IL SENSO DELLA CULTURA
Ginevra Di Marco in concerto al Pomario del Castello dell’Acciaiololo scorso 20 giugno (Foto di Sara Carnati)

In un anno 25.544 spettatori, a teatro e ai concerti, 61 mila prestiti in biblioteca, 269 allievi alla scuola di musica. Sono i numeri delle attività dell’istituzione Scandicci Cultura, relativi all’anno scorso, contenuti nella relazione al bilancio consuntivo 2006 approvato dal Consiglio comunale a fi ne giugno. A partire dai dati contenuti nel documento rendiamo conto delle offerte e degli investimenti dell’Istituzione, che hanno un costo annuo per cittadino di 30,6 euro, e discutiamo con il Presidente di Scandicci Cultura Aldo Frangioni di quello che è il ruolo di Scandicci negli ambiti metropolitano, regionale, nazionale, di quelle che sono le prospettive e di quali criticità vanno affrontate

Dodici mesi, tra il 2005 e il 2006, e il numero di spettatori a teatro e ai concerti di Scandicci Cultura è aumentato di 4161 unità, passando da 21.383 a 25.544; nel frattempo in biblioteca è stata superata la soglia di 61 mila prestiti, sono stati raggiunti i 970 iscritti al concorso “per giovani lettori” Libernauta, ogni mese si sono contati circa mille accessi a internet; alla scuola di musica gli allievi sono stati 269. Nella relazione al bilancio consuntivo 2006 di Scandicci Cultura, presentato in Consiglio comunale dal Presidente Aldo Frangioni e approvato con i voti favorevoli della maggioranza di centrosinistra, l’astensione del Prc, i voti contrari di Fi e An, l’istituzione culturale ha reso conto degli investimenti, delle spese e delle offerte per un’attività che nel 2006 ha avuto un costo di 1.493.203 euro, in media 30,2 euro annui a cittadino, e un utile di esercizio di 41.870 euro. Sempre per quanto riguarda i conti, è stato evidenziato come le entrate proprie di Scandicci Cultura siano più che raddoppiate in quattro anni, con i 267.119 euro del 2006 rispetto ai 132.920 euro del 2002, e al tempo stesso i trasferimenti dall’Amministrazione comunale siano diminuiti dall’84% al 68% nello stesso periodo. “Questi dati – dice Aldo Frangioni – si spiegano soprattutto con l’attività continua di contatti con privati, che sponsorizzano le nostre offerte”. Nel confronto tra i dati del 2005 e quelli del 2006 è evidente l’alleggerimento delle attività al Teatro Studio, con un investimento in qualità: nel 2006 c’è stata la stagione dedicata ai cento anni di Samuel Beckett con la direzione artistica di Giancarlo Cauteruccio, con offerte internazionali e riconoscimenti da tutta Italia, inoltre è stato organizzato Zoom festival, dedicato alle nuove esperienze teatrali italiane, organizzato dalle due giovanissime compagnie locali Teatro dell’Esausto e Gogmagog: la riduzione di repliche al Teatro Studio ha coinciso con il decollo della rassegna Auroradisera al teatro Aurora, dell’offerta estiva con i concerti e gli spettacoli teatrali di Opencity nelle piazze Matteotti e Togliatti, al castello dell’Acciaiolo e in via Pascoli.


Recital di Giuliana Lojodice al Pomario del Castello dell’Acciaiolo (Foto di Sara Carnati)

Lo scorso anno gli spettacoli al Teatro Studio hanno contato 81 repliche e 6571 spettatori (97 repliche e 8380 spettatori nel 2005), sempre al Teatro Studio gli spettacoli musicali hanno avuto 21 repliche per 2491 spettatori (24 repliche e 3163 l’anno prima), gli spettacoli di Auroradisera 2304 spettatori in 4 serate (935 su 6 nel 2005), 3 spettacoli musicali all’Aurora per 1615 spettatori (3 per 1895 l’anno precedente); 1900 sono state le persone ai concerti al Palazzetto dello sport, contro le 700 del 2005. La crescita dell’offerta estiva di Scandicci Estate Opencity si riassume in pochi dati: 40 repliche teatrali con 5995 spettatori contro le 15 con 2380 dell’anno precedente, 37 spettacoli musicali con un pubblico di 4740 persone contro i 22 per 3939 spettatori nel 2005; in totale gli appuntamenti e le repliche lo scorso anno sono state 186, due anni fa 167. Per quanto riguarda la biblioteca, si legge nella relazione al bilancio consuntivo, “nonostante le note diffi coltà dovute alla struttura e alla carenza di personale, ha rafforzato l’offerta dei propri servizi; il servizio mediateca ha risposto pienamente alle attese, attirando persone che mai avevano frequentato la biblioteca e determinando un incremento del numero complessivo dei prestiti portandolo alla ragguardevole cifra di 61.000; contemporaneamente anche il numero degli utenti che usufruiscono del servizio di accesso a internet ha registrato un notevole incremento fi no ad attestarsi su una media di circa 1000 accessi al mese”. Il 30 percento dei prestiti della biblioteca civica Augusto Martini sono audiovideo del fondo Panci. Per le attività musicali, che hanno la direzione artistica di Volfango Dami, da segnalare la produzione “Le note che vengono dall’inferno, Terezin ‘44” andato in scena il 27 gennaio nella Giornata della Memoria, in ricordo della Shoà, e la riproduzione in forma scenica alla Pergola e all’Aurora dell’opera di Krasa “Brundibar”. “La scuola di musica – è scritto nella relazione - ha confermato anche nel 2006 il trend di crescita già registrato negli anni precedenti”; la scuola, inoltre “sta sviluppando in modo decisivo le proprie potenzialità complementari rispetto all’attività didattica: essa si qualifi ca infatti anche per la presenza delle sale prova perfettamente attrezzate, per le produzioni discografi che, per la presenza dello studio di registrazione digitale e, di recente, anche per la capacità di realizzare piccole produzioni a stampa di supporti audio e video”. [Matteo Gucci]

