Tutti a scuola
Dagli asili nido alle materne, dalle elementari alle medie, il mondo della scuola e dei servizi per l'infanzia è attraversato da grandi mutamenti. Da una parte cambia la struttura della famiglia che chiede al welfare locale risposte differenziate ai propri problemi; dall'altra la riforma dei cicli e dell'istruzione che rivoluziona l'organizzazione del sistema scolastico nazionale. Per i cittadini, i genitori ed i bambini la necessità di capire i nuovi scenari. Per i comuni la responsabilità di applicare i nuovi indirizzi e di ricercare equilibri superiori per soddisfare i bisogni delle comunità locali. In questo numero anche lettere, proteste, domande, risposte per tentare di spiegare cosa e come sta cambiando il pianeta scuola.
La riforma dei cicli
Sette anni tutti d' un fiato, senza il passaggio dai cinque delle scuole elementari ai tre delle medie inferiori. Poi per tutti un biennio di superiori che prolunga così la durata dell'obbligo scolastico da otto a nove stagioni.
Questa la riforma dei cicli che, approvata a livello nazionale sotto forma di legge lo scorso anno, interessa anche gli alunni che sono iscritti da quest’anno alla prima classe e stanno quindi già frequentando il cosiddetto Ciclo Primario, che sostituisce e unifica i due percorsi formativi attualmente in vigore, elementari e medie.
A livello di insegnamenti le prime due classi del Ciclo Primario vedranno un ruolo fondamentale dei maestri che adesso lavorano alle elementari, poi tre anni di stretta collaborazione tra questi e i professori che attualmente seguono gli studenti delle medie, infine per le ultime due classi lo spazio sarà lasciato prevalentemente a questi ultimi. Per traghettare la scuola italiana verso quello che è il proprio futuro è tuttavia necessario governare i prossimi sette anni di transizione, che andranno gestiti per riorganizzare gli spazi a disposizione, tenendo conto che in questo intervallo di tempo funzioneranno parallelamente sia il vecchio sistema separato in due cicli didattici – per tutti gli alunni iscritti alla prima classe fino alla stagione 1999/2000 – sia quello nuovo unificato nel Ciclo Primario, per gli alunni che sono entrati a scuola dallo scorso settembre. Se la legge prevede che a livello di contenuti formativi la riforma debba essere attuata dallo stato, per la riorganizzazione pratica degli spazi all’interno delle diverse scuole il compito è assegnato ai comuni. Un primo aspetto da considerare: come contenitori, gli edifici fino ad oggi occupati dalle elementari e quelli che invece ospitano le medie, avranno in futuro la stessa funzione; inoltre: se adesso il numero delle aule deve essere considerato come un multiplo di cinque per ospitare le sezioni delle elementari e di tre per quelle delle medie, ogni sezione del nuovo Ciclo Primario dovrà invece essere ospitata in sette aule. In più Scandicci ha deciso di prevedere altre due aule aggiuntive alle sette necessarie per ogni ciclo, così da poter ospitare laboratori ed attività di sostegno.
Quel che è certo è che gli spazi risulteranno in eccesso, proprio perché la riforma prevede per gli alunni sette anni di permanenza nel Ciclo Primario al posto degli otto complessivi tra elementari e medie; perciò il lavoro, adesso, è tutto rivolto ad ottimizzare le risorse in termini di volumi di edilizia scolastica, con la consapevolezza che con la migliore razionalizzazione possibile potranno essere liberate sessanta locali per ospitarvi nuove sezioni di asilo nido. “La legge sulla riforma dei cicli – spiega l’Assessore comunale alla Pubblica Istruzione Claudio Raspollini – non è accompagnata da nessun fondo per l’edilizia scolastica, proprio per il motivo che in tutta la penisola ci sarà un surplus di aule: con un’adeguata razionalizzazione degli ambienti riusciremo a potenziare anche l’offerta dei servizi comunali per le famiglie”. Una fase, questa di transizione, delicata da gestire, dal momento che secondo una stima dell’Amministrazione Comunale coinvolgerà il trenta percento circa delle famiglie di Scandicci.
