Città metropolitana
Tredici Sindaci contro lo smog
Firmata una intesa che sancisce la nascita di un coordinamento metropolitano fiorentino per governare il traffico e tenere sotto controllo l’inquinamento
Un’ intesa tra tredici sindaci dell’area fiorentina per coordinare i provvedimenti antismog, gli interventi sulla viabilità, l’apertura e la chiusura dei cantieri in base alle esigenze del traffico, le politiche sul trasporto pubblico.
Tra gli obiettivi anche l’istituzione di un Comitato di coordinamento dei Sindaci. Capofila il Co-mune di Firenze, mentre gli altri firmatari, oltre al primo cittadino di Scan-dicci, quelli di Lastra a Signa, Signa, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino, Calenzano, Vaglia, Fiesole, Pontassieve, Bagno a Ripoli, Impruneta e San Casciano. Il Comitato avrà il compito di “definire criteri e indirizzi per avviare forme unitarie di programmazione”, con il fine ultimo di realizzare il Piano urbano per la mobilità dell’ambito metropolitano fiorentino. L’intesa stabilisce di “attivare tutte le iniziative utili al coordinamento delle politiche sulla mobilità affrontando in un primo periodo le problematiche connesse alle cantierizzazioni, sia per quanto attiene i provvedimenti da assumere in rapporto al trasporto pubblico, sia per quanto riguarda le condizioni di accessibilità del traffico privato al comune capoluogo”. I tredici sindaci intendono anche programmare provvedimenti unificati di limitazione del traffico “in caso di emergenza dovuta ad inquinamento atmosferico”. Questo non vorrà per forza dire che, per fare un esempio, nel caso Firenze decida di bloccare il traffico il divieto sia esteso automaticamente a tutto il territorio dei Comuni firmatari. In alcuni casi potrà tornare utile invece ottimizzare i percorsi di viabilità metropolitana per non paralizzare l’intera area fiorentina. Le decisioni, in ogni caso, saranno prese affidandosi anche ad un comitato tecnico intercomunale, anch’esso previsto dall’accordo. Il Coordinamento dei Sindaci, infine, avrà il compito di “attivare un confronto con Regione e Provincia, per definire forme di collaborazione e risorse utili nell’ambito delle competenze proprie dei due enti”.
(Matteo Gucci)
Servizi
Nuove
prospettive per l’Informagiovani
Sempre meno coloro che si rivolgono all’Informagiovani per la ricerca e le informazioni sul lavoro; sempre più, invece, quelli che vi si recano per conoscere le iniziative della città, per consultare internet, per utilizzare la sala prove. I responsabili dell’associazione Il Labirinto, che ha in gestione la sede di via San Bartolo in Tuto, partono dai dati delle utenze che emergono dal rapporto 2001 per ipotizzare un diverso ruolo del servizio. La loro proposta è quella di dar vita ad un nuovo progetto che avrebbe la finalità di “far partecipare i cittadini, giovani e meno giovani, a decisioni che investono il futuro della propria città e della propria vita”: tra gli obiettivi quelli di monitorare i bisogni della società, “di far emergere le domande e i conflitti dei cittadini, sollecitarli e stimolarli ad occuparsi della propria comunità e del suo futuro. Questo perché “in questi anni il servizio Informagiovani di Scandicci ha risposto in maniera efficace ai bisogni espressi dai giovani della città”, ma “i cambiamenti e le riforme recenti in atto, soprattutto nella scuola e nel mercato del lavoro, rischiano di far trovare i servizi informativi inadeguati a fronteggiare la complessità di domande e i nuovi bisogni che esprime il mondo giovanile”. Tre dati per comprendere come siano gli stessi utenti a decretare nuove funzioni per il servizio gestito dal Labirinto. A rivolgersi all’Informagiovani di Scandicci, per motivi legati al lavoro (ricerca, informazioni generali, concorsi, curriculum e lavoro all’estero), furono in 2010 nel 1999, mentre nel 2001 sono stati 467. Di contro, dai 683 utenti che tre anni fa si recarono alla sede di via San Bartolo in Tuto per avere informazioni sul volontariato, il tempo libero, e le iniziative cittadine, nel 2001 queste richieste sono salite a 1972. Il totale delle richieste presentate all’Informagiovani di Scandicci è passato dalle 3831 del 1999 alle 3446 del 2001. Sempre secondo l’associazione Il Labirinto, per raggiungere i nuovi obiettivi occorre che il nuovo servizio parta dall’esperienza dell’Informagiovani, per sviluppare le attività in cinque diverse aree, ovvero area ricerca, area educazione-formazione, area informazione, area “appartenenza alla città” e area produzione.

