ZOOM Piana di Settimo
Una seduta del Consiglio Comunale, quella che si è tenuta lo scorso 26 febbraio, interamente dedicata alla Piana di Settimo. Prima la relazione presentata dall’assessore Simone Naldoni, che ha illustrato lo stato dell’arte, cose fatte, in corso, da fare: eccellenze e mancanze. Poi una discussione approfondita da parte dei consiglieri sui temi della viabilità, degli insediamenti industriali, dell’ ambiente, del fiume, del parco, della cultura. Sullo sfondo i timori di un comitato di cittadini della zona per l’arrivo, previsto dal Piano Provinciale per i rifiuti, di un impianto di compostaggio.
Due vie di comunicazione antiche, il fiume Arno e la via Pisana. Ed il complesso cistercense della Badia di Settimo. Parte da qui Simone Naldoni, per dire che, dopo secoli e secoli, questi tre segni rimangono ancora forti e netti. Segni di“ lunga durata”, dice mutuando la definizione dalle teorie di Fernand Braudel, grande storico francese.
Ed il fiume, la via Pisana e la Badia questa Piana di Settimo l’ hanno segnata e continuano a segnarla davvero. Parte dal sistema delle acque, dai problemi idrogeologici ed idraulici, l’assessore, e dice che la “struttura e le caratteristiche della Piana, l’ essere una sorta di naturale cassa d’espansione dell’Arno, ha significato anni di allagamenti frequenti”. Poi i rimedi: l’estensione della rete fognaria, l’impianto di sollevamento del depuratore di S. Colombano, la sagomatura dei fossi, il lavoro di regimazione delle acque ai Pratoni, intervento questo realizzato con gli investimenti di Unicoop. “Un bella serie di passi avanti”, dice Naldoni, che anticipa l’ultimo, il prossimo inizio dei lavori sul torrente Vingone che il Provveditorato alle Opere Pubbliche realizzerà con l’obiettivo di risolvere definitivamente il rischio di tracimazione del torrente, fonte di preoccupazione costante per gli abitanti della Piana. Intanto, sul piano del risanamento ambientale, l’entrata in funzione dell’impianto di S. Colombano ha significato che la quasi totalità degli scarichi sono stati avviati alla depurazione, che una parte consistente delle acque dei fossi è stata portata nella rete fognaria. Mentre altri fossi hanno conservato la funzione principale di drenaggio delle acque meteoriche. “La bonifica, compresi eccellenti risultati ottenuti nella lotta contro le zanzare” dice Naldoni, “può comunque definirsi conclusa sul fosso Dogaione, mentre rimane da completare sul Dogaia e sul Rigone”. Più a rilento, riconosce l’assessore, sono andate le cose sul fronte dell’ inquinamento acustico. Imputato principale il traffico. Certo sulla Pisana, dove per la strettoia di Granatieri sarà realizzato un tappeto di asfalto fono-assorbente. Ma soprattutto su seicento metri della FI-PI-LI, fra Badia a Settimo e San Colombano, dove, dice Naldoni “è in corso di progettazione la realizzazione di un tratto di barriere antirumore”. Una spesa complessiva di circa 260 mila euro, di cui 155 a carico del Comune, i rimanenti 105 finanziati invece dalla Regione attraverso il Ministero competente ed il Comitato Interministeriale Programmazione Econo-mica (CIPE). Ma il traffico, che per altro in questa zona industriale è anche un indicatore legato alla vitalità economica delle imprese, allo spostamento di merci e lavoratori, sul fronte della viabilità produce alcune situazioni di stress e non sicurezza che, dice Naldoni, necessitano di risposte a breve termine: divieto ai mezzi pesanti provenienti da ovest e diretti verso la zona industriale di attraversare la via Pisana, dirottandoli verso l’uscita di Scandicci della FI-PI-LI e la nuova viabilità dei Pratoni; riduzione drastica della velocità, sia con la collocazione di due rilevatori che con il restringimento, attraverso la segnaletica orizzontale, della sede stradale stessa che, allo stesso tempo, dovrebbe restituire spazio