Se in Italia cè stato qualcuno che più di altri ha celebrato il centenario della nascita di Samuel Beckett, questo qualcuno siamo stati noi. Laffermazione, di Aldo Frangioni, presidente di Scandicci Cultura, può sembrare magari categorica. Ma è innegabile che Scandicci in questa ricorrenza è stata - sicuramente in Italia, ma forse anche in Europa, ad esclusione di Dublino dove Beckett nacque il 13 aprile del 1906- la città beckettiana per eccellenza. E forse non poteva che essere così. Perchè direttore artistico del teatro cittadino, il Teatro Studio, è Giancarlo Cauteruccio, uno che ha iniziato a confrontarsi con Beckett parecchi anni fa. Se nè innamorato. E non ha più smesso di metterlo in scena. Così dalla mente di Cauteruccio è nato il progetto 1906BECKETT100ANNI2006 che, sera dopo sera, si è svolto dal 12 gennaio al 13 aprile, appunto la data di nascita del commediografo irlandese. Un programma intenso, di alta qualità, sostenuto da una fortissima attenzione da parte della stampa e della critica teatrale nazionale, e segnato da unalta partecipazione di pubblico. Infatti i 20 spettacoli presentati da BeckettCentoanni sono stati seguiti da quasi 3 mila persone.Ma oltre i numeri, che pure contano -ci dice Frangioni- quello che davvero ritengo importante è che, con questa iniziativa su Beckett, Scandicci ed il Teatro Studio hanno guadagnato, nellambito culturale e teatrale nazionale, un prestigio altissimo. Non che prima non ci fosse riconosciuta questa peculiare attenzione a quanto di migliore si agita sulla scena, in termini di autori e compagnie. Ma, tanto per fare un esempio, con il convegno nazionale di studi dedicato a Beckett sono stati aperti canali di collaborazione con il mondo accademico ed universitario italiano (hanno partecipato gli atenei di Firenze, Bari, Bologna, Milano, Napoli, Roma e Torino, n.d.r.) che produrranno effetti positivi anche in futuro. E mi piace ricordare anche la collaborazione con unistituzione culturale di grande prestigio, lIstituto Francese di Firenze, che ci ha permesso di proporre al pubblico En attendant Godot en langue des signes, una straordinaria messa in scena della compagnia La parole aux mains. E, a proposito di università, citiamo anche la fruttuosa collaborazione che Scandicci Cultura ha aperto con il corso di grafica del professor Mario Lovergine che, con la sua classe, ha progettato e realizzato mezzi ed immagine della comunicazione. Unesperienza, questa, non solo didattica ma profondamente culturale. Perché gli studenti hanno vissuto, per realizzare il loro lavoro, in teatro ed il teatro, a stretto contatto con chi quel programma lo stava costruendo: respirando, e contribuendo a creare quella magica atmosfera che si ha solo quando si partecipa alla nascita di qualcosa di importante ed unico. Ma, oltre Beckett, quella che si sta concludendo è stata, per le attività ed i programmi del Teatro Studio e di Scandicci Cultura, una stagione davvero positiva. Complessivamente sono state organizzate 80 serate tra musica, teatro, incontri, convegni. Quasi 10 mila gli spettatori. E grande successo, questanno, per la programmazione al Teatro Aurora che ha registrato nei quattro spettacoli in calendario Alessandro Benvenuti con Banda Improvvisa, La compagnia della Fortezza, Davide Riondino e Moni Ovadia (record con 754 presenze in sala)- ben 2.300 spettatori. Positivi anche i risultati registrati per il teatro ragazzi che, programmato dai Piccoli Principi, ha richiamato 1.540 spettatori per 13 giorni di rappresentazione. 1.677 invece le persone che hanno seguito la stagione musicale (8 concerti) che ha segnato il suo massimo con il concerto di John Cale (oltre 400 spettatori). Tutto perfetto, quindi? No, che centra. Non sta a me dirlo. Lautoelogio è sempre odioso, affermaFrangioni. Che, certamente molto soddisfatto, ritorna sulla parte beckettiana del programma e non trattiene una considerazione finale e diciamo noi- un po amara e polemica. Con BeckettCentoanni abbiamo organizzato un evento unico in Italia. Scandicci è stata, per mesi, su tutta la stampa nazionale con centinaia di articoli e segnalazioni. Fortissimo è stato linteresse dimostrato dai servizi culturali di Rai Uno, Rai Tre, RadioRai Uno e RadioRai Tre, che lo hanno diffuso come il più importante progetto culturale svoltosi in Italia quest anno. Considero tutto questo un atto di promozione della città e del territorio di grande rilievo e, dico io, di grande ritorno di immagine. Ma, quando siamo andati a cercare fondi privati per finanziare tutto il progetto e spiegato, ai nostri interlocutori, che linvestimento avrebbe prodotto non solo un grande momento culturale ma sarebbe stato anche interessante come operazione di marketing territoriale: bene, abbiamo avuto risposte elusive e disinteressate. Ma Frangioni accenna con dispiacere anche alla scarsa attenzione avuta dalle istituzioni. Per ora abbiamo delle promesse di finanziamento che spero si trasformino in manifestazione concreta di sostegno alla nostra iniziativa. Ma se davvero vogliamo pensare e programmare in termini di città metropolitana, e soprattutto finanziare la qualità e loriginalità delle proposte culturali, Provincia e Regione su tutte devono fare maggiormente la loro parte. Già, perché questa stagione 2006, BeckettCentanni su tutto, è stata oltre i numeri degli spettatori e la densità della programmazione- una proposta culturale che ha dimostrato come linvestimento in cultura può produrre effetti positivi e di crescita nel tessuto sociale diffuso. E, se ce ne fosse stato ancora bisogno, di quanto possa pagare proporre qualità sopra ogni altra cosa. E proprio cosi, conclude Frangioni questa volta, anche se non accade sempre (ma sarebbe meglio accadesse) la qualità è stata premiata. E con lei tutti noi, la nostra città prima di tutto. [Claudio Armini]
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