ATAF, trasporto pubblico
A San Colombano il 26
E' partito sabato 9 marzo il servizio di trasporto pubblico diretto da Santa Maria Novella fino a San Colombano, la frazione di confine con il Comune di Lastra a Signa. Si allunga così di quasi un chilometro il percorso del BUS 26. Con il nuovo tracciato vengono raggiunte le località Granatieri, Pratoni e, appunto San Colombano. Le 90 corse al giorno fino al nuovo capolinea costeranno al Comune di Scandicci circa 155 mila euro all’anno. “Il nuovo servizio – spiega l’Assessore alla Mobilità Maria Grazia Martignoni – non si concentrerà soltanto in alcune fasce orarie della giornata, bensì le corse saranno distribuite per l’intero orario del percorso diretto da Santa Maria Novella fino a Badia a Settimo”. Quella dell’allungamento del tracciato del 26 era una priorità dell’Amministrazione Comunale, che aveva tenuto conto anche delle richieste dei cittadini della frazione. A rallentare l’iter per l’istituzione del servizio è stata l’esigenza di sciogliere alcuni nodi tecnici: non coincidevano, infatti, le durate delle corse del 26 fino a Badia con quelle che invece arrivano a San Colombano, di conseguenza risultavano intervalli diversi nei tempi di passaggio degli autobus. La spesa del Comune per i servizi di trasporto pubblico nel 2001 è stata di 917 mila euro. La previsione per il 2002 è di oltre un milione di euro. Per agevolare il transito dei mezzi ATAF in via San Colombano e via degli Stagnacci è stato istituito il senso unico di marcia.

Immigrazione
2001
, l’anno dei ricongiungimenti
Pubblicato il rapporto 2001 sull’immigrazione. Superata la soglia dei mille residenti.
Difficile regolarizzare il lavoro per le rigidità del Decreto flussi
E' incrementato di centoquarantaquattro unità nel corso del 2001 il numero di stranieri non europei residenti a Scandicci. La popolazione extracomunitaria sale dalle 954 persone del 2000 alle 1098 registrate al 31 dicembre 2001.
Nel 1997 gli immigrati regolarmente residenti erano 651, 694 nel ’98 e 790 l’anno successivo.
Evidente l’incremento dei cittadini dell’Albania, che passano dai 190 di due anni fa ai 252 dell’anno scorso.
Risulta ormai quasi parificata anche la presenza di uomini e donne, rispettivamente 554 e 544, mentre nel 2000 la suddivisione era di 499 e 455. “La presenza reale dei cittadini stranieri è però relativamente esatta – spiega Roberto Menichetti, responsabile dell’ufficio Immigrati del Comune di Scandicci e autore della relazione annuale – mancano cioè i dati sia di tutti quei cittadini che sono solo dimoranti, ma in modo particolare di coloro che soggiornano irregolarmente e che aspettano un’opportunità per potersi regolarizzare”.

Poche possibilità di regolarizzare il lavoro
Per la stima della proporzione tra gli stranieri in possesso di permesso di soggiorno e chi invece ne è sprovvisto può essere utile un dato: il Decreto flussi, entrato in vigore dal maggio al luglio del 2001, ha previsto soltanto 90 posti di lavoro per i cittadini stranieri nell’intera provincia di Firenze, mentre all’ufficio provinciale di competenza le domande erano state oltre mille, “tutte corredate da regolare contratto di lavoro, ma respinte in quanto in soprannumero rispetto all’offerta. Molte di queste domande – prosegue Menichetti – sono partite da Scandicci, ed è quindi probabile che una serie di cittadini siano presenti sul territorio irregolarmente”. La deduzione, da tutto ciò, “è che l’aumento dei residenti a Scandicci sia dovuto più a pratiche di ricongiungimenti familiari piuttosto che a entrate per motivi lavorativi”.
Il responsabile dell’ufficio Immigrati sottolinea anche come il decreto flussi preveda la possibilità di far entrare cittadini tramite sponsorizzazione, ma “molte sono state le domande presentate, tante di queste riguardanti anche cittadini presenti sul territorio, ma nemmeno una è stata la risposta positiva”.

