Carta d'Identità
Il Rapporto Annuale sullo sviluppo socioeconomico locale e sulla popolazione dice che cresce il numero delle imprese e degli occupati, ma che soprattutto emerge un dinamismo fatto di qualità più che di quantità. Non è quindi, questo, una sorta di nuovo boom, ma l'assestarsi verso l'alto di una città che solo cinquant'anni fa era un piccolo paese di 15 mila abitanti ed oggi rappresenta invece una delle realtà economiche e culturali più vivaci dell'area fiorentina e registra punti di eccellenza anche nel panorama regionale e nazionale.
Anche se i numeri non sono certamente tutto, qualcosa comunque vogliono pur dire. Cominciamo così da quelli.
Nel 1951 Scandicci contava 15.136 abitanti, il minimo storico registrato nella seconda metà del secolo scorso. Da quell'anno è iniziata una progressione lenta che ha portato nel 1962 a quota 19.000. Poi il boom con una popolazione che nel '72 tocca le 50 mila unità. Da qui riparte un'altra progressione che fa raggiungere nel 1988 la punta massima di 54.656 residenti.
Oggi, attestati a quota 50.000 abitanti, gli spostamenti della popolazione sono minimi e, dopo 12 anni, è stato registrata nel 2000 una frenata del saldo negativo nel movimento: nel 1989 il calo medio dei residenti fu di 347 unità, mentre nel 2000 il dato si è assestato su un saldo prossimo allo zero (-71). Inoltre, sempre dopo 12 anni, è stato registrato un saldo migratorio positivo di + 18.
Elementi questi che potrebbero indicare l’inizio di una controtendenza sostenuta anche dalle scelte dell'Amministrazione in materia di edilizia abitativa, quali i nuovi Peep a Badia a Settimo, Cerbaia e San Michele.
Se così sarà Scandicci si confermerebbe quindi per numero di abitanti, dopo Viareggio, quale secondo Comune non capoluogo di provincia. della Toscana.
Il dato qualitativo però è nella composizione della popolazione. Per esempio la presenza degli anziani oltre i 60 anni, che sono ben il 28,3%. E tra questi gli ultrasettantacinquenni sono l’8,6%. Se la fascia di età tra i 60 ed i 74 anni è cresciuta negli ultimi cinque anni del 2,5% e quelle oltre i 75 anni dell'1,5%, un incremento dell'1% va segnalato anche per la popolazione compresa tra 0 e 14 anni. Ed a proposito di questo dato, contenuto come gli altri in “Società Economia Monitor 2000”, Primo Rapporto Annuale sullo sviluppo socioeconomico e demografico di Scandicci, Marcello Dugini, assessore allo sviluppo economico ci tiene a sottolineare come "la conoscenza di questo quadro qualitativo abbia orientato l'Amministrazione nel compiere importanti scelte di rafforzamento delle politiche di assistenza agli anziani, come la decisione di avere qui una RSA i cui cantieri apriranno entro questa estate, e quelle per la prima infanzia con il potenziamento dei servizi di nido e materne con i recenti interventi a Badia a Settimo e San Giusto.".
Significativi anche i dati sull'economia che fanno dire all'assessore quanto "Scandicci non solo sia completamente inserita in un sistema ma abbia la piena consapevolezza di recitare un ruolo importante nell’area fiorentina e nella Toscana centrale."
Alla fine del 2000 sono state censite 3878 imprese. Nell'anno precedente erano 3817. Un ulteriore incremento è prevedibile entro la fine dell’anno con 300 imprese che si insedieranno nella zona industriale. A questi numeri vanno sommati quelli delle unità locali che passano dalle 4530 del 1999 alle 4638 del 2000, con un numero di addetti che subisce un incremento da 12466 a 13326 a fine 2000. Un elemento caratterizzante della dimensione delle aziende è che il 49,5% di queste hanno un numero di addetti non superiore alle cinque unità. Forte la presenza del settore manifatturiero: 969 imprese, il 24,98% del totale, con 1140 unità locali (24,57%) e 7524 addetti (56,46%). Le imprese legate al commercio, 1081, rappresentano il 27,87% del totale con il 17% di addetti, mentre rilevante risulta il settore delle costruzioni composto di 611 imprese pari al 15,75% del totale con l’8% circa di addetti. Ma Scandicci si caratterizza soprattutto per ospitare importanti e numerose aziende della pelletteria di lusso e della meccanica. Quest’ultimo settore ha acquisito via via una forte connotazione innovativa. Nelle attività manifatturiere questo comparto conta il 6% delle imprese e il 19% degli addetti, ed esprime un’elevata qualità tecnologica e di prodotto, tanto che Savio Matec risulta attualmente l’azienda leader nel mondo per la produzione di macchine per il settore della calza.
Più ampio e articolato è sicuramente il settore della lavorazione della pelle e della produzione di accessori di lusso. Questo segmento pesa, sia per produzione che per addetti, per quasi il 27% su quello che il Sindaco Giovanni Doddoli ha detto "potremmo impropriamente definire il PIL locale".
Storicamente radicato in questo territorio, sta ormai raggiungendo livelli di eccellenza con le presenze di aziende leader come Gucci, The Bridge, Gherardini alle quali presto si aggiungerà uno stabilimento di Prada.
Attorno a queste griffe l’esternalizzazione di alcune parti dell’assemblaggio dei prodotti ha dato vita, nel corso degli anni, ad una notevole crescita di piccole aziende che raggiungono ormai le diverse centinaia. Scandicci si colloca così in un punto centrale e strategico dentro quell'area delle lavorazioni delle pelli e della creazione di accessori di lusso che da Santa Croce sull'Arno arriva fino a Pontassieve e risale il corso del fiume fino a Figline. "Se non un distretto," ha sostenuto ancora il Sindaco, "certo un sistema" dentro al quale a Scandicci, con i 1500 miliardi di Gucci ed i 1000 miliardi delle altre imprese, si realizza il 50% del fatturato nazionale del settore. Tutta questa ricchezza è comunque anche il frutto di politiche mirate e condizioni particolari. La formazione professionale, con la presenza del Centro di Formazione di San Colombano e, a breve, la costituzione dell’Associazione dell’Acciaiolo che si occupa in primo luogo della formazione per il settore della pelletteria.
La flessibilità e la duttilità delle risorse umane che, con un forte spirito di adattamento, hanno saputo rendere veramente competitivo il settore.
Un buon rapporto con l' Amministrazione che, come ha sostenuto l'assessore Dugini" non solo si prefigge di sostenere le imprese con politiche di valorizzazione esterna del proprio sistema territoriale, ma anche con politiche mirate alla creazione di servizi come la prossima istituzione dello Sportello Europeo per informare e avviare sulle pratiche per la presentazione di nuovi progetti utilizzando i Fondi Comunitari". Infine, come riconosciuto da recenti studi, un sistema di imprese concentrate su un territorio consente di migliorare l’attrattività dello stesso per dei potenziali investitori.