E’ per questo motivo, perché cambiamenti tanto radicali nell’approccio alla scuola potrebbero creare tensioni e disagi sia nel corpo docenti che tra i cittadini, preferibilmente da prevenire, che il piano di riordino delle scuole della città non sarà imposto dall’alto degli uffici tecnici comunali; il rischio, altrimenti, sarebbe quello di non focalizzare con la dovuta attenzione tutti gli aspetti e le complessità della nuova organizzazione territoriale.
Una commissione allargata a ventitré membri, con rappresentanti degli insegnanti, dei direttori didattici, dei presidi, dei genitori e del Comune si è già riunita lo scorso gennaio per discutere del piano. Da questa ne è nata un’altra più ristretta, con funzioni esecutive, per passare dalla fase di riflessione a quella attuatrice del piano per la riforma scolastica a Scandicci.
La compongono il Direttore del Distretto Renzo Buselli, il rappresentante dei genitori Lorenzo Gheri, gli insegnanti Gloria Moriani, Lucia Papi, Antonio Ragno e Fabio Terzani - rispettivamente delle scuole XXV aprile, Pettini, Spinelli-Rodari e Fermi - e il Direttore Didattico Ivo Zefiri; per il Comune invece l’Assessore Claudio Raspollini, i dirigenti Daniela Bonechi e Dario Criscuoli e come tecnici Donatella Degani e Margherita Bertoldi.
Al vaglio della commissione passeranno i piani formulati dal Comune, che in base ai dati anagrafici degli iscritti e quelli relativi alla disponibilità delle diverse scuole ipotizzerà gli spostamenti delle classi da un edificio all’altro, tenendo soprattutto in considerazione la dislocazione delle strutture sul territorio.
Nel primo incontro del 5 febbraio, intanto, tutti i 12 membri si sono espressi favorevolmente al rimpasto delle due attuali presidenze per le medie e delle tre direzioni didattiche per le elementari in cinque Unità Amministrative – ognuna delle quali dovrà avere dai seicento ai novecento studenti - a capo delle quali andranno altrettanti Dirigenti Scolastici. Una ipotesi di Piano è comunque già stata approntata dagli uffici comunali. Dopo il vaglio delle due commissioni sarà presentata alle scuole nelle sue componenti di genitori, insegnanti e personale ATA. Poi dovrà essere approvata prima dalla Giunta Comunale, poi dal Consiglio e infine dalla Direzione Regionale della Toscana (Provveditorato).

Da scuole a campus
Cinque cittadelle scolastiche per altrettante Unità Amministrative: riempiranno i vuoti di un tessuto urbanizzato a maglie larghe, quello di Scandicci, con giardini pubblici, impianti sportivi, verde attrezzato, laboratori a cielo aperto. I bambini e i ragazzi delle materne e del Ciclo Primario vi passeranno i loro primi anni di scuola, ma non è detto che in questa sorta di campus senza recinzioni non possano trovare posto anche gli istituti secondari della città. L’Assessore Raspollini, a riguardo, ha le idee ben chiare, avendo seguito fin dalla nascita il progetto per il quartiere di Vingone “Andiamo a Scuola da Soli”, che è valso per Scandicci il riconoscimento ministeriale di “Città sostenibile delle bambine e dei bambini”.