per i parcheggi dei residenti; protezione dei pedoni con l’installazione di parapedonali, la segnalazione di passaggi pedonali stessi, una migliore illuminazione. E di soluzioni strategiche, infrastrutturali, per spostare parte del traffico delle merci e delle persone dalla gomma alla rotaia: collegamento ferroviario per le merci della zona industriale; arrivo della tranvia fino alla stazione di Lastra a Signa; costruzione della passerella ciclopedonale sull’Arno per il collegamento con la stazione di S. Donnino; circonvallazione di Gonfienti. Dice Naldoni, “si tratta di collegare un territorio in espansione anche demografica, con la rete di trasporto intermodale che lo connetta a tutta l’area metropolitana, e attraverso la ferrovia e l’Autostrada al resto d’Italia. E di farlo senza tarpare le ali allo sviluppo economico e sociale della Piana di Settimo”. Scelte strategiche che significano anche la realizzazione del prolungamento della strada dei Pratoni fino a Lastra a Signa, del completamento della viabilità a servizio del Depuratore di S. Colombano, dell’arrivo della linea n°. 26 a S. Colombano (dal 9 marzo prossimo). Infine, ancora alla voce “situazione ambientale”, il nervo più scoperto -in aula una rappresentanza dei comitati a ricordarlo- è quello sull’ impianto di compostaggio previsto, nella parte industriale della Piana, dal Piano Provinciale di gestione dei rifiuti recentemente approvato. Intanto, dice l’assessore, la potenzialità dell’impianto, su richiesta dell’Amministrazione Comunale, è stata ridotta dalle 80 previste alle 40 tonnellate/giorno. Mentre lo studio per l’individuazione di un’altra area alternativa non ha dato esiti positivi. “In ogni caso”, rassicura Naldoni, “anche per la localizzazione indicata nella zona industriale, è necessario l’accertamento dei requisiti sanitari”. Ma la Piana di Settimo è soprattutto il cuore produttivo di Scandicci ed una delle aree industriali più importanti della Toscana. Qui, convivendo con una significativa residenza, sorgono le grandi aziende ed una rete di importanti piccole e medie imprese. “Una convivenza non sempre facile” dice l’assessore Naldoni, “ma ricca di opportunità di lavoro e di crescita come quelle offerte dal fondo strutturale europeo dell’ Obiettivo 2”. Comunque, con l’intervento del PIP, (vedi La Cittadella delle imprese, Città Comune Notizie n° 8, ottobre 2001) anche per l’edilizia produttiva la fase di espansione può ritenersi sostanzialmente conclusa. Stessa caratteristica definitiva, per quanto riguarda l’edilizia anche residenziale, ha il Programma Integrato di Intervento, fra via del Pellicino e via del Botteghino, tra Grioli e via dell’Orto. Destinato ad esaurire le previsioni del PEEP, con il coinvolgimento di una serie di soggetti che hanno costituito il Consorzio Nuova Badia e che stanno attendendo una semplice variante indispensabile per adeguarsi alla mutata normativa sulla sicurezza idrogeologica, vedrà la realizzazione di 270 alloggi di edilizia convenzionata e sovvenzionata, di cui 30 dell’ATER, e un certo numero di alloggi destinati all’affitto concordato come previsto dal bando regionale. Poi la piscina e la palestra a Grioli, spazi per il mercato rionale, interventi sul verde pubblico e sul risanamento ambientale di intere aree della zona. “Ma è la realizzazione del Parco Fluviale la vera grande sfida dei prossimi anni”, dice Naldoni. Operazione non semplice, che deve tener conto delle molte aziende agricole e di un tessuto non marginale di agricoltura amatoriale che, sostiene l’assessore, dovremo trovare il modo di far convivere dentro un sistema misto pubblico-privato, non solo nella gestione, ma anche nell’intera filosofia di Parco stesso: una serie di segni leggeri sul territorio, di episodi, una ippovia, una pista pedociclabile, un’area a verde attrezzato, un posto di ristoro, il tutto