Articolo Uno
“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Così recita il primo articolo della Costituzione. E sul lavoro sembra fondarsi anche Scandicci. Questo dicono i dati del secondo semestre 2001 dell’Osservatorio socio economico locale. Ed il raffronto con i numeri degli ultimi anni lo conferma: questo è un territorio sempre più dinamico, competitivo, un sistema che produce benessere e ricchezza diffusa, una comunità che vede salire gli standard di qualità del vivere collettivo, un sistema economico capace di competere ed affermarsi.
Alla fine del 2001 sono 452 le ditte in più a Scan-dicci rispetto allo stesso periodo del 1995, ovvero 3.493 allora e 3.945 adesso. Gli occupati totali salgono dai 13.463 di sette anni fa ai 15.287 dello scorso dicembre, con un incremento netto di 1.824 posti di lavoro. In crescita anche le “unità locali”, ovvero i luoghi fisici dove si produce, si vende o si erogano servizi: nel 1995 erano 4.101, nel 2001 4.758. “La crescita è evidente”, spiega l’Assessore allo Sviluppo Economico Marcello Dugini, “l’economia cittadina si basa principalmente sulla pelletteria (qui si produce il 50 percento del fatturato nazionale del settore, ndr), ma nel nostro territorio le produzioni manifatturiere sono sempre più variegate.
Scandicci suscita l’interesse degli imprenditori dell’abbigliamento, sempre nel campo della moda, ma acquistano maggiore importanza anche settori quali la meccanica o la farmaceutica. E’ un fenomeno che valutiamo positivamente”. Segnali di un’economia vitale, ma in tutto questo assume un’importanza primaria il ruolo dell’Amministrazione Comunale. “Il nostro compito è quello di dialogare e di interloquire con gli imprenditori – prosegue Dugini – restituire a tutti i cittadini, e quindi anche agli investitori e ai consumatori, buone infrastrutture. L’obiettivo è quello di realizzare una città che funzioni sempre meglio”. Per dinamiche che nel corso dei decenni hanno seguito un proprio corso, autonomo e al tempo stesso guidato da un’intera comunità, la maggiore ricchezza che gli investitori possono trovare a Scandicci è quella del “saper fare” - traduzione approssimativa dell’anglosassone know-how, che però rende maggior merito ad intere generazioni di operai e artigiani – che via via si consolida sempre più in una vera e propria “tradizione dei saperi”. L’idea la rende bene Daniele Stolzi, segretario della Camera del Lavoro per la zona di Scandicci Le Signe. “Il problema delle aziende della città – spiega – non è quello della libertà di licenziamento: si troverebbero infatti a corto di quella manodopera qualificata, che qui è possibile avere e che è sempre una risorsa preziosissima. Lo sforzo degli imprenditori a Scandicci è invece teso a ‘fidelizzare’ il dipendente, ovvero a legarlo al proprio lavoro, a motivarlo a proseguire il più a lungo possibile il rapporto”.
Nel caso il lavoratore si licenziasse, per passare alla concorrenza o per mettersi in proprio, la ditta subirebbe un pesante danno, sia economico che della qualità dei propri manufatti. “Sono professionalità che non si possono reclutare con le agenzie interinali”, taglia corto Stolzi. Un sistema, quello locale, che somiglia sempre più a quello emiliano di Enzo Ferrari, l’uomo italiano di maggior successo nel mondo che considerava ogni operaio della sua fabbrica “un collaboratore personale”. Del resto non azzardiamo niente a mettere a confronto Maranello e Scandicci: se il cavallino rampante è il marchio di Made in Italy più conosciuto nel mondo, subito a ruota o addirittura a pari merito vengono quello di Gucci che a Casellina ha il suo stabilimento, e quello di Prada, che ne aprirà uno proprio di fronte, al di là dell’Autosole. La qualità delle tante aziende satellite che ruotano attorno alle grandi maison della moda, ma anche ad altri stabilimenti industriali di primaria importanza, è proporzionalmente diretta a quella di questi ultimi.
