"Cittadella" delle imprese
Un'area di 18 ettari, un terzo di proprietà comunale, l'altra di privati, in zona Padule. Sorgerà qui la nuova "cittadella" per gli insediamenti produttivi e artigianali. Dopo venticinque anni sta arrivando a soluzione una vicenda complessa. Prima con il PIP (Piano Insediamenti Produttivi), e più recentemente con la STU (Società di Trasformazione Urbana) le varie amministrazioni comunali avevano tentato di realizzare un intervento la cui praticabilità si è però sempre scontrata con molti ostacoli tra cui l'eccessiva parcellizzazione della proprietà dei terreni. Oggi, con le proprietà ricomposte ed un nuovo approccio politico che ha ricercato un forte rapporto con il privato, la possibilità di realizzare nuovi ed adeguati insediamenti produttivi appare più vicina e finalmente raggiungibile
Tra la Gucci e The Bridge, tra la Nuova Italia ed il futuro stabilimento di Prada: vale a dire nel cuore della produzione di qualità. Come posizione è difficile immaginare di meglio. Sarà un caso, ma sono proprio qui, in questo quadrilatero magico, i 18 ettari di terreni dove piccole e medie imprese artigiane, ma anche del terziario e segmenti della new economy, andranno a costituire la loro nuova "cittadella". E questo dopo che l'argomento è stato scritto nell'agenda dell'attività politica ed amministrativa del Comune per quasi venticinque anni.
La vicenda, che viene davvero da molto lontano, l'hanno ricostruita, commentata e giudicata, nei loro interventi in Consiglio Comunale, il Sindaco Giovanni Doddoli e l'Assessore all’Urbanistica e Vicesindaco Simone Gheri. Si inizia nel 1976, quando l'amministrazione comunale inserì il PIP, Piano Insediamenti Produttivi, così allora si chiamava, nel Piano Regolatore in formazione. L'idea era quella che il Piano fosse realizzato tutto e direttamente dal Comune, in coerenza con una impostazione politica che vedeva "il pubblico" attore protagonista anche nelle politiche e nei processi economici ed industriali. Un comportamento, come ancora si dice in gergo, "dirigista". La cosa restò lì, anche perché l'eccessiva frammentazione della proprietà dei terreni dove sarebbero dovuti sorgere i nuovi edifici per le imprese impedì, in modo sostanziale, la realizzazione dell'intervento. A più riprese, ma sempre senza risultato, le successive amministrazioni comunali cercarono di superare l'empasse. Penultimo atto tre anni fa, con la prima amministrazione guidata da Giovanni Doddoli, quando l'allora Vicesindaco ed Assessore all'Urbanistica, Filippo Fossati, tentò di aggredire e risolvere la troppo annosa questione con lo strumento della Società di Trasformazione Urbana, per gli addetti ai lavori STU.
L'idea era quella giusta: creare una società tra il Comune ed i soggetti privati, proprietari dei terreni, per progettare l'intervento edilizio. Approccio, come ben si comprende, completamente ribaltato rispetto a quello iniziale di oltre vent'anni prima; ma con un peccato di ingenuità o sopravvalutazione dei ruoli, come ha detto il Sindaco: "che cioè i proprietari fondiari potessero trasformarsi tutti in imprenditori, avviando una operazione di valorizzazione dei terreni. Questo non successe, anzi l'atteggiamento fu proprio il contrario, perché le proprietà tentarono di ricavare il massimo possibile dalla vendita". Di investire, quindi, neppure a parlarne.
Da quel momento ad oggi la situazione però si è evoluta sostanzialmente. Intanto si è verificata una concentrazione in poche mani della proprietà dei terreni; poi è stato aperto un canale con la principale associazione di categoria degli artigiani, la CNA. Ed hanno funzionato da ulteriori acceleratori sia il processo di forte modernizzazione che sta interessando Scandicci e l'area metropolitana sud ovest, sia l'appuntamento con il nuovo Piano Strutturale che dovrà completare il disegno urbanistico cittadino, comprendendo qui anche le funzioni da collocare o ricollocare.
Ma soprattutto, come hanno tenuto a sottolineare Doddoli e Gheri, quel che ha contato molto "è stato il nuovo atteggiamento della politica e dell'amministrazione che hanno compreso che il loro ruolo non deve essere quello di fare e gestire direttamente, bensì di creare condizioni favorevoli a sciogliere i nodi che possono ostacolare l'iniziativa privata; e che, in questo quadro, hanno assunto la parte del controllore e garante che le operazioni avvengano nell'interesse collettivo non speculativo: hanno aiutato insomma, con questo dinamismo, l'avvio di una nuova stagione di investimenti". Con questo quadro di condizioni mutate la Giunta si è così presentata, lo scorso 18 settembre, davanti al Consiglio Comunale -dopo aver percorso l'iter istituzionale anche davanti alla Prima Commissione Consiliare- per chiedere l'approvazione di una delibera dal titolo "Piano particolareggiato in località Padule. Iniziativa pubblico-privata".