inserito in un contesto che fa del rispetto dell’ambiente la sua ragione di rapporto primario con ciò che lo circonda. “Ma avendo chiaro”, dice Naldoni, “che l’obiettivo è quello di un Parco unico dell’Arno dalle Cascine ai Renai, dall’Argingrosso a Lastra a Signa passando per Scandicci”. Infine il terzo segno di lunga durata, quello storico-culturale. La Badia di S. Salvatore a Settimo su tutti, “una presenza”, dice l’assessore, “ che deve divenire protagonista dei luoghi che domina da oltre un millennio e non vissuto come un ospite troppo ingombrante, troppo costoso, tutto sommato portatore di fastidi più che di orgoglio”. E Villa di Castelpulci, di proprietà della Provincia di Firenze, è destinata, pare, a diventare sede finale dell’ Università della moda. Ma nella Piana di Settimo, attorno alla Badia in particolare, sono cresciute negli anni interessanti esperienze promosse da cittadini, da operatori locali, dal Consiglio di Quartiere e da associazioni culturali che, in proprio o con la collaborazione dell’Amministrazione, hanno prodotto eventi di grande livello come una edizione del Premio di poesia Dino Campana. Ed i servizi: quelli per l’infanzia, la scuola, e quelli sociosanitari, forse non segni di lunga durata, “ma certamente tracce di coerenza nella politica comunale degli ultimi decenni”, dice Naldoni, che ha portato all’apertura di due sezioni di materna statale, la realizzazione dello spazio gioco; e, in prospettiva, vedrà l’ampliamento della materna di S.Colombano e della elementare Pettini. E, per quanto riguarda l’ambulatorio medico di Badia, un adeguamento dei locali e il trasferimento delle funzioni ambulatoriali e sanitarie al piano inferiore dello stabile. “Quello che emerge”, ci dice in conclusione l’assessore Naldoni, “è che siamo riusciti davvero a traghettare questa parte della nostra città dalla sponda dell’emergenza a quella della sfida per la qualità”. Ovviamente non la pensano così le forze di opposizione, né quelle del centro destra, né Rifondazione Comunista. Ma neppure l’Amministra-zione Comunale si nasconde, sarebbe suicida, che esistono questioni aperte da affrontare con decisione. (Claudio Armini)


POST-IT
Proposte popolari
Tre pagine, un documento firmato Gian Paolo Lari (Ppi per la Margherita), per elencare quattro nodi da sciogliere per un migliore assetto della piana di Settimo. Traffico e viabilità: separare nettamente i flussi di traffico privato e civile da quelli industriali. Raddrizzare il cavalcavia di Badia, scollegandolo da Borgo ai Fossi, realizzando un nuovo collegamento con Via delle Nazioni Unite e l’attuale rotonda. Vietare l’ingresso in Badia a Settimo al traffico pesante, salvo autorizzazioni temporanee. Posizionamento continuo di barriere antirumore sui tratti dell’A1 e della Fi-Pi-Li prossimi alle zone abitate. Verde pubblico: carenza cronica di alberi ad alto fusto, per cui, soprattutto nei tratti di confine tra le varie lottizzazioni, le strade, l’autostrada e le aziende (da sensibilizzare e coinvolgere), iniziare un’opera di piantumazione. E vincolare il rilascio di nuove concessioni edilizie alla condizione di realizzare alberature proporzionali all’area edificabile. Alvei dei fossi: dopo il risanamento dagli scarichi fognari, ripulitura dai materiali accumulatisi e, attraverso la gestione organizzate di risorse umane locali, garantirne la manutenzione ed il controllo. Zone di pregio: garantire che ogni nuova edificazione e progettazione previste per Badia a Settimo siano realizzate nel rispetto della dignità e dell’estetica del paesaggio che ha al proprio centro l’Abbazia.
Infine interventi migliorativi di arredo urbano, aumento dei parcheggi di servizio agli impianti sportivi, interventi sull’illuminazione pubblica per ridurre l’inquinamento luminoso che soprattutto non permette la giusta valorizzazione del monumento. (Cl.Ar.)