Importanti scelte politiche, inoltre, come ad esempio quella della “Cittadella delle imprese” che sorgerà in un’area di 18 ettari grazie ad un’intesa tra pubblico e privato, confermano la volontà di rendere questo territorio sempre più ricco. “Sarà un intervento di qualità”, spiega il Vicesindaco e assessore all’Urbanistica Simone Gheri, “abbandoniamo il concetto che le produzioni artigianali e industriali debbano per forza avere per sede i capannoni”. “Il patto con i privati è chiaro” ribadisce il Sindaco Giovanni Doddoli, che spiega come gli edifici che sorgeranno lì, tra la Gucci e The Bridge, tra la Nuova Italia ed il futuro stabilimento di Prada, “dovranno essere progettati e costruiti all’insegna del bello, anche perché i manufatti del lusso devono essere realizzati in ambienti adeguati, con l’attenzione rivolta prima di tutto ai locali e alle condizioni in cui opereranno i lavoratori.
Vi saranno comunque ospitate funzioni differenziate, dal dirigenziale ad aziende che operano nei settori dell’alta tecnologia”. “E’ nella ‘Cittadella delle imprese’ che molto probabilmente troveranno posto anche gli artigiani dell’abbigliamento”, spiega invece Rolando Cammilli, presidente di zona per la Cna.
L’esponente dell’associazione di categoria interviene inoltre sul tema delle opportunità del lavoro, anche per gli stranieri. “Iniziamo a registrare qualche carenza per quel che riguarda la manodopera, specie per il comparto della pelletteria. Parliamo – prosegue – di figure quali i cucitori, mestieri altamente qualificati ma che non godono più del giusto gradimento da parte dei lavoratori italiani. Sono professionalità che al pari delle altre necessitano di adeguata formazione, che potrebbe essere eventualmente incentivata direttamente nei luoghi di lavoro. Un’op-portunità anche per gli stranieri, immigrati in Italia alla ricerca di un lavoro, che certo non sono aiutati a trovare un’occupazione fissa dalle politiche dell’attuale governo. Noi diciamo invece che non è scritto da nessuna parte che a loro debbano essere riservati soltanto i lavori più umili” e, aggiungiamo noi, la loro “fidelizzazione” sul posto di lavoro avrebbe sicuramente ricadute positive per l’integrazione tra le culture ospiti e quelle ospitanti.
A proposito di formazione, Scandicci è già attiva sia per offrirne alle future classi dirigenziali – con i corsi di Progettazione della Moda dell’Università degli Studi di Firenze, attualmente in via Deledda e in futuro a villa Castelpulci – sia per gestire al meglio il passaggio di proprietà del Centro di Formazione di San Colombano, aperto nel 1977 dalla Provincia di Firenze. “L’Amministrazione comunale – spiega a questo proposito Dugini – ha l’obiettivo di non disperdere i saperi e le esperienze che il centro racchiude”. Per riassumere le caratteristiche del “Modello Scan-dicci” il segretario della Camera del Lavoro Daniele Stolzi descrive un territorio “dove i servizi sono sostanzialmente buoni”, dove “la struttura sociale è coesa sebbene non si sia fermata ed emergano i segnali di dinamiche vitali”, dove “complessivamente la realtà è buona anche da un punto di vista culturale”.
“Tutto ciò si traduce in un’economia sana e abbastanza vivace”, prosegue Stolzi, che spiega anche come questo sia fondamentale per poter far fronte ai segnali di preoccupazione, quando ve ne siano, senza dover fare i conti con gli spauracchi della crisi.
“C’è il caso della Matec”, spiega, “ed il settore della pelletteria che registra un rallentamento congiunturale. Ma è il caso di dire che nel nostro contesto i rischi di crisi sono scongiurati”. Nell’economia di Scandicci c’è posto anche per le imprese dei servizi, “necessarie per una città, ma per le quali non si può ancora parlare di una vera e propria specializzazione. Non sono diffusi al momento neppure gli operatori della new economy, al contrario il territorio è fertile per quanto riguarda le aziende dei settori produttivi. La Zanussi ad esempio sta facendo un buon lavoro: dal nostro punto di vista – dice sempre il segretario della Camera del Lavoro – sono apprezzabili i loro investimenti per la sicurezza ambientale, e quindi dei lavoratori”. La sicurezza negli ambienti professionali non suscita preoccupazioni al momento, anche per il tipo di produzioni ospitate nella zona industriale cittadina, “ma dovremo vigilare quando a Scandicci apriranno i cantieri per le grandi opere, pubbliche e private”. E alla Camera del Lavoro tornano ad iscriversi anche i lavoratori più giovani. “Si sta invertendo una tendenza degli ultimi anni – conclude Stolzi – è finito il mito del rapporto diretto tra aziende e dipendenti. Chi torna ad iscriversi ai sindacati tuttavia non lo fa obbligatoriamente per questioni lavorative da risolvere nell’immediato. La ragione sta invece in una nuova consapevolezza dei ruoli che esistono all’interno di un comparto economico, e che a questo sono funzionali. Alla Camera del Lavoro fanno riferimento anche i lavoratori stranieri”. Nuove avanguardie, per nuove ricchezze che sono funzionali ad una città solo se distribuite equamente.