Il progetto di Vingone, che in queste settimane è in fase di realizzazione con la piantumazione di salici, con la sistemazione graduale di siepi aromatiche, di vialetti, di fazzoletti a verde attrezzato, di un laghetto e di un laboratorio di orticoltura biologica, sarà quindi, nelle intenzioni degli amministratori comunali, soltanto un’esperienza pilota per ciò che poi dovrebbe essere trasferito anche negli altri quartieri. D’altra parte il lavoro non è tra i più complicati, e al di là dell’utilizzo delle aree da parte degli scolari si tratta sostanzialmente di andare avanti con la qualificazione del territorio; basta pensare a nuovi percorsi tra i diversi plessi scolastici all’interno delle Unità Amministrative, anche sfruttando strade e servitù già utilizzate, e lavorarci attorno per renderli vivibili soprattutto per chi vi arriva a piedi, o in bicicletta, o ad esempio in monopattino. Per citare un caso, l’Unità Amministrativa di San Giusto Le Bagnese: questa comprenderà l’attuale elementare Sandro Pertini, la media Spinelli, la materna di San Giusto, tutte collegate da via Pablo Neruda; lì accanto si trovano già impianti sportivi, l’anello di pattinaggio, il prato all’interno con alberi e panchine, le sponde della Greve, la passerella per raggiungere il centro di Scandicci; basteranno pochi aggiustamenti per qualificare ancora di più quell’area, che già adesso nei fine settimana col buon tempo si anima di cittadini in cerca di relax. “Penso ancora ad altri interventi – prosegue Raspollini – tra questi una passerella per collegare la Fermi al parco dell’Acciaiolo, oppure a percorsi sopraelevati per unire la Rodari al Russell Newton, semmai la piscina chiesta dagli studenti delle superiori venisse realizzata dalla Provincia”.

2002 la nuova Marconi
E’ stato approvato dalla Giunta Comunale il progetto preliminare per la ristrutturazione e l’ampliamento della scuola Guglielmo Marconi. Dell’edificio, realizzato negli anni cinquanta e ampliato in tre fasi successive, sarà demolita l’ala più vecchia, al posto della quale andrà una nuova costruzione, mentre gli altri spazi saranno interessati da una complessiva razionalizzazione, che avrà come risultato nuovi spazi utili. Nella nuova veste la superficie netta della materna passerà da 339 metri quadri a 437, mentre per ciò che riguarda le attuali elementari le 26 aule saliranno a 27, con altri due spazi per la sala insegnanti e la sala riunioni. La palestra invece sarà ampliata da 330 a 358 mq, la cucina e la mensa da 212 a 246, mentre gli uffici di presidenza e segreteria arriveranno ad una superficie totale di 128 metri quadri.
Il progetto, interamente redatto dagli uffici tecnici comunali, dovrà passare alla fase definitiva e infine a quella esecutiva. Nel piano triennale delle opere è previsto per il 2002.
Onda anomala
Un effetto collaterale alla riforma dei cicli scolastici si manifesterà nel 2007, se il Ministero non troverà soluzioni. E’ stato ribattezzato “onda anomala” il fenomeno per il quale, nel settembre di quell’anno, gli studenti iscritti alla prima superiore saranno il doppio di quelli che frequentano in media quella classe. L’effetto si ripeterà per i soliti ragazzi per tutti e cinque gli anni, ovvero quando si iscriveranno in seconda superiore, in terza e così via.
Questo accadrà per un semplice motivo: gli alunni iscritti quest’anno alla prima classe del nuovo Ciclo Primario seguiranno un percorso didattico di sette anni prima di passare alle superiori; quelli che invece sono stati iscritti nel settembre del 1999 in prima elementare seguiranno il vecchio iter di otto anni, ovvero cinque di elementari e tre di medie. Il risultato finale, se non saranno trovate soluzioni, sarà che tutte e due le annate termineranno insieme i due diversi cicli scolastici prima dell’iscrizione agli istituiti superiori.
Una metà entrerà alle scuole secondarie a tredici anni, come poi accadrà sempre in futuro, mentre i restanti saranno gli ultimi a farlo all’età di quattordici. Per tentare di prevenire "l’onda anomala” - che se si manifesterà così come prospettata causerà disagi agli studenti, al corpo docenti e ai comuni che devono riorganizzare gli spazi – sono adesso al lavoro i funzionari del Ministero della Pubblica Istruzione.