Il turismo, per altro, rappresenta per Scandicci una sorta di nuova frontiera, una scommessa che l'Amministrazione vuole provare a vincere. Ancora i numeri sono modesti: soltanto 392 i posti letto nel 2000, ma per il futuro quello delle ricezione alberghiera è un settore sul quale il Comune intende puntare. Il patrimonio ambientale e naturale delle colline da una parte e le nuove infrastrutture dall'altra -tranvia, autostrada e parcheggio scambiatore- indicano già una possibile strada da seguire. Puntare sull'agriturismo e sul bed and breakfast e, dentro il nuovo piano regolatore, prevedere aree da mettere a disposizione per la costruzione di un paio di nuovi alberghi cittadini, e di un campeggio. Intanto qualcosa già si sta muovendo. In via di apertura un nuovo albergo a quattro stelle, un agriturismo ed un b&b che faranno arrivare a 467 (+ 81) il totale posti letto disponibili.

Il commercio.
I dati, nonostante i timori di effetti negativi che potevano essere causati dagli insediamenti della grande distribuzione, per l'Amministrazione Comunale risultano invece confortanti. Sono stati contati 633 negozi di vicinato e 117 locali di pubblico servizio. "La scelta di politiche locali", ha detto Dugini, "basate sulla collaborazione sensibile tra Amministrazione e categorie del commercio restituisce a tutti, seppur nella diversità delle letture dei fenomeni e delle preoccupazioni, un clima di sereno e positivo confronto." Registrato con entusiasmo anche l'assestamento in alto di ScandicciImpresa e della Vetrina Antiquaria; e citato il rispetto di impegni presi per riqualificare alcuni spazi strategici del centro ottocentesco, ieri Piazza Piave e domani Piazza Matteotti. "Ma saranno il nuovo Piano Regolatore", ha concluso l'assessore, " il grande intervento per il nuovo centro cittadino, la realizzazione della tranvia ed il riassetto complessivo che ruoterà attorno alla terza corsia autostradale ed al parcheggio scambiatore a dare a tutti noi, soggetti pubblici e privati, la chance irripetibile per un salto ulteriore di qualità". (Cl.Ar.)