(Matteo Gucci)

POST-IT
...e l'Articolo 18?
Non quello della Costi-tuzione, ma dello Statuto dei lavoratori. Quello che una parte di Confindustria ed il Governo Berlusconi vorrebbero riformare per ottenere la possibilità di licenziare senza giusta causa e non dover quindi reintegrare il lavoratore sulla base della sentenza del giudice. Questo darebbe, dicono i sostenitori della revisione dell’Articolo 18, una maggiore libertà all’impresa, più dinamismo all’economia ed una superiore capacità di competere al sistema produttivo italiano che, dicono, è rigido, ingessato, prigioniero del conservatorismo sindacale e della brutta abitudine alla concertazione che ha dominato sin qui le relazioni tra le organizzazioni degli imprenditori, i governi del centrosinistra e le parti sociali. “Eppure questo piccolo miracolo economico locale che qui viene descritto è figlio anche di quel meccanismo che oggi si vorrebbe, da destra, scardinare”, commenta il Sindaco di Scandicci Giovanni Doddoli. Che è di sinistra ed allo stesso tempo, per la professione svolta prima di fare il primo cittadino, ben conosce i meccanismi economici, i bisogni delle imprese, le dinamiche sociali.
Non sarà un modello esportabile, questo di Scandicci, ma di sicuro è diffuso in molte altre parti della Toscana ed anche in altre regioni italiane che hanno le caratteristiche di essere distretti o sistemi economici locali. Dove emergono, quindi, uno sviluppo ed un dinamismo d’impresa che genera ricchezza, produce benessere collettivo, crea equilibrio ed alza la qualità complessiva del vivere sociale. Conferma ci viene anche dal Rapporto 2002 del Servizio del lavoro della Regione Toscana anticipato lo scorso 15 aprile da Il Sole 24 ore, il quotidiano di Confin-dustria, che segnala una diminuzione del ricorso alle forme occupazionali atipiche, il calo del part time e del tempo determinato, una tendenza a processi di fidelizzazione del rapporto tra lavoratori ed imprese. Il contrario esatto, sembrerebbe, dello scontro sociale e frontale: più nel rispetto dell’Articolo 1 della Costi-tuzione che nella voglia di anestetizzare l’Articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. (Cl.Ar.)


Cresce anche il commercio
Bilancio positivo per il commercio cittadino: lo scorso anno hanno aperto ventuno negozi a fronte di sei cessazioni di licenza. Un saldo positivo di quindici esercizi che tuttavia è minore di quello del 2000, quando a Scandicci le botteghe inaugurate furono diciotto in più di quelle chiuse.
Da registrare è quindi la graduale stabilizzazione del trend di crescita, accompagnata però da una maggiore sicurezza e da nuove garanzie per il tessuto commerciale già esistente. Confrontando i dati relativi al settore del 2000 con quelli del 2001 è infatti evidente come due anni fa aprirono sì quaranta nuovi negozi, ma contemporaneamente ne chiusero ventuno: sintetizzando, nel contesto di allora il commercio viveva sicuramente una fase estremamente positiva, ma sicuramente troppo vivace; ad un re-cord di aperture corrispose un numero di cessazioni che destava qualche preoccupazione.

Marcello Dugini
Ass. Sviluppo Economico
Nel 1999 le cose andavano sicuramente peggio, anche se quello fu l’anno dell’inversione del trend, che da negativo divenne positivo: tre anni orsono il saldo fu di quattro inaugurazioni in più rispetto alle chiusure – nell’ordine 36 e 32 – mentre l’anno prima a Scandicci a dicembre esistevano dodici negozi in meno che a gennaio, con dieci aperture nei dodici mesi contro ventidue cessazioni di licenze. Dal 1998 al 2002 si sono stabilizzati anche i “subingressi”, ovvero i cambi di gestione dei negozi: questi furono diciotto quattro anni fa, venticinque nel 1999, sempre venticinque nel 2000 mentre l’anno scorso soltanto sette.