(Matteo Gucci)
Per un Welfare
dell’ infanzia

"Presto e bene non vanno insieme", commenta l'assessore Raspollini davanti all'ennesima lettera di genitori agguerriti. Rimproverano il Comune di essere confusionario ed in ritardo nel rispondere alle esigenze loro e dei propri bambini. Tre pagine fitte fitte di contestazioni -mancano posti nelle scuole, gli arredi sono insufficienti- e rivendicazioni, come quella di un trasporto scolastico gratuito e personalizzato sulla base delle necessità d'orario delle famiglie. Lettera che da all'assessore ed all'amministrazione comunale l'occasione di rispondere smorzando i toni della polemica per entrare nel merito di questo sistema complesso ed in parte già in funzione, tanto che alcune osservazioni dei genitori sono superate dai fatti. Ma che dovrà ancora intersecarsi con la riforma dei cicli ed avrà quindi bisogno di tempi e risorse ulteriori per arrivare a delinearsi come un vero e proprio welfare per l'infanzia. Al momento questo lo stato dell'arte che, sostiene l'assessore Raspollini, "è la nostra migliore risposta a chi sostiene l'inadeguatezza dei nostri servizi e la scarsa attenzione che il comune dedicherebbe alle politiche per l'infanzia e per le famiglie".
Gli asili nido sono quattro, 146 posti distribuiti tra Vingone, Casellina, Ponte a Greve, Capannuccia. Tre i micronidi , 42 posti in tutto divisi tra le scuole per l'infanzia Makarenko, Turri e Vingone. L'Altro Nido, piccoli e grandi insieme: una sede in via Pantin per 60 bambini, un'altra in via Pacinotti per 25. Il Centro Gioco di Badia a Settimo, 20 bambini.
Le scuole comunali per l'infanzia, Makarenko, Turri e Vingone, che stanno andando a regime con gli interventi di potenziamento in corso e che, dal prossimo settembre, miglioreranno ancora. Risolto, dichiara l'assessore Raspollini, il problema dei 58 bambini in lista di attesa. Con la nuova sezione di 25 posti alla Dino Campana, nel primo circolo, ora si contano 12 posti in esubero. Altri 23 posti avanzano con l'avvio delle nuove sezioni a Badia a Settimo e San Colombano. Saldo zero, invece, al terzo circolo dove con 11 nuovi posti a Vingone e 21 al Turri, sono state coperte le 32 iscrizioni rimaste in attesa.
In totale restano così ancora disponibili, per gli inserimenti nelle scuole materne comunali, 35 posti che potrebbero andare a soddisfare quasi completamente quei 42 bambini che, in quanto residenti a Firenze, sono per questo rimasti fuori graduatoria. Sul versante degli arredi, spesso causa di lamentele per la loro inadeguatezza o carenza, sono già stati deliberati 200 milioni per nuovi acquisti. Per quelli delle nuove sezioni alla Dino Campana ed a Largo Spontini tutto arriverà a settembre, per essere pronti alla partenza del prossimo anno scolastico.
Ma la vera e propria rivoluzione dei servizi per la prima infanzia dovrebbe arrivare man mano che entrerà in vigore la riforma dei cicli: "onda anomala" a parte -il fenomeno infatti riguarderà gli istituti superiori- Scandicci potrà contare su 60 aule che verranno a rendersi disponibili come effetto della riorganizzazione dell'intero sistema scolastico. I servizi e le attività collaterali, infine, che completano il quadro: attività di musica e teatro per le scuole e nelle scuole; tre ludoteche; il centro di documentazione e produzione didattica delle Corbinaie ed il Centro pedagogico Ernesto Codignola. E per le politiche di sostegno e le consulenze familiari il Centro infanzia, adolescenza e famiglia e Linea Famiglie.
Sul sito dell'Amministrazione www.comune.scandicci.fi.it/
GuidaServizi più complete ed ulteriori informazioni anche sulle tariffe, le agevolazioni, le modalità di iscrizione, gli indirizzi, i recapiti telefonici, gli orari dei servizi educativi per l'infanzia e delle scuole. (Cl.Ar.)

Concludiamo questo speciale con un botta e risposta su aspetti cruciali del pianeta scolastico.
