CIMITERI
APPROVATO L’AMPLIAMENTO
DEL SANT’ANTONIO

Oltre al primo lotto di lavori per l’ingrandimento del cimitero di Scandicci Alto
anche un nuovo blocco di ossarini a La Pieve


Il cimitero di Sant’Antonio
Approvato dalla Giunta comunale il progetto esecutivo per il primo stralcio di lavori al cimitero di Sant’Antonio.
L’intervento, secondo quanto fissato dal project financing, sarà a carico della Sant’Antonio spa, la società che nel 2003 si è aggiudicata la gestione degli otto cimiteri comunali di Scandicci per 29 anni; in questo periodo la società, nata dall’associazione temporanea di impresa che due anni fa partecipò alla corsa per l’aggiudicazione, formata da Baldassini & Tognozzi e Pancani, deve provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture e a portare avanti un piano di ampliamento deciso dall’amministrazione comunale prima dell’aggiudicazione del project. Gli ampliamenti riguardano i cimiteri di San Colombano, San Martino e, appunto, Sant’Antonio, il cimitero più grande di tutto il comune. Il Comune contribuirà alle attività di manutenzione e di ampliamento nei primi otto anni di project financing con uno stanziamento di 2 milioni 786 mila e 284 euro. Il progetto di ampliamento approvato lo scorso luglio è forse il più importante tra tutti quelli previsti nel piano valido 29 anni.
Il primo stralcio di lavori per il Sant’Antonio costerà 3 milioni 242 mila 575 euro, e prevede la realizzazione di diciannove cappelle per loculi, che in questa prima fase all’incirca saranno millenovecento, nuove sepolture, sepolcreti singoli, le cappelle del commiato, due stanze mortuarie, i servizi igienici per i visitatori, i percorsi pedonali e carrabili, la sistemazione a verde di tutto il cimitero, la sistemazione dell’ingresso principale e la costruzione ex novo di una palazzina per gli uffici. Il secondo stralcio di lavori per completare il progetto di ampliamento del Sant’Antonio sarà effettuato invece nei prossimi anni, con la previsione della realizzazione di altre sei cappelle per i loculi, di tutto il complesso per gli ossari, di un parco pubblico nella zona più in basso e di nuovi parcheggi. Complessivamente al termine dai due stralci di lavori il cimitero di Scandicci alto conterà 2.490 loculi in più rispetto alla situazione attuale, ottanta nuovi sepolcreti privati, 104 sepolture a terra e 3.430 ossari che adesso mancano. Assieme alla delibera per il progetto esecutivo dei lavori a Scandicci Alto, la Giunta comunale ha anche approvato un intervento per il cimitero de La Pieve; in questo caso, nonostante non si tratti di un progetto di ampliamento bensì di un opera di manutenzione straordinaria, verrà ricavato uno spazio per gli ossarini in un nuovo blocco, mentre una costruzione già esistente, sempre per ospitarvi ossari, sarà rialzata. Il piano per l’ampliamento dei cimiteri di Scandicci prevede poi quattrocento nuovi loculi a San Colombano, dove saranno realizzati anche quattrocento ossarini.
A San Martino alla Palma, invece, i loculi in più saranno novanta, 122 gli ossarini e quattro i sepolcreti. Si tratta però di previsioni che non saranno realizzate nell’immediato, trattandosi di progetti da scadenzare durante il periodo di gestione da parte della Sant’Antonio. La soluzione del project financing per i cimiteri di Scandicci fu decisa per alleggerire le casse del Comune degli oneri arrecati dalla gestione diretta dei servizi e per individuare al tempo stesso un soggetto privato in grado di eseguire il piano di ampliamento, risolvendo così l’annoso problema della mancanza di spazi nei cimiteri comunali per le sepolture. A maggio il Consiglio Comunale aveva approvato all’unanimità il nuovo regolamento di polizia mortuaria, che contempla le norme per la dispersione e per la conservazione delle ceneri dei defunti, oltre a nuove regole per la sepoltura nei nostri cimiteri dei parenti dei residenti a Scandicci. [M.G.]


LAVORO
LE ISTITUZIONI PER MATEC E ZANUSSI
I CONSIGLI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE, DEL COMUNE DI SCANDICCI
E DELLA REGIONE TOSCANA A DIFESA DEI LAVORATORI

