Cultura 1
"Strano chi legge"
Una ricerca compiuta su 300 giovani studenti conferma la tendenza nazionale: per il 75% la lettura è una imposizione noiosa, per il 70% una pratica che allontana dall’essere normale — Per il 25% leggere fa bene ed è utile — Piacciono Frusciante e Benni ma Dante e Manzoni sono odiose imposizioni.

L'Istituzione Servizi Culturali del Comune di Scandicci e la Biblioteca Civica A. Martini — in collaborazione con scuole superiori del territorio (Liceo “Russell-Newton”, Professionale “Sassetti-Peruzzi”, Artistico “L.B. Alberti” e Tecnico Meucci di Firenze), hanno presentato i risultati di uno studio sul rapporto dei giovani con la lettura. La ricerca, affidata alla società Idest di Campi — editrice di Liber, una delle più quotate riviste di letteratura giovanile — si è svolta ponendo a 300 ragazzi di 14 classi delle varie scuole domande sul loro rapporto con la lettura, il piacere di leggere, i generi preferiti, i personaggi nei quali meglio si identificherebbero.
Da una prima analisi è emerso che per il 75% degli intervistati — specialmente se maschi, di bassa estrazione sociale — la lettura non è un’attività scelta liberamente come piacevole passatempo, ma è vissuta come un fatto imposto e richiesto dalla scuola. Per il 70% il lettore è una figura non propriamente positiva: chi ama leggere è un ragazzo o una ragazza che si discosta dalla “normalità”, preferendo un'attività solitaria come la lettura alle uscite con gli amici, allo stare in compagnia, all'andare fuori in motorino, al giocare o al dedicarsi ad altre attività più rilassanti e meno faticose. Per il 25%, “anche se più per luogo comune che forse per vera convinzione” come sostengono i ricercatori, la lettura serva per ampliare le proprie conoscenze, per allargare gli orizzonti, per scrivere meglio, per essere acculturati. Forte la critica verso le modalità coercitive con cui la lettura viene loro proposta. In particolare non piacciono i titoli suggeriti o imposti, spesso distanti dal linguaggio corrente e dalle problematiche adolescenziali.
Emerge infatti che i ragazzi leggerebbero volentieri libri capaci di affrontare e parlare di problemi più semplici e quotidiani: i rapporti di amicizia, gli amori, l’approccio al sesso, il mondo della droga, il “disagio” giovanile. Fra i libri più apprezzati abbiamo “Jack frusciante è uscito dal gruppo" di Enrico Brizzi, giudicato in grado di rispondere alle aspettative giovanili verso la lettura. Sono piaciuti inoltre i libri di Stefano Benni, dal linguaggio chiaro e attuale, come Bar sport, e alcuni horror di Stephen King. Contrapposti, come esempi di lettura obbligata, lontana e fatta controvoglia i Promessi Sposi e la Divina Commedia, considerati fuori luogo, fuori tempo e fuori moda. I generi preferiti: per i maschi giallo, horror, fantasy e comico; per le femmine il romantico sentimentale.
Ora la ricerca servirà da orientamento per le politiche della Biblioteca già orientata ad aprire una “sezione giovani” e a definire un progetto per la promozione di nuove letture attraverso incontri con autori, eventi e spettacoli. Biblioteca che sino alla fine di luglio ha iniziato in via sperimentale l’orario notturno, dalle ore 21 alle 23.30, dal lunedì al giovedì compreso.
Cl.Ar.C.
Cultura 2
Istituzione un anno positivo
Crescono pubblico ed interesse attorno alla sua attività.
Ma per il centro destra il Teatro Studio costa troppo, è elitario e non promuove le compagnie locali.
Si è chiusa la stagione 1999-2000 e puntuali sono arrivati i bilanci che dicono come sia cresciuta, nei numeri e nella qualità, la proposta culturale e di spettacolo organizzata da Scandicci Cultura. 153 gli interventi programmati, 18.067 il numero degli spettatori, con una media di 118 presenti per ogni appuntamento. 7.735 le persone che hanno assistito alle 83 serate di prosa, 2.954 quelle ai 15 appuntamenti con la musica, 3.120 i partecipanti ai 16 incontri, 1.058 i piccoli spettatori che hanno seguito le attività per le scuole della compagnia Piccoli Principi. Per il teatro, dopo la bella apertura di stagione in Piazza Togliatti con il Qujiote del Teatro Nucleo che ha incantato oltre 600 persone, campione al botteghino è stato Il Guardiano, messo in scena da Krypton, che ha realizzato nelle 20 serate di replica 13 milioni di incasso e 1.747 spettatori.

Sergio Staino
Presidente della Istituzione Scandicci Cultura
Per la musica le perle di stagione sono state il concerto di Masada, oltre 28 milioni di incasso per 923 spettatori e quello di Archie Shepp con quasi 11 milioni di biglietti venduti per 500 presenze.
Importante il riconoscimento di “ambasciatore della cultura” che il Sindaco ha rilasciato a quello che è ritenuto non solo un grande musicista ma uno dei massimi intellettuali afroamericani. Notevole il successo registrato dall’ incontro con Roberto Vecchioni, 1000 studenti delle scuole superiori stipati nel Teatro Aurora, e dalla serata inaugurale di Casa 2002, oltre 700 persone che hanno varcato la porta del Teatro Studio allestito con gli interventi dei giovani artisti ed animato dalle loro performances. Un pubblico entusiasta ha assistito anche agli incontri di Giovanni Lindo Ferretti (670 spettatori) ed Enrico Brizzi, entrambi personaggi molto amati dal pubblico giovanile. Positivo, per l’Assessore alla cultura, anche il secondo ciclo delle Conversazioni Musicali, organizzato dagli Amici del Teatro del Maggio. Dice Simone Gheri, che della promozione della musica colta ha fatto uno dei punti di qualità del suo programma: “stiamo consolidando ed incrementando quel pubblico della classica che è rimasto anche molto soddisfatto della serie di concerti promossi dagli Amici della Musica di Scandicci e dal Centro Vito Frazzi”. Nella relazione finale, firmata da Stefano De Martin — direttore dell’Istituzione — non manca poi una valutazione più “politica”: di come, durante quest’ultimo anno, si siano rafforzati il ruolo ed il peso specifico dell’Istituzione nel contesto culturale fiorentino e metropolitano. Ma è proprio davanti a queste scelte e relative cifre che l’opposizione di centrodestra ripropone con decisione le proprie critiche.
Per Giovanni Bellosi, consigliere di Alleanza Nazionale, non solo il Teatro Studio costa troppo — complessivamente 500 milioni all’anno — ma le scelta di rapporti privilegiati con le compagnie Krypton e Piccoli Principi e quelle di una programmazione eccessivamente elitaria, escludendo dal cartellone proposte più tradizionali e limitando l’accesso ad un pubblico più popolare, incassa poco e non accontenta un pubblico più locale.
Questa posizione, espressa anche in una mozione discussa e respinta a maggioranza dal Consiglio Comunale, ha ricevuto in quella circostanza la ferma replica di Olmo Gazzarri, presidente DS della Commissione Cultura. Che, citando ad esempio il lavoro condotto dall’Istituzione verso la scuola ed il mondo giovanile, ha contestato l’accusa di sottovalutazione della dimensione locale e della formazione di un pubblico più ampio e preparato.
Resta indubbiamente aperto il problema della scarsa capienza del teatro: alcuni interventi di ristrutturazione, già previsti, dovranno comunque aumentarne il numero di posti.