Da queste pagine, lo scorso novembre, l'assessore Claudio Raspollini, con una lettera titolata "Dalla parte dei bambini", interveniva per avanzare alcune critiche a certi comportamenti "consumistici" diffusi nelle famiglie e ritenuti in parte anche diseducativi nei confronti dei propri figli. Oggi, in seguito anche ad altre prese di posizione dell'assessore, i genitori delle scuole elementari e materne del Primo Circolo indirizzano a Raspollini una lettera aperta alla quale l'assessore replica con decisione.


La Lettera
Caro Raspollini, più concretezza e meno prediche
Lettera aperta del Comitato dei rappresentanti dei genitori del Primo Circolo scolastico
Nei diversi articoli firmati o riportanti le sue dichiarazioni -dalle quali dissentiamo- a nostro giudizio più che da assessore, pare che Claudio Raspollini abbia voluto assumere il ruolo di riformatore dei costumi e delle abitudini in generale dell'intera società, ed in particolare delle famiglie che hanno la "fortuna" di avere dei bambini che frequentano le scuole di Scandicci, città nella quale illuminate scelte dell'Amministrazione, quali il ridimensionamento? - conversione? - chiusura? delle materne comunali, l'abolizione delle merendine biologiche prima e delle merendine comuni poi, stanno - secondo lui- contribuendo ad ottenere "una città sostenibile che pone al centro il bambino, il suo sano sviluppo intellettuale prima di tutto, perché saper ragionare, avere senso critico e capacità di giudizio vale più di un fisico da modello/a" (il passaggio tra virgolette è una citazione da Dalla parte dei bambini, ndr).
Le scelte o i progetti fatti dall'Amministrazione vengono fatti passare come dei grandi interventi quando servono a farsi belli (come nel caso del progetto "Andiamo a scuola da soli", un chilometro di strada pedonale "protetta"), oppure spacciate come delle ottime riforme, come è successo in questi ultimi anni per le scuole materne comunali, passate dall'essere il fiore all'occhiello di cui vantarsi anche in campagna elettorale, a cose anacronistiche da abolire perché troppo costose per la comunità. Altre volte invece si fa ricadere la responsabilità delle scelte fatte, come quella della abolizione della distribuzione delle merendine, sulla testa di genitori disattenti, spendaccioni, non in grado di saper alimentare ed educare i propri figli ad un corretto uso dei prodotti e, cosa ancor più grave, genitori che non difendono "l'universo del bambino, questo sconosciuto che spesso abita sotto il nostro tetto ma di cui mortifichiamo l'individualità per farlo a nostra immagine e somiglianza" (il passaggio tra virgolette è ancora una citazione da Dalla parte dei bambini, ndr).
Qui non si tratta non voler accettare critiche su atteggiamenti che possono anche essere discutibili e che solo l'assessore pare abbia il dono di riuscire ad individuare, al contrario di tutti i genitori che continuano imperterriti a rimpinzare i propri figli con merendine iper caloriche, a rivestirli con abiti alla moda firmati e costosi, e chi più ne ha più ne metta; ma si tratta di ristabilire ruoli e competenze che secondo noi sono stati completamente travisati.
Ammesso che le affermazioni dell'assessore possano da alcuni essere condivise, certi pensieri ci aspetteremo magari di sentirli da un educatore, da un pedagogista, da un sociologo, o magari da una guida spirituale, ma non da un assessore che, eletto dal popolo, deve, all'interno di un'Amministrazione, prendere decisioni e fare scelte nell'interesse della collettività, compito molto delicato ed oneroso. Se effettivamente si desidera innalzare il livello di qualità della vita nella comunità scolastica di Scandicci, questo sì compito di un assessorato alla scuola ed obiettivo comune a questo Comitato, perché non ci si adopera per migliorare gli ambienti scolastici, alcuni dei quali hanno bisogno di una radicale manutenzione, perché non si provvede a sostituire gli arredi fatiscenti, perché non si trova una soluzione all'antieconomica gestione della distribuzione dei buoni pasto che sottrae risorse che potrebbero essere utilmente reinvestite nella scuola stessa, perché non si cerca di risolvere il problema degli scuolabus e dei pulmini da utilizzare per visite e gite didattiche? Tutti problemi questi che da anni vengono proposti all'Amministrazione e che spesso rimangono senza alcuna risposta con la annosa e cronica mancanza di fondi. Più volte, inoltre, in incontri pubblici con i rappresentanti dei genitori l'assessore ha dimostrato non solo di non saper dare esaurienti spiegazioni sulle scelte dell'Amministrazione, ma di non essere neppure in grado di discutere dei problemi della scuola dal momento che, quando trova pareri discordi, non sa fare altro che aggredire verbalmente chi li solleva.
