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TORREGALLI BIS
Così si presenterà l’ospedale di Torregalli alla fine dei lavori

Partono i lavori per l’ampliamento del Nuovo ospedale di San Giovanni di Dio; accanto alla struttura già esistente, inaugurata nel 1980, sarà costruito un nuovo padiglione. Costo dell’intervento 27 milioni di euro, comprendenti anche la somma necessaria alla ristrutturazione dei locali in uso da 25 anni. Il progetto per il Torregalli bis, dello studio Cspe, era già pronto nel 2000, ma un contenzioso con la ditta appaltatrice aveva bloccato tutto; adesso i cantieri aprono definitivamente. I lavori e la nuova organizzazione spiegati dal Direttore generale della Asl Luigi Marroni, dal Direttore sanitario dell’ospedale Alberto Appicciafuoco e dal Sindaco di Scandicci Simone Gheri. Il Presidente della Società della Salute Simone Naldoni, intervistato, spiega come ospedale e servizi sul territorio debbano fare sistema.


Un ampliamento di 14.500 metri quadri sugli attuali 30 mila per l’ospedale di Torregalli, un investimento da 27 milioni di euro per un intervento che prevede, oltre alla realizzazione della “Piastra”, ovvero del nuovo padiglione, anche l’avvio dei lavori di ristrutturazione per i locali già in uso da venticinque anni. Si tratta in realtà dello sblocco di un contenzioso tra la Asl e la ditta appaltatrice dei lavori, una vicenda che impediva da anni l’apertura dei cantieri a fianco del Nuovo ospedale di San Giovanni di Dio. “Siamo riusciti con trattative non semplici a far partire, con tempi di ultimazione ridotti, un progetto definito nel duemila, ma sempre rimasto bloccato per problemi di diversa natura”, ha dichiarato Luigi Marroni, Direttore generale della Azienda sanitaria di Firenze, che ha presentato il progetto assieme al Sindaco di Scandicci Simone Gheri, al Presidente della Società della salute dell’area Nord Ovest Simone Naldoni, a Filippo Fossati, membro della Commissione Sanità del Consiglio regionale della Toscana e al Direttore sanitario Alberto Appicciafuoco. “I lavori”, ha proseguito Marroni, serviranno a migliorare la qualità e il comfort nell’assistenza, all’interno di un ospedale che per numero e servizi offerti è un fiore all’occhiello della nostra sanità”. Con 43 mila accessi e 17 mila ricoveri annui, con 301 posti letto che potrebbero salire a 418 dopo l’ampliamento, il Nuovo San Giovanni di Dio è infatti uno degli ospedali più importanti della Regione, che pur trovandosi per poche decine di metri sul territorio di Firenze “è considerato da sempre un pezzo importante di Scandicci, un elemento fondamentale nella nostra attività amministrativa”, come ha detto il Sindaco Gheri. “E’ un momento di grande soddisfazione – ha commentato il primo cittadino – con la ripartenza dei lavori per l’ampliamento di Torregalli si segna una tappa di questa prima parte di legislatura. L’obiettivo del Nuovo San Giovanni di Dio è quello di contraddistinguersi sempre più per l’eccellenza nella quotidianità, in questo senso ci siamo mossi, ad esempio, quando nei mesi scorsi abbiamo fatto richiesta dei macchinari per le angiografie”.
“Questo ospedale – ha sottolineato il Direttore Marroni – sarà tra i beneficiari del piano di investimenti in tecnologie sanitarie dell’azienda, basti pensare che per tutta l’Asl fiorentina sono stati stanziati 29 milioni di euro in tre anni, e di questi tra i 3 e i 4 milioni di euro annui andranno a Torregalli. I servizi del Nuovo San Giovanni di Dio sono già, e lo saranno di più in futuro, proiettati sul territorio”. “Questo investimento – ha detto il Consigliere regionale Fossati – è la dimostrazione che nella rete ospedaliera fiorentina non ci sono figli maggiori o minori, in tutte le strutture è in corso un innalzamento della qualità”. L’avvio dei lavori per l’ampliamento e la ristrutturazione di Torregalli sono stati fissati per il periodo a cavallo tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, e dureranno poco più di due anni, con la conclusione fissata per dicembre 2007.
