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“Il Libro della vita”: domenica 25.1 Givone con Memorie dal sottosuolo di Dostoevskij

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Il manifesto de Il libro della vitaOltre 250 partecipanti domenica 11 gennaio nell’Auditorium di Scandicci per il primo appuntamento de Il Libro della vita, con lo storico Alberto Melloni che ha presentato Il Giornale dell’anima di Giovanni XXIII; prossimo appuntamento domenica 25 gennaio 2015, alle 11, sempre nell’Auditorium di piazza della Resistenza (fermata tramvia Resistenza), con Sergio Givone che presenta Memorie dal sottosuolo di Fedor Dostoevskij. Il Libro della vita sono undici appuntamenti domenicali (alle 11 del mattino) dall’11 gennaio al 24 maggio nell’Auditorium del Centro Rogers, con intellettuali, professionisti, studiosi italiani che parlano per cinquanta minuti del libro più importante per loro. Protagonisti de Il Libro della vita sono Alberto Melloni che presenta Il Giornale dell'Anima di Papa Giovanni XXIII (11 gennaio), Sergio Givone con Memorie dal sottosuolo di Fedor Dostoevskij (25 gennaio), Luigi Lombardi Vallauri con I Centomila canti di Milarepa (8 febbraio), Franco Cardini con Il Maestro e Margheria di Michail Bulgakov (22 febbraio), Giovanni Gozzini con Guerra e Pace di Lev Tolstoj (1 marzo), Sergio Staino con Paperino di Walt Disney (15 marzo), Marco Malvaldi con Pensieri lenti e veloci di Daniel Kahneman (22 marzo), Riccardo Illy con Manuale di management di Peter Drucker (12 aprile), Tomaso Montanari con Apologia della Storia di Marc Bloch (19 aprile), Giampiero Maracchi con Asterix il Gallico di René Goscinny e Albert Uderzo (10 maggio), Fabio Picchi con Candido o l’ottimismo di Voltaire (24 maggio).

Il libro della vita è organizzato dal Comune di Scandicci e da Scandicci Cultura, da un’idea di Raffaele Palumbo. Gli incontri sono ad ingresso libero

Gli appuntamenti de Il libro della vita sono le prime iniziative pubbliche organizzate all’interno del nuovo Auditorium di Scandicci, progettato da Richard Rogers nell’ambito del project financing per il Centro cittadino.

“’Il libro della vita’ è un progetto, un invito alla lettura, che Scandicci propone ai cittadini di tutta la città metropolitana fiorentina”, spiegano gli organizzatori, “Abbiamo chiesto a undici autori, autorevoli nei loro campi e di provenienza eterogenea, di parlarci in cinquanta minuti del libro che ha cambiato la loro vita di uomini, di studiosi, di in­tellettuali, di professionisti. ‘Il libro della vita’ propone un sogno: che sia possibile fare comunità condividendo una storia e la conoscenza”.

Il secondo appuntamento è domenica 25 gennaio 2015 alle 11

Domenica 25 gennaio 2015
Auditorium piazza della Resistenza
a Scandicci, ore 11, Sergio Givone
parla di Memorie dal sottosuolo
di Fëdor Dostoevskij.

Sergio GivoneSergio Givone è professore ordinario di Estetica nell’Università di Firenze dal 1991. Ha insegnato nelle Università di Perugia e di Torino. E’ autore di numerose pubblicazioni, alcune delle quali tradotte in francese, spagnolo, tedesco e catalano. Tra di esse: Hybris e melancholia (Mursia, Milano 1974), Dostoevskij e la filosofia (Laterza, Roma-Bari 1986), Disincanto del mondo e pensiero tragico (Il saggiatore, Milano 1988), Storia del nulla (Laterza, Roma-Bari 1995), Metafisica della peste (Einaudi, Torino 2012). E’ autore anche di tre romanzi: Favola delle cose ultime (Torino 1998), Nel nome di un dio barbaro (Torino 2002) e Non c’è più tempo (Torino 2008). Dal giugno 2012 al maggio 2014 è stato assessore alla cultura per il Comune di Firenze.

Con questo romanzo breve (tanto breve quanto intenso e innovativo) Dostoevkij compie la grande svolta: verso quello che lui stesso chiamerà il “doppio abisso”, e cioè l’abisso del bene e l’abisso del male e di tutte le contraddizioni che abitano il cuore dell’uomo. Scandagliando con spietata lucidità le ambiguità che si annidano nella coscienza di ciascuno (l’uomo del sottosuolo è un uomo qualunque, un uomo come tutti) Dostoevkij scopre alcune delle figure che nei grandi romanzi della maturità si faranno autonome e daranno luogo a personaggi memorabili: ad esempio il superuomo, che pretendendo di collocarsi al di là del bene e del male affonda nel male, oppure l’uomo che si degrada fino all’autodistruzione, o l’uomo che sperimenta in sé la dialettica religiosa di ateismo e fede. Perciò il racconto appare come una vera e propria sinopia del grande affresco che i romanzi successivi realizzeranno e conserva tratti di straordinaria attualità.

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Pubblicata Lunedì 12 Gennaio 2015 17:23
Ultimo aggiornamento Lunedì 26 Gennaio 2015 16:22