Aumentano i ricongiungimenti
Una conferma all’aumento dei ricongiungimenti familiari è data anche dalla percentuale di minori stranieri residenti nel comune che è in crescita, in controtendenza con quella dei minori stranieri nati in Italia, che invece è in leggero calo. Per la precisione nel 2000 si contavano 195 minori su 954 stranieri (il 57,4 percento nati in Italia), mentre lo scorso anno 242 per un totale di 1098 (con una percentuale del 54,9 percento). Di conseguenza aumentano anche gli studenti nelle scuole dell’obbligo di Scandicci che non conoscono la lingua italiana.

Le nazionalità prevalenti
Nel 2001 delle 1098 persone non europee residenti a Scandicci, 252 erano di nazionalità albanese (contro, appunto, le 190 del 2000); le altre nazionalità più presenti quella marocchina, con 120 cittadini regolari (110 l’anno precedente), quella araba con 75 (71), poi 65 romeni (53), 62 cinesi (57), 44 peruviani (37), 36 di Serbia e Montenegro (24), 35 filippini (36), 31 iraniani (30) e 30 somali (27). Oltre a questi sono 28 gli statunitensi (l’anno prima 26), 23 i brasiliani (21), 22 gli indiani (18), 21 i senegalesi e gli immigrati dallo Sri Lanka (entrambe le nazionalità contavano 18 cittadini nel 2000), 17 i giapponesi (18), 15 gli svizzeri (14), 15 i tunisini (15 anche l’anno precedente), 14 gli ivoriani (12) e 14 i polacchi (13).

Stranieri quartiere per quartiere
Un dato utile a capire se esistono situazioni di emarginazione degli stranieri in città è quello della loro distribuzione quartiere per quartiere. Dalla relazione dell’ufficio Immigrati risulta che la loro presenza in percentuale in ogni zona di Scandicci riflette pressappoco la popolazione indigena, ovvero gli immigrati risiedono in maggior numero di unità nelle zone urbane abitate più densamente. Il 27 percento degli stranieri, pari a 290 unità, risiedono a Casellina, (quartiere che ospita il 22,31 percento della popolazione totale scandiccese), il 17 percento, pari a 184 persone, nella Piana di Settimo (qui vive il 13,68 percento degli abitanti della città), 178 stranieri ovvero il 16 percento a Vingone (contro un 18,39 percento di popolazione), il 22 percento, cioè 244 immigrati a Scandicci centro (zona che ospita il 27,17 percento degli scandiccesi), mentre a San Giusto Le Bagnese risiedono in 135, ovvero il 12 percento (con un dato del 12,27 percento del totale dei cittadini quasi analogo) e nella zona collinare 67, ovvero il 6 percento (anche in questo caso rispecchia quasi perfettamente la composizione cittadina, che qui conta il 6,15 percento del totale dei residenti). “Le percentuali delle presenze quartiere per quartiere – spiega Menichetti – sono identiche a quelle dell’anno precedente, con Casellina che risulta sempre il quartiere più popolato, ma anche uno dei più estesi. Unica leggera differenza un 1 percento in più a Vingone a scapito della zona della Piana di Settimo”. Più che nuovi arrivi si tratta per lo più di aggiunte di soggetti a seguito dei ricongiungimenti familiari.
“Vi sono inoltre alcune famiglie”, conclude il responsabile dell’ufficio Immigrati, “che nonostante la difficoltà del reperimento alloggi hanno semplicemente cambiato casa all’interno del Comune, passando da una zona all’altra, allo scopo di ottenere un’abitazione più grande che consente l’ottenimento della Carta di Soggiorno. Quest’ultimo documento, a differenza del permesso, non ha scadenze ed esonera da lunghe file in Questura per il rinnovo”. (Matteo Gucci)