Il Consiglio provinciale di Firenze ed il Consiglio comunale di Scandicci, riuniti congiuntamente (18 luglio), ed il Consiglio regionale della Toscana (20 luglio), hanno affrontato il tema della crisi economica locale, ed in particolare la situazione della Matec e della Zanussi-Electrolux. Provincia e Comune di Scandicci, al termine della seduta, alla quale hanno partecipato anche alcuni parlamentari e durante la quale sono intervenuti anche i lavoratori delle due aziende, hanno anche approvato all’unanimità un ordine del giorno. Nel documento si afferma che “il compito delle Istituzioni è quello non solo di solidarizzare con i lavoratori, ma anche di creare squadra fra il Governo, la Regione, la Provincia, i Comuni e le Organizzazioni Sindacali, realizzando la compattezza delle forze politiche, per creare un tavolo di trattativa, che tracci una serie di obiettivi da raggiungere anche gradualmente puntando sull’impegno delle aziende che da quel territorio hanno ricevuto attenzione e collaborazione in tempi meno critici”. Nell’ordine del giorno anche gli impegni, da parte della Provincia, ad intervenire con attività di formazione e riqualificazione professionale che consentano la valorizzazione delle competenze del personale e, in caso di perdita del posto, il tempestivo reinserimento lavorativo. Altri punti significativi il “favorire il processo di riconversione della realtà produttiva, ferma restando la non disponibilità di Scandicci a negoziare i vincoli di destinazione urbanistica delle aree produttive ed industriali” , e la richiesta del rispetto degli impegni assunti nel “Patto per l’occupazione e lo sviluppo”: in particolare che Assoindustria di Firenze -nel contesto delle buone pratiche e degli impegni per l’innovazione, ricerca e sviluppo- assuma iniziative conseguenti e produttive per la creazione di nuove e qualificate opportunità di lavoro. Sullo stesso tono la mozione sullo stato della Matec. Nel documento il Consiglio regionale della Toscana “impegna la Giunta ad attivarsi per individuare possibili soluzioni per il rilancio dell’azienda; ad investire il Governo nazionale affinchè si faccia parte attiva per il rilancio dell’azienda, l’eventuale riconversione, la salvaguardia dei posti di lavoro. La mozione, presentata dal consigliere Filippo Fossati, è stata approvata all’unanimità dall’assemblea regionale. [Cla.Ar.]


PERCORSI
LUNGO LA PESA IN BICI O A PIEDI
UN PROTOCOLLO D’INTESA TRA OTTO COMUNI
PER PROGETTARE TRAGITTI PEDOCICLABILI PER 25 CHILOMETRI


Un protocollo d’intesa per la progettazione preliminare di un percorso pedociclabile lungo il torrente Pesa, dallo sbocco in Arno a Montelupo fino al Molino di San Cassiano a Radda in Chianti, per una lunghezza totale di 25 chilometri. A siglarlo sono stati i Comuni di Montelupo Fiorentino, Lastra a Signa, Montespertoli, Scandicci, San Casciano Val di Pesa, Tavarnelle Val di Pesa, Greve in Chianti, Castellina in Chianti e il Consorzio di bonifica Colline del Chianti, che è stato individuato come ente attuatore della progettazione preliminare. Lo studio di realizzazione del percorso pedociclabile si inserisce in un’attività progettuale più ampia da parte del Consorzio di bonifica, che sta curando per conto dell’Autorità di bacino dell’Arno un sistema di laminazione del torrente con la realizzazione di alcune casse di espansione.


BIOARCHITETTURA
A LEBBIANO I RESIDENCE ECOCOMPATIBILI
AL POSTO DI UN ALLEVAMENTO AVICOLO UNA STRUTTURA TURISTICO RICETTIVA
DA 24 POSTI LETTO, PROGETTATA SECONDO I PRINCIPI DI COMPATIBILITÀ AMBIENTALE


E’ il primo progetto privato a Scandicci ispirato integralmente ai principi di sostenibilità ambientale, e segue alcuni esempi dell’amministrazione comunale tra cui la scuola materna Turri. A Lebbiano, dove fino ad alcuni anni fa si trovava un allevamento avicolo, i nuovi proprietari hanno progettato un intervento per la realizzazione di una struttura turistico ricettiva in grado di accogliere 24 ospiti. I residence sorgeranno al posto di due capannoni esistenti, legittimamente concessionati e classificati come incongrui nella Variante generale del territorio aperto, proprio di fronte al Parco di Poggio Valicaia. Nella progettazione sono stati seguiti i dettami di bioarchitettura, e nella gestione la stessa filosofia legata ai principi di tutela, valorizzazione e rispetto dell’ambiente costruito e naturale: saranno sfruttate le condizioni climatiche per il raffrescamento ed il riscaldamento passivo e per il risparmio delle risorse primarie; sarà fatto uso di materiali naturali a basso costo energetico e riciclabili; è stata studiata l’iinterattività fra edifici ed ambiente ed infine è stata posta la massima attenzione al comfort termico ed igrometrico all’interno degli edifici. Il primo approccio progettuale per la struttura turistica di Lebbiano è stato quello di analizzare il sito dal punto di vista storico ed architettonico, relativo cioè ai caratteri tipologici dei fabbricati esistenti e ai materiali dell’edilizia spontanea presente sulle colline di Scandicci. Dal punto di vista climatico si sono acquisiti i dati statistici relativi ai venti prevalenti, alle precipitazioni ed alle medie climatiche. Si è inoltre cercato di limitare il movimento terra, lasciando sostanzialmente inalterato l’orientamento dei fabbricati attuali. La struttura sarà in muratura portante in laterizio, con forti spessori murari per aumentare l’inerzia termica e limitare quindi i consumi energetici per il riscaldamento ed il raffrescamento, l’impianto di riscaldamento sarà ad alto rendimento con preferenza per la componente radiante, le acque piovane saranno trattate e raccolte in apposite cisterne per il riuso nei wc, nelle lavatrici e per l’irrigazione.