Nuovi elementi di certezza, base per le politiche dell’Amministrazione Co-munale che per il centro cittadino sta studiando la soluzione del “Centro commerciale naturale”, assieme alle associazioni di categoria: sarà uno strumento che coordinerà i negozi da piazza Matteotti fino all’Acciaiolo, “con un unico direttore commerciale” come spiega l’As-sessore allo Sviluppo Eco-nomico Marcello Dugini (nella foto). Nei piani dell’Amministrazione - anche in vista dell’apertura del centro commerciale di San Lorenzo a Greve - dopo il progetto per piazza Matteotti sarà la volta di un intervento anche per piazza Togliatti. “Registriamo un buon andamento anche negli altri quartieri – conclude Dugini – specialmente per quanto riguarda Casel-lina che è una zona cittadina di passaggio”. (Matteo Gucci)


Prossima fermata il turismo
Crescono i posti letto nelle strutture turistiche cittadine. Il numero complessivo delle disponibilità al 31 dicembre del 2000 era di 503 unità, mentre dodici mesi dopo di 557.
La ricettività a Scandicci aumenta quindi il proprio potenziale di 54 posti, ma quel che più conta è il numero sempre crescente di richieste per agriturismo (tre domande), di appartamenti per case vacanze (una domanda) e di piccoli alberghi (una domanda per la zona di via Pisana). Se gli operatori privati decidono di investire nel nostro territorio, le opportunità del settore turistico interessano anche l’iniziativa professionale, con un paio di richieste per istituire nel nostro comune anche la figura già esistente in altre zone della “Guida ambientale”.
A Scandicci l’esistente conta 2 alberghi quattro stelle per un totale di 139 camere e 344 posti letto, un tre stelle con 26 camere e 44 disponibilità, un albergo ad una stella dove in 24 stanze possono trovare sistemazione 43 persone. Gli affittacamere sono 17 per 48 camere e 78 posti letto, un appartamento per vacanze con 7 camere e 28 disponibilità, mentre tre sono gli agriturismo con cinque appartamenti complessivi dove possono trovare accoglienza venti persone in tutto. In totale 25 strutture per 249 stanze. Si sviluppano così le politiche per il turismo già tracciate nel programma elettorale del Sindaco Giovanni Doddoli del 1999 – vi è previsto anche un campeggio in zona pedecollinare – e per le quali è stata affidata a suo tempo la delega all’Assessore Marcello Dugini.
Sono benaccette le proposte imprenditoriali dei privati; il territorio è strategico, con la sua vicinanza a Firenze e la ricchezza culturale e ambientale delle colline. (Matteo Gucci)

Il BOOM dell'Ufficio Europa
Un servizio anche per chi intenda aprire un’attività imprenditoriale in città. Dalla sua costituzione, il 17 ottobre del 2000, l’Ufficio Europa ha già incontrato oltre cento aziende che si sono rivolte allo sportello al secondo piano del Comune di Scandicci, malgrado un’apertura limitata a due mattine la settimana.
Oltre a queste sono stati più di trenta gli aspiranti imprenditori che hanno usufruito del servizio, alla ricerca di un supporto non solo finanziario ma anche tecnico normativo per sviluppare e concretizzare la propria idea imprenditoriale. Le ditte già esistenti - artigiane e industriali per lo più (oltre il 70% del totale) ma anche commercianti, piccole cooperative, imprese agricole - si sono rivolte all’Ufficio Europa per richiedere informazioni, illustrare progetti di investimento, valutare la convenzione dei diversi incentivi e scegliere poi il finanziamento o il contributo più valido per la propria iniziativa. La struttura è nata da un progetto dei comuni di Scandicci e di Lastra a Signa dove è aperto un altro front office, della Provincia di Firenze, dell’Associazione degli Industriali e della Cassa di Risparmio di Firenze. Il servizio è aperto per offrire consulenze, a seguito dell’individuazione da parte dell’U-nione Europea, nel luglio del 2000, delle nuove aree ammesse ad usufruire dei benefici previsti dai fondi strutturali per il periodo 2000-2006; fra di esse è inclusa anche parte del territorio comunale di Scandicci: oltre un miliardo di Euro– questa la cifra stanziata per la nostra regione – che potranno finanziare progetti di investimento privati e pubblici per rilanciare le zone industriali in riconversione, le zone rurali in declino e le aree urbane in difficoltà. Per rispondere alla crescente richiesta dell’utenza e in concomitanza con l’uscita da parte della Regione Toscana dei principali bandi per la concessione dei contributi sull’obiettivo 2, nel mese di maggio l’Ufficio Europa è aperto tutti i giorni. (M.G.)