Il punto con Mauro Grassi, economista

Fare
di più e meglio

Quello di mettere a punto un sistema di monitoraggio socio economico è, per Mauro Grassi, un intento certamente positivo. Però questa operazione è possibile soltanto se lo sguardo è ad un sistema economico locale, la scala di misura minima per una analisi di questo tipo mai esauribile quindi nella valutazione di singole realtà comunali e territoriali. In una nota di commento al Rapporto Grassi avanza anche una osservazione sulla natura dei dati che spesso, e non certo per colpa dei comuni, sono inficiati dalla scarsa tempestività con cui sono comunicati e quindi analizzati. In sostanza si rischia di leggere la realtà quando questa è già cambiata, quindi in ritardo. Comunque da un punto bisogna pur partire ed in ogni caso l'importante è raffrontare i numeri secondo criteri di omogeneità, pur sapendo di dover scontare la loro non esatta corrispondenza alla realtà attuale. Tre i fenomeni che, secondo Mauro Grassi, sono significativi. Il primo, l'incremento della popolazione anziana. "Non c'è molto da attendere", afferma, "perché dovranno intrecciarsi politiche di tipo nazionale (pensioni, assistenza, etc) con politiche di tipo regionale e locale per raggiungere due obiettivi prioritari: da un lato rimettere in un percorso sostenibile e di lungo periodo il modello di welfare e dall'altro ridare nuova e maggiore serenità alla popolazione anziana che si è sentita sul banco degli accusati solo per il fatto di esistere e di crescere di peso nella società".
Quello dell' "invecchiamento della società" non è comunque un destino irreversibile. Anche se la Toscana, nel quadro delle regioni europee, sta al livello più basso di natalità, la politica può intervenire per invertire la tendenza. Dice Grassi: "molte regioni del nord Europa e della Francia in seguito a serie politiche di immigrazione e di sostegno alla famiglia stanno recuperando tassi di natalità normali. Seconda osservazione avanzata da Grassi, quella sull'economia. Intanto la lettura dell'indice di natalità delle imprese, "un dato muto", come lo definisce, "perché non è in grado di dirci dei fenomeni nuovi che accompagnano l'attuale fase di crescita". In sostanza, numeri senza qualità che non descrivono i processi in atto e non dicono "se si stanno realizzando fenomeni di rafforzamento dimensionale (fusioni, messa in rete) o se la struttura dell'industria rimane tutto sommato abbastanza immobile nella sua organizzazione territoriale. Poi l'interrogativo su cosa stia realmente avvenendo nei settori più innovativi, se davvero nascono nuove imprese e nuovi imprenditori e quanto Scandicci partecipi alla tendenza della net e new economy dentro quell'area che è stata suggestivamente battezzata Arno Valley.
Infine ancora un altro interrogativo sulle modificazione in corso nel settore del commercio al dettaglio a seguito dell'ingresso e del rafforzamento nell'area fiorentina di importanti gruppi di grande distribuzione.
Ultima annotazione di Grassi dedicata al mercato del lavoro ed alla disoccupazione. "In tutta la Toscana" , dice, " in seguito alla crescita economica e ad una maggiore flessibilità del mercato del lavoro sta crescendo una occupazione soprattutto atipica e la disoccupazione è in calo". Crescono le occasioni di lavoro, insomma, e anche se non si trasformano in posti di lavoro strutturati , per i giovani aumenta comunque l'opportunità di entrare nel mercato. Da questo punto di vista, sostiene Grassi, "l'aumento degli iscritti alle liste di collocamento che è stato rilevato per l'area di Scandicci non deve essere visto come un dato contraddittorio perché quando l'economia cresce aumenta il movimento di chi si iscrive per trovare un lavoro".
Piuttosto, sostiene Grassi, il problema vero è proprio come è organizzato il sistema pubblico del collocamento che "finché sarà lo strumento per certificare una situazione e non invece un mezzo reale per governare la mobilità del mercato, non solo i suoi dati saranno ambigui, ma anche la funzione di questo sistema vivrà della sua stessa ambiguità". (Cl.Ar.)