Si lascino da parte le prediche e le lezioni di educazione e di sociologia dei consumi del mondo occidentale, facendo passare i genitori come degli incoscienti che non hanno a cuore il bene dei propri bambini e che anzi fanno di tutto per far crescere cittadini che domani non saranno come forse l'assessore vorrebbe. Quando si chiede "come mai ci indigniamo se l'Amministrazione mette bocca nelle scelte familiari", i genitori rispondono che non è ruolo né dell'Amministrazione né dell'assessorato analizzare e criticare le scelte consapevoli o meno, giuste o sbagliate che siano, che vengono fatte all'interno delle famiglie, compito questo semmai di altri organismi e figure.
E non perché non teniamo alla salute ed all'educazione dei nostri figli, ma semplicemente perché la società è composta da singoli individui che ragionano, hanno senso critico ed una capacità di giudizio, per citare il modello proposto nella lettera pubblicata su Città Comune Notizie, che sbagliano certo, ma che più che dei giudizi generalizzati e spesso non supportati da dati oggettivi, hanno bisogno di trovare risposte concrete a problemi concreti, di discutere con chi è delegato a governare la città, sulle scelte che incidono notevolmente sui comportamenti e sulla vita in generale, prima di trovarsi di fronte a decisioni prese e che risultano a quel punto incomprensibili e non condivisibili.
Sempre disponibili per discutere e ricercare insieme soluzioni comuni.

La Risposta
Ma intervenire sulla quotidianità é legittimo
Claudio Raspollini, assessore alla pubblica istruzione ed alle politiche sociali
In quello che comunemente viene chiamato gioco democratico, e che da sempre caratterizza la libertà di espressione e di idee, mi fa molto piacere che voi, in quella libertà a cui faccio spesso riferimento, esprimiate la vostra opinione: in questo modo è possibile confrontarsi. In altri anni e in altre epoche non è stato certamente così, soprattutto per uomini come me, o come voi. Criticare le mie opinioni personali, che scaturiscono ormai da trent'anni di esperienza come educatore di adolescenti, ragazzi, giovani ed adulti, mi sembra si collochi pienamente nel gioco democratico in cui avere diversità di opinioni è una ricchezza e non una sopraffazione. Questa è sempre stata la mia opinione; ma, perdonate la franchezza, da una lettura attenta della vostra lettera sembra emerga chiaramente che voi non riconoscete il mio diritto ad avere una opinione. Spero di aver capito male.
In questo dissento fortemente perché ritengo che libertà voglia dire ascoltare le opinioni degli altri ed accettarle, anche quando non le condividiamo: è un diritto controbatterle, ma credo bisogna cercare di farlo nel rispetto reciproco e nella reciproca correttezza. Nelle nostre scelte, anche in quella della qualità da attribuire alle relazioni, sta il valore della libertà.
Nella lettera ho ricevuto una serie di critiche personali che accetto, pur non condividendone i toni ed i contenuti. Comunque fanno parte di quel saldo che spetta a chi s'impegna a fare scelte concrete ed esprime pubblicamente le sue opinioni. Ma tra ciò che avete scritto non mi sembra ci sia l'impegno di commentare le scelte serie che l'Amministrazione ha fatto. Certo che sono orgoglioso del progetto "Andiamo a scuola da soli", perché è il frutto della concertazione e del lavoro dei genitori, insegnanti ed alunni del Vingone. Il lavoro, poco o tanto che sia, non può mai essere denigrato, merita sempre una adeguata attenzione e rispetto. Sono state tolte le merendine, ma prima di fare quella scelta mi sono recato personalmente alle mense scolastiche per rendermi conto se veramente c'era dello spreco; ho parlato con la dietista, insegnanti e genitori, poi è stata fatta la scelta, realizzando un risparmio per tutta la comunità da investire in altri servizi e senza creare disagio ai bambini.