A progettare l’intervento il Cspe, il Centro studi progettazione edilizia che già si è occupato del disegno del Nuovo Meyer. “Questo progetto – spiegano dal Cspe – venne visionato a suo tempo e approvato anche dall’architetto Pierluigi Spadolini, che realizzò la struttura ospedaliera attualmente esistente, e che lo giudicò non invasivo rispetto all’opera da lui disegnata”. I 27 milioni di euro di investimento arriveranno da Stato, Regione ed Asl. Il progetto prevede la costruzione di un nuovo corpo di fabbrica, la cosiddetta Piastra, in ampliamento sul lato nord nord est dell’attuale ospedale; l’incremento in termini di volumi edificati è di circa 50.500 metri cubi; sviluppata su tre piani, la Piastra sarà destinata ad ospitare laboratori di analisi, anatomia patologica, il poliambulatorio, riabilitazione, psichiatria, morgue, day hospital, day surgery, il centro trasfusionale, il dh oncologico, l’hospice per i malati terminali, le sale operatorie per la chirurgia ambulatoriale, oltre a nuovi locali per il personale tra i quali gli spogliatoi.
Tra le strutture da costruire ex novo anche una “galleria principale posta a cerniera fra esistente ed ampliamento, con conseguente riorganizzazione della distribuzione degli accessi e dei servizi per il pubblico”, secondo la spiegazione dei progettisti. Il nuovo corpo ospedaliero sarà in linea anche con alcuni dei canoni della bioarchitettura, con parte della struttura mimetizzata nel verde, grazie alle numerose piante che verranno impiantate anche su parte di essa, e grazie ad uno studio effettuato sulla penetrazione della luce naturale, al fine di sfruttarne al massimo le sue potenzialità. Con l’intervento anche la ristrutturazione di alcune aree funzionali interne all’ospedale e la ridistribuzione di alcune funzioni, per l’adeguamento alle norme sull’accreditamento delle strutture ospedaliere; con la costruzione del nuovo edificio saranno riorganizzate anche le aree esterne, con la razionalizzazione e il potenziamento della viabilità interna e la realizzazione di un nuovo parcheggio a servizio dell’ospedale, in parte a compensazione dell’attuale, in parte ad incremento connesso all’aumento dei volumi, per un totale di oltre 500 posti auto, in pratica triplicati rispetto all’attuale situazione, su un’area di 15.500 metri quadri circa. L’orientamento sarà quello di “usare l’edificio ospedaliero già esistente in prevalenza per ricoveri di degenza”, come ha spiegato il Direttore sanitario Appicciafuoco, “mentre la nuova struttura per i servizi di Day Hospital”. Il Nuovo ospedale di San Giovanni di Dio fu inaugurato nel 1980, in un’area già individuata dal Piano regolatore generale del Comune di Firenze già nel 1962, al confine del territorio comunale fiorentino, lungo l’asse viario che collega il capoluogo col Comune di Scandicci, subito prima della frazione de Le Bagnese.
“Da quando il Nuovo Ospedale di San Giovanni di Dio è stato inaugurato – si legge nella relazione tecnica al progetto di ampliamento – dismettendo l’antico Ospedale di Borgo Ognissanti, il presidio ospedaliero di Torregalli è diventato insostituibile punto di riferimento sanitario per un’ampia fascia territoriale e di popolazione”. Nessun dubbio dunque può sussistere sulla opportunità strategica della collocazione sul territorio, sulla valenza multizonale della struttura, sulla conferma della localizzazione anche sul medio e lungo periodo, confermata anche dagli strumenti programmatori sanitari regionali e comunali. Il progetto non prevede tanto incrementi del presidio in termini di posti letto quanto un ampliamento degli spazi dedicato soprattutto all’adeguamento delle dotazioni per funzioni sanitarie ora indebitamente allocate e compresse, e dunque al riallineamento con standard di dotazioni più adeguati e flessibili.
Per quanto riguarda la ristrutturazione dell’edificio già esistente, la superficie interessata è di circa cinquemila metri quadri; in questo caso i singoli interventi saranno effettuati secondo un calendario dei lavori indipendente da quello per l’ampliamento. Una volta terminata la Piastra e trasferiti i servizi partiranno alcuni degli interventi, tra cui ad esempio il miglioramento del sistema di ascensori utilizzati dal personale, dai pazienti e dai visitatori per salire e scendere i sei piani; alcune opere invece sono già state avviate, come ad esempio il rifacimento del blocco delle sale operatorie.