Le varie fasi in cui si articolerà tutto il complesso percorso sono comunque ben dettagliate in un altro atto allegato alla delibera, la "Bozza di protocollo di intesa-convenzione quadro tra i soggetti privati proprietari dei terreni ed il Comune di Scandicci" (vedi Post-it). Delibera e schema allegato sono stati approvati dalla maggioranza di centro sinistra, l'astensione del Partito della Rifondazione Comunista ed il voto contrario della Casa delle Libertà. Ha preceduto questa votazione un'altra alzata di mani su un documento integrativo presentato da Francesco Mencaraglia, capogruppo di PRC, approvato anche dalla maggioranza di centro sinistra, nel quale "si impegna il Sindaco ed il Presidente della Prima Commissione ad avviare incontri con le realtà produttive locali al fine di valutare possibilità, modalità ed entità di eventuali sconti rispetto al prezzo di mercato". (Cl.Ar.)
“Sarà un’intervento
di qualità”
“Capannoni ? no grazie". Chi ha negli occhi le immagini di tante delle zone industriali che sorgono ai confini di quasi tutte le città, Scandicci compresa, fatte di capannoni squadrati, di parallelepipedi anonimi e davvero brutti, se vuole con la fantasia farsi un'idea di come sarà la nuova cittadella delle imprese dovrà cancellare questa visione. Perché, parola di Sindaco e Assessore, quelli che dovranno sorgere sopra quei 18 ettari di terreno non potranno che essere costruzioni di qualità architettonica. E questo per varie ragioni.

A sinistra: Giovanni Doddoli - Sindaco di Scandicci
A destra: Simone Gheri - Assessore all’Urbanistica
La prima, dicono Doddoli e Gheri, perché "questa della qualità e del bello è una scelta culturale che abbiamo compiuto e dalla quale non intendiamo abdicare". Scelta che, per esempio, ha indotto Prada ad affidare la progettazione del loro nuovo stabilimento, che sorgerà proprio a pochi passi da quest'altro intervento, al prestigioso binomio Herzog-De Meuron. E il disegno del nuovo centro, previsto dal Piano Strutturale appena avviato, ad un mostro sacro dell'architettura e dell'urbanistica come Richard Rogers. Ugualmente è in corso una puntigliosa partita con Unicoop per la progettazione del centro commerciale che dovrà sorgere nell'area Cdr. Come, se pur non solo all'insegna del bello ma anche in quella del rispetto delle regole, è stata decisa una determinata azione contro l'abusivismo edilizio soprattutto in zona collinare.
E' per difendere "il bello", oltre che la salute, che Doddoli intraprese la battaglia contro l'elettrodotto che, se Enel rispetterà gli impegni, dovrebbe essere demolito nel prossimo anno. E sempre in nome del bello, per il Sindaco "un valore ed un diritto ormai acquisito dalla coscienza collettiva", Scandicci non si è accontentata dei primi progetti di ampliamento della A1 presentati da Società Autostrada, ed ha preteso continui miglioramenti nella scelta dei materiali per le barriere antirumore e nella progettazione della galleria per Casellina "che non sarà un semplice tunnel ricoperto di terra".
Con la cittadella delle imprese, oggi, un'altra sfida. "Non sappiamo ancora chi realizzerà il progetto", spiega Simone Gheri, "ma non potrà essere che uno studio di architettura qualificato ed attento perché oltretutto si tratta di un intervento che interessa un'area pregiata, per niente marginale, ai piedi delle colline e che dovrà rispettare parametri e caratteristiche precise".
Costeranno troppo, in pochi potranno permettersi spazi come questi, è l'obiezione o il timore che già alcune forze politiche avanzano. "Costeranno più di un insano, brutto e rapidamente deperibile capannone" afferma il Sindaco.
Che aggiunge: "anche per gli imprenditori è ora di misurarsi con questa nuova dimensione del fare impresa: spazi adeguati, gradevoli, rispettosi dei bisogni dei lavoratori che lì dovranno vivere le loro giornate". Ed anche belli da vedersi da fuori, un pregevole biglietto da visita per chi si insedierà con la propria attività nel quadrilatero delimitato da Gucci, Prada, The Bridge e La Nuova Italia. (Cl.Ar.)