LA CITTÀ COME PALCOSCENICO
A COLLOQUIO CON IL PRESIDENTE ALDO FRANGIONI
“Se dovessimo stare soltanto ai conti ed ai bilanci non potremmo che dirci soddisfatti. Molto soddisfatti”. Ma Aldo Frangioni, presidente di Scandicci Cultura, non si accontenta. Perché, dice, non possiamo restare fermi, non possiamo sederci sugli allori. Infatti niente più della cultura e dell’arte è, per natura propria, fl uida, in movimento. E, oggi forse più di sempre, anticipatrici del cambiamento. Non sottovaluta certo i risultati raggiunti: più pubblico, più proposte, più risorse arrivate dai privati, più qualità e per Scandicci un ruolo sempre più “pesante” nel panorama locale e nazionale. Eppure per Frangioni si deve andare oltre. “Il nostro orizzonte da traguardare è la cultura del presente. Le nuove generazioni di artisti. I nuovi linguaggi. Le nuove tecnologie.” Perché tutto si mescola sempre più. Teatro, arti visive, testo ed immagini. I suoni e le parole. I confi ni di genere sfumano. Le specifi cità svaniscono. Allora una politica per la cultura e per l’arte in una città aperta non può che essere “liquida”. Per esempio, anche la separatezza e la rigidità dei luoghi non ha più senso. Il teatro, la piazza, il giardino, il castello, l’auditorium o il parco: sono tutti spazi capaci di ospitare ed esprimere arte e cultura. Perché il vero palcoscenico, oggi, è la città. E gli spettatoriattori sono chi la abita e la vive in ogni momento del giorno ed della notte. Per Frangioni la città è un corpo vivo da nutrire e del quale prendersi cura. Un luogo dove la cultura e l’arte contaminano anche la politica per la civitas. Perché anche l’urbanistica o l’architettura, la pianifi cazione delle funzioni, la qualità degli edifi ci e la loro funzionalità, come si studia in una scuola o si lavora in un’impresa, come si organizza una biblioteca sono fatti di cultura.“Di fondo è una impostazione che Scandicci ha da anni. E che gli ha permesso di costruirsi una propria fi sionomia riconoscibile a tutti”. Anche per questo, dice Frangioni, ci è stato riconosciuto un ruolo peculiare dentro la riorganizzazione della rete teatrale toscana: essere proprio quel posto dove trovano voce ed espressione le nuove generazioni ed i nuovi linguaggi. Che, ripete, descrivere solo come teatro è riduttivo. Anzi sbagliato. Quel posto, da tutti conosciuto come Teatro Studio (già la scelta del nome operata oltre 15 anni fa la dice lunga sulla coerenza e la visione di prospettiva), è comunque lo spazio fi sico della regia e della sintesi della politica culturale. Il centro di un triangolo che oggi ha vertici consolidati nel Parco di Poggio Valicaia, al Castello dell’Acciaiolo, in piazza Matteotti. Il luogo dove vengono messe a nudo anche le criticità. Per poi provare a risolverle. Frangioni non si sottrae quindi a parlarne.La prima, una delle sue –e non solo sue preoccupazioni più pressanti: la nuova biblioteca. Perché il progetto è ambizioso e complesso. Perché le risorse necessarie per portarlo a compimento sono ancora non completamente disponibili. E la gestione, anche dal punto di vista del personale indispensabile a farla funzionare al meglio, sarà impegnativa ed onerosa. A preoccupare sono anche i tempi dei lavori, che per problemi legati ai ritardi accumulati dalle imprese, si sono allungati e ancora rendono incerta la data del trasferimento dal vecchio al nuovo edifi cio ed il trasloco dell’ingente patrimonio. Entro il 2008, la previsione. Ma non è detto. Con un altro problema da risolvere contestualmente: cosa farne del vecchio municipio.La seconda, la musica: perché, –dice Frangioni- non abbiamo strutture e risorse adatte per ospitare grandi concerti. Non abbiamo un progetto forte e competitivo che possa emergere nella più ampia ed articolata proposta fi orentina. Abbiamo una scuola che funziona. Ma qui la musica è più un servizio che una politica culturale che lascia il segno. La terza, e qui entra in gioco anche un problema di coordinamento di area metropolitana, è la programmazione estiva. Forse, sostiene il presidente di Scandicci Cultura, è arrivato anche il momento di ripensare un modulo –bar, spettacolini e via dicendo- che sta dando segnali di logoramento. E’ giusto vivere le città di notte e che le città di notte siano vive. Ma la proposta culturale, in questo modello, è molto appiattita ed indifferenziata: salvo i grandi eventi, soprattutto un pretesto che, nel migliore dei casi, affoga nel brusio delle conversazioni e nei fi umi di birra e cocktail. “Comunque Open City, l’estate di Scandicci, è un successo: ma anche qui, con il programma del Castello, cerchiamo di proporre scelte di qualità. Di distinguerci. Di apporre il nostro marchio di garanzia”. La città risponde e gradisce. In certi casi protesta per il rumore che entra dalle fi nestre. Finita la stagione, quando si ritornerà nel chiuso, il problema sarà risolto.
[Claudio Armini]


Il Parco di Poggio Valicaia, installazione di Maria Dompé del settembre 2003 - A destra: ii Pomario del Castello dell’Acciaiolo