URBANISTICA
AL CNR UN PEZZO DEL NUOVO CENTRO
Accordo tra il Consiglio nazionale delle ricerche e il Comune;
il futuro di quell’area in un parco di 11 ettari e in un mix di residenza e ricreativo



L'area del CNR

Il Consiglio nazionale delle ricerche cederà al Comune un terreno di 75 mila metri quadri, per realizzarvi, unificandolo con quello dell’Acciaiolo , un parco di 11 ettari nel nuovo centro cittadino. Assieme al parco il Comune riceverà anche gli edifici che si trovano in quell’area, due case coloniche attualmente utilizzate dai ricercatori del Cnr, che in futuro, secondo l’idea dell’amministrazione, potrebbero ospitare attività legate alla formazione.
La cessione del terreno e degli edifici è fissata da un protocollo d’intesa firmato dal Sindaco Simone Gheri e dal Presidente del Consiglio nazionale delle ricerche Fabio Pistella; con l’accordo il Cnr condivide le linee del Programma direttore per la realizzazione del nuovo centro della città elaborato da Richard Rogers, che prevede nell’area di proprietà dell’ente una quota di nuovi insediamenti residenziali, cioè case, e un polo ricreativo a valenza regionale; Il Consiglio nazionale delle ricerche si impegna inoltre, nel caso che l’area di sua proprietà dove sono previsti nuovi insediamenti residenziali e ricreativi venga ceduta, ad alienare l’intera consistenza immobiliare ad un unico soggetto “dotato di adeguata capacità finanziaria ed operativa”.
“Questo punto dell’accordo – spiega il Vicesindaco e assessore all’Urbanistica Alessandro Baglioni – è particolarmente importante, ed ha come fine quello di scongiurare ogni possibile frammentazione fondiaria che possa indebolire l’iniziativa imprenditoriale; la frammentazione fondiaria potrebbe infatti rendere difficoltosa l’attuazione delle previsioni urbanistiche per quell’area, e quindi snaturare i contenuti del Programma direttore per il nuovo centro cittadino di Rogers, e con esso l’idea di città che abbiamo”. Per questo stesso motivo il protocollo d’intesa prevede che siano accettate “sole proposte d’acquisto corredate da un’ipotesi progettuale di massima di assetto dell’intero ambito, e da un piano preliminare di fattibilità finanziaria, in coerenza con i contenuti del Programma direttore, e più in generale in linea con gli obiettivi di qualità urbana ed architettonica perseguiti dal Comune per il nuovo centro della città”. “L’area del Cnr è fondamentale nel progetto di nuovo centro di Scandicci”, commenta Baglioni, “dal momento che comprende funzioni diverse e che completa un disegno generale, quello di Rogers, che non si esaurisce nella nuova piazza della Resistenza con la stazione della tramvia davanti al Palazzo Comunale, ma fissa una serie di attività che lì si svolgeranno e che caratterizzeranno Scandicci ancor più come una città, che assuma un ruolo sempre più importante non solo su scala locale”. Con il protocollo d’intesa inoltre “le parti convengono sull’opportunità di dotare di efficacia attuativa le previsioni del Programma direttore, recependone i contenuti del Regolamento urbanistico in corso di elaborazione”, Regolamento urbanistico che dovrebbe essere adottato entro l’anno. “La fase di pianificazione di dettaglio successiva all’approvazione del Regolamento – si legge nell’accordo – sarà inoltre gestita con strumenti proceduralmente snelli, ossia mediante uno o più progetti unitari convenzionati (progetti guida), sull’esempio di quello già approvato per la nuova piazza civica, il che consentirà di contrarre al massimo i tempi tecnici necessari per dare l’avvio alla fase realizzativa”. Nel protocollo d’intesa è fissato anche il principio della “perequazione”, ovvero di un’equa distribuzione dei diritti edificatori con i proprietari delle aree confinanti, sempre nel rispetto dei mix di funzioni urbanistiche individuati dal Programma direttore. Il Comune potrà inoltre cedere ai privati che costruiranno fino al 10 percento del nuovo parco per realizzarvi verde di pertinenza.. [Matteo Gucci]