha lamentato la carenza di una visione complessiva dell’area che comprende le due piazze. “Diventa incomprensibile – dichiara il consigliere di opposizione - che si agisca con modalità assolutamente diverse per i due casi: se per piazza Togliatti si avanzano proposte concertate con le associazioni di categoria, per Piazza Matteotti si è adottata una scelta piovuta da internet. Il rischio è quello di ritrovarsi a due tipi di riqualificazione che cozzino l’un con l’altro”. E che, inoltre, non riescano a dialogare con il centro compatto. Da questa preoccupazione il suggerimento lanciato da Bellosi: “Visto che il nuovo centro sorgerà a poche decine di metri dalle due piazze, perché non coinvolgere nel processo di riqualificazione del vecchio centro l’architetto Rogers? Altrimenti anche il nuovo centro rischia di divenire un corpo a sé stante in una città segmentata”.
Infine Francesco Menca-raglia e Francesco Cortel-loni, consiglieri di Rifon-dazione Comunista. Per entrambi il piano strutturale ed il progetto del nuovo centro devono scaturire da un rapporto partecipato con i cittadini e porsi il problema di quali funzioni, e che queste noin siano in contrasto o doppioni di quelle previste da Firenze, in aree di confine come San Bartolo a Cintoia.
“Si sfonda una porta già aperta”, ha replicato Giancarlo Paba, coordinatore del Piano Strutturale e da sempre militante dell’urbanistica partecipata, “perché le consultazioni sono già in corso, abbiamo un programma di interviste, incontri con cittadini, associazioni, quartieri che concluderemo entro l’estate. E per settembre tre o quattro forum tematici che coinvolgeranno cittadini e categorie”.
Poi, sinteticamente, da parte di Paba e di Ernesto Bartolini, collaboratore di Rogers, alcune risposte a dubbi ed osservazioni emerse dalla discussione.
Sulla tranvia: non divide ma aggrega, attrae. La tranvia è desiderio di città. Genera e non distrugge. Sul parco urbano: sarà uno dei risultati del piano di Rogers; di per sé i vuoti, senza un disegno urbanistico, non significano niente e lasciano la città incompiuta”. Sulla città compatta: non è la città medievale, o il fitto che cerca aria e luce. Lo spazio pubblico crea identità ed aggregazione.

Soderi (Confcommercio):
“Un buon Piano”

Bocci (Industriali):
“La tranvia va fatta”

L’incontro era conviviale ed a tema. E questa volta, il tradizionale appuntamento che da anni il Lions Club organizza per affrontare, con il Sindaco e gli amministratori, un tema specifico della vita e della politica locale, non poteva che essere il nuovo centro della città. Cioè il progetto a cui sta lavorando Lord Richard Rogers. Da un lato Simone Gheri, vicesindaco ed assessore all’urbanistica, e l’architetto Ernesto Bartolini a rappresentare lo studio Rogers. Dall’altra una platea di associati del Lions, imprenditori, manager, professionisti.
E due ospiti “di peso”: Paolo Soderi, presidente fiorentino di Confcom-mercio, ed Enrico Bocci, vicepresidente fiorentino dell’Associazione Indu-striali. Presenze che significavano un approccio molto preciso: che il futuro sviluppo urbanistico di Scandicci è un fatto che riguarda da molto vicino anche Firenze. Perché i due territori sono praticamente uno, e perché la distribuzione delle diverse funzioni, le scelte di mobilità, di investimenti e di infrastrutture non possono che essere sinergiche e complementari tra le due città. Incontro, quindi, sostanzialmente molto “politico”. E che si è attenuto ad affrontare, senza divagazioni, il tema all’ordine del giorno.
Con il risultato che, al di là di alcune sfumature, Scandicci ha incassato gli apprezzamenti di Soderi: “è sostanzialmente un buon piano quello che Gheri e Bartolini ci hanno illustrato”.
E, sulla tranvia, una limpida ed inequivocabile dichiarazione del vicepresidente degli Industriali Fiorentini che senza mezzi termini ha detto: “Come si usa di questi tempi, ripeto tre volte la mia posizione: la tranvia bisogna farla, farla, farla”.