Nel progetto è contemplata anche la riorganizzazione della viabilità interna a Torregalli. “L’assetto di progetto – si legge nella relazione tecnica - prevede che l’ingresso di sinistra sia effettivamente riservato ai mezzi da e per il pronto soccorso oltre che alle funzioni di mezzi di servizio. Per parcheggio del personale dovrebbe essere invece destinata e riservata quota parte della nuova area di parcheggio pubblico sul lato sinistro, articolata anche per fornire adeguati e comodi spazi per le utenze disabili. Nell’ambito della riorganizzazione della viabilità da questo lato dovrebbe inoltre essere ricavato un percorso veicolare, che permetta l’accesso alla nuova area di centrali tecnologiche, garantendo contemporaneamente anche un’utile accessibilità veicolare per i casi di emergenza”. [Matteo Gucci]


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SOCIETA' DELLA SALUTE
“L’OSPEDALE SEMPRE PIÙ IN RELAZIONE
CON IL TERRITORIO”
Parla il Presidente Simone Naldoni

“Le prestazioni ospedaliere e quelle invece offerte dalle strutture sanitarie e sociali del territorio devono essere considerate assieme, come assieme danno vita ad un sistema basato sulla complementarietà dei servizi”. Simone Naldoni, assessore alle Politiche Socio sanitarie di Scandicci e Presidente della Società della Salute area Nord ovest, che comprende i Comuni di Scandicci, Lastra a Signa, Signa, Campi Bisenzio, Calenzano, Sesto Fiorentino, Fiesole e Vaglia, spiega come in un sistema socio sanitario moderno per un territorio è fondamentale un ospedale che funzioni bene, ma al tempo stesso l’ospedale non può funzionare bene a prescindere dal contesto dei servizi di assistenza, sociali e sanitari della realtà circostante. Che importanza ha per i Comuni dell’area il progetto per il Nuovo San Giovanni di Dio? “L’ampliamento di Torregalli risponde ad un’esigenza di razionalizzazione degli spazi interni ma anche di rapporto tra l’ospedale e il territorio. E’ l’ospedale di riferimento per l’area di Scandicci Le Signe e sempre più occorre integrare i servizi ospedalieri con quelli territoriali. I rapporti tra noi e l’ospedale, già di per sé ottimi, necessitano di un ulteriore passo avanti che si componga di accordi e protocolli, affinché si raggiunga l’appropriatezza massima nella risposta sanitaria al bisogno di salute espressa dai cittadini”. Qualche esempio? “Cito le cosiddette dimissioni ospedaliere protette, ovvero l’intercettazione da parte di strutture territoriale dei bisogni che spesso trovano risposte inappropriate in ospedale. Così come è nostra intenzione favorire sul territorio quelle esperienze già previste dal piano sanitario regionale e dall’accordo sindacale sottoscritto con i medici di medicina generale, che prevede forme associate da parte dei medici di gestione degli ambulatori, secondo il modello degli Ucp, le unità di cure primarie. Questo potrebbe scaricare tra l’altro i pronto soccorsi ospedalieri, gestendo sul territorio le piccole emergenze e la piccola diagnostica di base in orari predefiniti, anche in assenza del proprio medico”. Come potrebbero relazionarsi queste strutture con l’ospedale? “Il rapporto con l’ospedale si concretizza nel momento in cui il medico rileva la necessità di un ricovero, di un approfondimento diagnostico o semplicemente di un consulto; potrebbe ad esempio, nel caso si accorga dal tracciato di un elettrocardiogramma che qualcosa non va, inviarlo per e mail al reparto di cardiologia di Torregalli, dove avrebbe la precedenza nell’osservazione, e da qui medico e paziente vedrebbero restituito un responso in tempi rapidi”. Quali sono i vantaggi di una tale organizzazione? “Questo sistema di integrazione, è stato dimostrato, porta, oltre che ad un migliore servizio per l’utente, anche ad un risparmio per il servizio sanitario nazionale. Stesso discorso deve valere per la parte che riguarda i servizi sociali. Far scattare meccanismi attraverso i quali la dimissione ospedaliera viene effettuata solo dopo aver verificato, soprattutto nel caso degli anziani, se esiste una rete sul territorio, che in alcuni casi può essere anche quella parentale, pronta ad accogliere il paziente”. [M.G.]