E allo stesso modo sono salito sul percorso del nuovo trasporto scolastico, che ha portato nelle tasche degli utenti che ne usufruiscono un risparmio di 150.000 lire annue.
Si parla di materne comunali, ignorando che non solo grazie a questa Amministrazione è stata mantenuta la loro eccellenza, ma che la trasformazione 1-6 anni le pone in un percorso sperimentale nuovo e ci colloca ancora una volta all'avanguardia del sistema educativo nazionale.
Riguardo agli ambienti, agli arredi, abbiamo speso quest'anno 200 milioni per tutte le scuole di Scandicci: oltre ai nuovi arredi per gli uffici della Dino Campana ed all'insonorizzazione della vostra mensa. Gli arredi sono stati ordinati e presto saranno a vostra disposizione.
E poi ci sono gli impegni presi con il vostro Presidente di Circolo per il contributo di 4 milioni su progetti, a sgravio dei soldi versati dalle famiglie.
I risultati si vedono e si colgono da soli, basta avere la buona volontà di cercarli, ma forse queste cose sono passate in secondo piano: è sempre più facile ricordarsi di ciò che è negativo anziché mettere in risalto gli eventi positivi. E allora penso ai servizi nido in aumento a Badia ed al vostro Circolo. Penso ai contributi di idee e denaro per i progetti che le scuole fanno nei gruppi di progettazione integrata, nati con l'autonomia scolastica e voluti fortemente da questo assessorato per sostenere le scuole. Penso agli interventi per i vari mercatini o manifestazioni che i genitori liberamente organizzano e che noi sosteniamo. Penso all'intervento altamente qualificato che stiamo attuando nel campo dell'immigrazione a scuola, con il corso di aggiornamento con l'Università di Siena per l'insegnamento della lingua italiana agli stranieri. Ai laboratori attivati nelle scuole in modo che riducano al minimo i disagi per i bambini italiani che spesso, attraverso la voce dei loro genitori, si sentono penalizzati dalla presenza dei bambini immigrati perché frenano in qualche misura la didattica. Preciso che, in questo campo, la mia opinione mi fa dire "per i nostri bambini", perché non conosco la differenza tra immigrati ed italiani, per me sono tutti bambini.
Ciò che mi fa veramente dispiacere è che voi non siate mai venuti a parlare direttamente con me, cosa che riterrei più costruttiva di assemblee che spesso sono esacerbate da "voci" fatte circolare prima ad arte, certamente non opera vostra, ma che di fatto impediscono molto spesso un dialogo costruttivo e sereno.
Concludo dicendo che non è proprio mia intenzione mettere bocca nelle scelte individuali, ma vorrei ricordarvi che quando si parla di "bene comune" diventa urgente e necessario che l'Amministrazione indichi una strada per costruire il patto sociale su cui si edifica la società di oggi e del futuro.
D'altra parte la soglia di casa la varcano già gli opinion leader delle televisioni, i pubblicitari, gli economisti, internet, lo fanno il Papa, i vescovi, operatori delle televendite, maghi e quant'altro.
Sappiamo bene che gli italiani ormai non ascoltano più i politici e le istituzioni, ma chiedere a loro di tacere perché non ne condividiamo le idee credo diventi pericoloso per la nostra società e per la libertà.
Accettiamo dunque il gioco democratico con la comune consapevolezza che io non possiedo la verità o la soluzione perfetta dei problemi, ma semplicemente delle idee ed opinioni discutibilissime attraverso il dibattito e il confronto franco ed aperto.
Disponibile ad ogni suggerimento ed incontro, cordialmente saluto.