Popoli che vengono e che vanno, come quelli che 30 anni fa fecero balzare Scandicci da 14 a 50 mila abitanti. Allora venivano da altri paesi e città d’Italia. Oggi partono da altri continenti per cercare qui un futuro decoroso. Alcuni delinquono. I più lavorano e spesso in condizioni prossime alla “schiavitù”. La globalizzazione è anche questo, un mondo senza frontiere per gli uomini e le donne e non solo per le merci ed il denaro. Scandicci, che si appresta a riscrivere il proprio Statuto Comunale, una sorta di Carta Costituzionale locale, propone per i nuovi migranti di oggi una politica dei diritti e delle libertà che, nel rispetto delle leggi e delle regole, favorisca la loro integrazione in armonia con la comunità locale.
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