URBANISTICA
Territorio aperto,
approvata la
variante
Con il sì del centro sinistra, e l’astensione di Rifondazione Comunista, via libera all’atto che disegna il passaggio da “campagna a paesaggio” – L’amministrazione dota la città di strumenti per dinamizzare le colline e predisporle a nuovi scenari di sviluppo economico, culturale e turistico
Dopo una intera giornata di lavoro, lo scorso 27 maggio il Consiglio Comunale, con il voto favorevole della maggioranza di centro sinistra, l’astensione di Rifondazione Comunista ed il voto contrario della Casa delle Libertà, ha approvato la Variante generale del territorio aperto già adottata nel dicembre 2002.
La seduta ha affrontato in modo particolare la votazione delle 122 osservazioni pervenute.
La Variante, come sostenuto sia dal Sindaco Giovanni Doddoli che dall’assessore all’urbanistica Simone Gheri, disegna “il passaggio da campagna a paesaggio”: cioè la scelta di dotarsi di strumenti che dinamizzino soprattutto la realtà collinare per predisporla a nuovi scenari di sviluppo agricolo, economico, culturale e turistico. Per superare una condizione delle colline come santuario intoccabile con vincoli imposti ai cittadini non più sostenibili”.
E per passare, invece, “ad un nuovo sistema di regole, frutto anche di un percorso partecipato”.
La variante ha intanto ridefinito i concetti di impresa ed azienda agricola per le quali esiste lo strumento dei piani di miglioramento agricolo, che l’amministrazione incentiva chiedendo però oneri particolari di tutela, ripristino e mantenimento ambientale e paesaggistico. Un processo, secondo quanto sostenuto dal Sindaco, che genera soprattutto sviluppo economico”, anche se non vi sarà nessuna concessione ad interventi di modifica dell’impianto estetico paesaggistico e della struttura morfologica naturale. “Non spianeremo i terrazzamenti per facilitare l’intervento delle macchine agricole”, ha precisato il Sindaco, “bensì tuteleremo il muro a secco, incentiveremo la cultura biologica, combatteremo l’uso degli anticrittogamici”. Così come regolamentata sarà l’attuale “selvaggia” situazione delle miriadi di baracchini per l’agricoltura amatoriale e quella delle serre che coprono quasi sei ettari di terreno. Usate da 26 aziende, con due addetti ciascuna ed un fatturato annuo complessivo di circa 900 mila euro, ospitano la coltivazione di ribes, fragole, ortaggi, fiori.
“La quasi totalità sono irregolari”, ha spiegato Giovanni Doddoli, ma con questo atto “noi decidiamo che le aziende, presentando un piano programma, apriranno una relazione contrattuale con l’Amministrazione, passando da una totale irregolarità a diritti sanciti che permetteranno loro di continuare l’attività”. Anche questa, una scelta per la qualità delle produzioni e per lo sviluppo.
Analogo il ragionamento sul turismo. Dei 439 posti letto complessivi disponibili a Scandicci, 251 sono in strutture ricettive che risiedono in collina. Un fatto nuovo, manifestatosi negli ultimi anni, un risultato significativo, seppur modesto in termini assoluti, “indice però di un ritrovato dinamismo, del fatto che la nostra politica di incentivi è stata compresa e sposata”.
Questi gli altri interventi tenuti nel corso della discussione che ha preceduto la lunga sessione delle votazioni sulle 122 osservazioni.

ERICA FRANCHI (AN) – Ha apprezzato il metodo dell’Amministrazione Comunale che ha messo in grado tutti di analizzare e discutere la gran mole di documenti. Alleanza Nazionale ha criticato però l’eccessivo vincolismo, ridondanza di norme che producono il rischio di ingessatura del territorio. Si tende a pensare solo alle coloniche da conservare e non si considerano le peculiarità e varietà delle singole presenze ed esigenze residenziali. Meglio sarebbe stato, a seguito di un attento ed approfondito monitoraggio, orientarsi all’individuazione di prescrizioni più generali, valutando poi, di volta in volta, i singoli progetti. Questa eccessiva rigidità, alla fine, rischia di favorire soltanto il ricorso all’abusivismo.

SAVERIO SODI (MARGHERITA) – L’elemento di fondo di questo atto è sintetizzabile nella formula “non si costruisce in collina”. Questo conferma l’assunzione della tutela del paesaggio come costitutivo della “qualità della vita” del nostro territorio. E’ un elemento ben compreso anche dai cittadini, come per altro espresso anche nella ricerca Tolomeo. Questo principio non significa immobilizzare questa porzione di territorio comunale.Il consigliere della Margherita ritiene quindi, molto positivo il consentire stabilità di strutture alle attività imprenditoriali legate alla agricoltura tipica e florovivaista o la realizzazione del cosiddetto corridoio infrastrutturale di San Vincenzo a Torri.

FRANCESCO MENCARAGLIA (PRC) – Il fatto che molte osservazioni siano state escluse perché “fuori tema” pone il problema della dimestichezza del rapporto dei cittadini con la materia urbanistica. Per esempio sono state poche le osservazioni sul paesaggio, inteso soprattutto come rapporto tra uomo, lavoro, agricoltura. La variante che discutiamo è positivamente indirizzata a ricercare un nuovo equilibrio ma è ancora carente nella prospettiva di sviluppo economico, non soltanto in senso agricolo, della campagna.

LEONARDO SIGNORINI (LISTA INDIPENDENTE) – Ha posto l’accento sui temi della nuova residenza, del turismo rurale, delle nuove economie che nella variante si collocano nel quadro di una Scandicci, nuova città allargata, che guarda a superiori qualità della vita . Incentivi per le aziende, disciplina dell’agricoltura amatoriale, apertura all’imprenditorialità del turismo, il parco dell’Arno e quello artistico ambientale di Poggio Valicaia, tutte direttrici di sviluppo metropolitano. Signorini invece avrebbe desiderato più coraggio sulla scelta di un campeggio nell’alta collina, che sarebbe stato un fondamentale volano per lo sviluppo economico turistico.

LUIGI BALDINI (UDC) - Secondo il consigliere dell’Unione democratica di centro l’attività agricola di per sé è già tutela del paesaggio. La riduzione delle norme di rigidità sulla superficie delle serre e sulla durata temporale di utilizzo sono apprezzabili. Ma rimangono limiti sensibili e non si comprende perché siano considerate invasive per il paesaggio. Anche le norme sugli edifici e le recinzioni sono ritenute da Baldini eccessivamente restrittive. Mentre apprezza molto la scelta del bypass di San Vincenzo a Torri, come condivide quella dell’Amministrazione di passare al Piano Strutturale quelle osservazioni presentate che avevano come oggetto la richiesta di trasformazione in edificabili di alcune aree. (Cl.Ar.)