PRIMO PIANO
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INVESTIMENTI OLTRE LA CRISI | ||||
A Scandicci le aziende non vanno soltanto in crisi. Accanto alle situazioni preoccupanti dei lavoratori Zanussi e Matec, numerosi imprenditori investono nella nostra città. Al Comune viene chiesta attenzione alle esigenze dei privati per favorire l’occupazione, soprattutto tempi certi nelle pratiche burocratiche; ma chi investe chiede anche una città comoda, ben organizzata, e posti belli dove vivere e lavorare. | ||||
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UNO STUDIO SULLA CRISI | ||||
LUCI ED OMBRE DELLO STATO
DELL’ECONOMIA LOCALE SECONDO UNA RICERCA DELL’ISTITUTO KEITH PAVITT | ||||
In una ricerca del Laboratorio di
Economia dell’Innovazione “Keith Pavitt”, coordinata da Mauro Lombardi,
professore alla facoltà di scienze economiche dell’università di Firenze,
sono tracciati gli effetti che i processi di trasformazione e di crisi in
atto a livello nazionale ed internazionale producono sul tessuto economico
di Scandicci. Emergono una polverizzazione del tessuto
economico-produttivo, probabilmente frutto di ristrutturazione delle
aziende di maggiore dimensione, ed una tendenza alla polarizzazione
dimensionale. I servizi alla persona mostrano un profilo crescente, la
capacità ricettiva è stabile. La peculiare evoluzione del tessuto
economico di rafforza la tesi che sia in atto un parziale processo di
ridislocazione su scala locale di alcune attività terziarie di
apprezzabile livello qualitativo. L’ analisi dei dati censuari (1991-2001)
evidenzia una configurazione in consolidamento dopo decenni di impetuoso
dinamismo. Al tempo stesso emergono segnali di un processo di
ridislocazione nell’area di funzioni terziarie interessanti sia per il
livello qualitativo delle attività, sia per la scala di esercizio
(provinciale e regionale). La rilevazione diretta (24 su 38 imprese
medio-grandi), l’indagine rapida (metodo CATI, campione casuale di 100
micro-imprese) e l’ analisi economico-finanziaria hanno evidenziato
tensioni crescenti, che stanno mettendo in discussione l’operatività di un
nucleo rilevante di unità produttive. Non va peraltro trascurato che un
sotto-insieme delle entità medio-grandi sembra in grado di reagire in modo
abbastanza significativo. Il fatto è che molte componenti dell’apparato
produttivo locale mostrano indicatori tipici di una certa staticità. Ciò
genera elementi di preoccupazione, nella misura in cui la dinamica
competitiva, in atto a livello internazionale, e lo shift strutturale, che
tende sempre più ad imporsi in quasi tutte le economie, ampliano le
possibilità per gli operatori ma al tempo stesso moltiplicano i potenziali
pericoli, soprattutto in assenza di strategie imprenditoriali
anticipatrici. In altri termini, l’evoluzione complessiva delle economie
apre nuovi spazi economico-produttivi. Per cogliere opportunità e creare
nuove dimensioni operative è necessario innalzare e non ridurre il tasso
di elaborazione strategica, sia da parte privata che
pubblica”. | ||||
POST-IT | ||||
LA VARIABILE
TEMPO | ||||
“Bisogna riscoprire la capacità di sognare”, ci ha detto un imprenditore che di recente ha salito le scale del comune di Scandicci per incontrare il sindaco. Vorrebbe aprire un’attività qui,” perché la logistica della zona è davvero interessante”. E poi, dice, “perché ho una bella idea, nuova ed appassionante. Ma, come qui accanto il signor Giotti, anche lui dice: “quanta burocrazia, e che lentezza signor sindaco!” Potrebbe sembrare il solito ritornello, un po’ qualunquista e lamentoso, di chi invoca la deregulation: ma non è così. Semplicemente, dicono parecchi imprenditori, “non si incentiva ad investire se non si semplificano le procedure e, soprattutto, non le si rendono chiare, precise: e rapide”. Fare presto e fare bene è un refraine che il sindaco, da quando si è insediato, ripete come un mantra in ogni occasione: lo ha fatto di recente nel corso delle riunioni della giunta; lo ha ripetuto, e lo ripete ad ogni occasione e con forza ai propri dirigenti. Lo ha detto al presidente della Regione Claudio Martini, quando è venuto qui insieme ad Ambrogio Brenna e Gianfranco Simoncini per incontrare i sindacati ed i lavoratori della Electrolux e della Matec. Ed il presidente, anche lui, lo ha ripetuto: “fare bene e farlo presto, perché quel che serve fare oggi, non è detto serva farlo domani”. Il tempo non è, infatti, una variabile indipendente. La lentezza è un costo sia privato che sociale. Per coloro che devono ricevere le autorizzazioni ad aprire le proprie attività; e per lo stesso comune che frena la propria capacità di realizzare opere pubbliche e tiene perciò immobilizzate risorse per l’innivazione e la modernizzazione del territorio. Ma la rapidità o è di tutti o, se di un solo soggetto, serve a poco. Fare sistema e semplificare. Fare sistema e sveltire. Fare bene e farlo presto. Perché il tempo, a volte, non è una risorsa infinita. [Claudio Armini] | ||||