Ex Sims, passa la variante

I Ds: “Cultura nel Vecchio Mulino”

“Contenitori culturali nel Vecchio Mulino sulla Greve”, accanto alla zona residenziale che sorgerà al posto dell’edificio dell’ex Sims.
La proposta è di Olmo Gazzarri dei Democratici di sinistra e segue l’approvazione da parte del Consiglio Comunale della variante al Piano regolatore per l’area che attualmente ospita l’edificio abbandonato del farmaceutico.
“I Democratici di Sinistra - spiega Gazzarri - sostengono da sempre la necessità di una riqualificazione di quell’area.
In più oggi chiedono all’Amministrazione di provvedere, contestualmente alla risistemazione complessiva dell’area, alla riqualificazione edilizia della struttura adiacente del Vecchio Mulino sull’argine della Greve. Sarebbe poco razionale, infatti, che si costruisse un’ampia area residenziale di qualità, lasciando nei pressi dell’argine del fiume una situazione degradata”.
Un parere favorevole alla possibilità di una riprogettazione contemporanea dell’intero comparto è stato già espresso dalla commissione urbanistica comunale. “Crediamo inoltre opportuno”, dice sempre il consigliere diessino, “che almeno una parte della struttura del Vecchio Mulino debba essere destinata ad un’utilizzazione culturale, visto il sempre maggiore bisogno di spazi di questo tipo nella nostra città. Per il valore storico e per l’interessante posizione sarebbe un uso intelligente e su cui investire”.
Secondo la proposta dei Democratici di sinistra l’opera di risistemazione del Vecchio Mulino potrebbe essere inserita nel più ampio progetto di parco fluviale, un’ipotesi di “sistema a verde” che comprenderebbe anche nuovi percorsi lungo gli argini della Greve presentata a dicembre dall’As-sessore ai Parchi e Verde Pubblico Simone Naldoni. “E’ necessario – conclude Gazzarri a nome dei Democratici di sinistra - reperire per questo progetto delle risorse economiche nel Piano delle opere, anche per risanare la condizione di degrado urbanistico dell’area e per dare risposte alle esigenze di nuovi spazi culturali per la cittadinanza”.
La delibera che approva la variante al Prg per l’area dell’ex Sims è stata approvata nella seduta consiliare dello scorso 14 maggio, con i voti favorevoli della maggioranza, l’astensione di Betti, La Rosa e Meriggi di Forza Italia e di Bellosi e Franchi di Alleanza Nazionale e con il voto contrario di Paolo Papi del Ccd.
In un comunicato Papi puntualizza le motivazioni del suo voto contrario alla delibera.
“L’attuazione di questa previsione urbanistica – spiega il consigliere del Centro cristiano democratico – ha avuto un iter tribolato, tant’è che dal 1991, anno di entrata in vigore della Variante generale di Piano regolatore, siamo al 2002 e la situazione concreta è quella di allora, nonostante la volontà di chi ne aveva titolo che ha cercato di dare il via alla realizzazione”.
Secondo il Ccd è indubbio che la variante risolva un problema di “degrado che affligge la zona e i suoi abitanti”. “Ma è altrettanto indubbio – prosegue la nota di Papi – che l’oggetto di questa delibera non tratta soltanto la soluzione di questi problemi, ma soprattutto è una variante urbanistica che ha altre e più significative implicazioni.
Intanto recepisce una sentenza del Tar del 1997 in cui sia il Comune di Scandicci che la Regione Toscana non si costituirono in giudizio; e poi perché solo a distanza di cinque anni ne viene predisposta l’esecuzione?”. Paolo Papi cita anche “numerosi progetti che si sono susseguiti con molteplicità di soluzioni”. “Pertanto – sono le conclusioni – l’iter che porta alla attuale proposta di deliberazione e la medesima ci lasciano alquanto perplessi, senza contare che, come in precedenza rilevato per altre varianti nel passato consiglio, e riportato in delibera, in data 10 luglio 2001 è stato avviato il procedimento di formazione del Piano strutturale: potevamo cogliere l’occasione per il risanamento, considerato che sono più di venti anni che la situazione è così, contestualmente al rispetto delle procedure”. (Servizio di Claudio Armini e Matteo Gucci)