POST-IT
Pubblico-Privato: le condizioni dell’intesa
Una pagina di premesse, tre di punti specifici, dieci per l'esattezza. Questa è la bozza di Protocollo d'intesa/convenzione quadro che il Comune di Scandicci ed i privati, proprietari delle aree in zona Padule, si troveranno tra breve a sottoscivere per avviare le procedure necessarie a realizzare l'insediamento produttivo ed artigianale, la Cittadella delle imprese.

Punto per punto, ecco in sintesi i capisaldi del documento.
1 Le parti riconoscono che lo strumento urbanistico più idoneo per pervenire ad una sollecita realizzazione (…) è il Piano Particolareggiato (…).
2 Tale Piano dovrà essere predisposto nel rispetto dei limiti di edificabilità previsti dal Piano Regolatore Generale vigente e conterrà assetti urbanistici e indicazioni progettuali per reti stradali, volumi, altezze delle costruzioni, destinazioni degli edifici, spazi riservati ad opere o impianti di interesse pubblico, prescrizioni sui materiali, etc. (…) L'Amministrazione Comunale si riserva, per garantire un assetto complessivo più organico e qualitativo, di valutare l'opportunità di mettere a punto una contestuale variante urbanistica di concerto con gli indirizzi delineati dal progettista incaricati. Gli iter procedurali della eventuale variante e del Piano particolareggiato saranno in tal caso strettamente coordinati per contenere al massimo i tempi di approvazione. La progettazione necessaria per la predisposizione e l'approvazione del Piano, vista l'esigenza di realizzare interventi organici ed armonicamente coordinati, dovrà essere in ogni caso unitaria per l'intero comprensorio, quindi sia per aree di proprietà comunale che per quelle di proprietà privata; tale elaborazione (…) dovrà essere di alta valenza qualitativa al fine di garantire soluzioni architettoniche e funzionali adeguate e qualificanti.
3 Per consentire la tempestiva predisposizione del Piano i soggetti privati (…) si impegnano a sostenere le spese riguardanti gli onorari del professionista o dei professionisti incaricati della redazione dello schema di Piano (…).
4 Entro 30 giorni dalla sottoscrizione del presente atto i soggetti privati, con il consenso del Comune, si impegnano a individuare lo studio professionale o il professionista da incaricare per la redazione dello schema di Piano Particolareggiato (…) secondo gli indirizzi (…) dell'Amministrazione Comunale che curerà la conclusiva stesura (…).
5 Il Piano dovrà essere sviluppato in modo che (…) i lotti edificabili corrispondano proporzionalmente alla estensione territoriale delle rispettive proprietà (…) I firmatari (…) provvederanno direttamente alla realizzazione degli interventi (…).
6 I rapporti fra Comune (…) e privati saranno regolati sino alla esatta e definitiva identificazione dei lotti di rispettiva competenza (…) ed al completamento delle opere di comune interesse (…) Il Comune e i soggetti privati dichiarano (…) la disponibilità a procedere alle conseguenti necessarie permute patrimoniali.
7 I rapporti patrimoniali tra Comune e proprietà privata e i conseguenti aspetti operativi ed economici saranno disciplinati da apposita Convenzione (…) Il Comune, prima della adozione del Piano Particolareggiato, si riserva di definire (…) quale quota di sua proprietà verrà destinata alle proprie strutture o comunque a destinazione pubblica e quale quota invece verrà resa disponibile per insediamento di imprese artigiane, secondo il Protocollo di Intesa stipulato con la CNA il 18 giugno 1998 (…)
A tal fine l'Amministrazione si riserva di bandire una gara di evidenza pubblica per individuare un soggetto qualificato (…) capace di raccogliere, selezionare e ordinare le richieste di assegnazione di spazi da parte di imprese artigiane e/o attività produttive (…).
8 Tutte le opere di urbanizzazione e gli interventi necessari (…) saranno realizzati (…) a scomputo degli oneri dovuti (…) A garanzia (…) i soggetti privati rilasceranno a favore del Comune (…) una fideiussione bancaria o assicurativa pari all'importo delle opere previste.
9 (…) la quota delle opere di urbanizzazione, a carico del Comune in relazione alla sua quota di proprietà, sarà considerata in sede di definizione dei rapporti patrimoniali ed economici relativi all'area di proprietà.
L'Amministrazione Comunale definirà (…) le modalità di realizzazione degli interventi di propria competenza riservandosi (…) di acquisire lotti edificati dai soggetti privati con compensazione degli oneri economici (…) mediante la cessione di una parte di edificabilità propria (…).
10 Per quanto non espressamente previsto dal presente atto si rinvia alla stipula della specifica Convenzione (…).