I gesti della quotidianità

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I gesti della quotidianità
Accoglienza
Il pranzo
Il sonno
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I gesti della quotidianità

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Arrivare al nido ed essere accolto, mangiare, dormire, essere toccato, cambiato, sono questi i gesti della quotidianità che rappresentano fortemente la qualità della relazione e dei tempi educativi.

La cura e l'attenzione per l'altro passano attraverso atti, gesti, parole, sorrisi, silenzi. Il rispetto e la cura affettiva sono i contenuti che permettono di individualizzare la relazione di "quella educatrice" con "quel bambino" e restituiscono una possibilità educativa ed evolutiva legata alla crescita che contrasta l'idea di routine istituzionali, in cui  bambini sono tutti uguali ed i tempi e le modalità identici per tutti.

Attraverso i gesti di tutti i giorni che vedono al centro il corpo del bambino, passano più messaggi e valori che nelle parole e nei progetti finalizzati.

Le prime cure del corpo sono, infatti, le prime e più importanti forme d'amore e di educazione che passano dall'adulto al bambino.

Cura affettiva vuol dire qualità del tono della voce, sensibilità del tocco, lentezza del gesto, espressività dello sguardo, tenerezza e rispetto. Attraverso di esse il bambino costruisce un'identità positiva ed acquisisce il senso del proprio valore. Nei primi anni di vita, infatti l'identità del bambino è sopratutto un'identità corporea, cioè il bambino vive e costruisce il proprio se in termini cognitivi ed emotivi/affettivi attraverso l'esperienza di cura e di accudimento dei suoi bisogni. La potenza di questi atti è legata proprio al fatto che si ripetono tutti i giorni e che vanno ad iscriversi sul corpo in un momento in cui esso costitusce il massimo della ricettività percettiva. In questo senso non può esistere separazione tra la pratica di cura e le attività didattiche poichè in essa informalmente si sostiene la conquista dell'identità, dell'autonomia e delle competenze. Inoltre le routinés essendo attività quotidiane, scandiscono il ritmo della giornata con regolarità e prevedibilità, restituendo al bambino il senso della stabilità e continuità, strutturano il tempo e contribuiscono a tranquillizzare possibili ansie.   


 L'Accoglienza

Il momento dell'inizio della giornata nelle sue attività quotidiane, è per tutti noi un momento importante, come dire....una buona partenza garantisce alla giornata una marcia in più, e se questo vale per gli adulti tanto più varrà per i bambini ,anche quando vengono accompagnati al nido.

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L'accoglienza del mattino è difatti un momento delicato e come tale va considerato, dedicando tempo e cura  particolari a quello che è un vero e proprio rito quotidiano.

Un risveglio anticipato, il distacco dalla mamma o dal babbo, un saluto frettoloso o peggio un saluto o bacio mancato per paura di provocare il pianto, un compagno che esige anzitempo la condivisione di un gioco portato da casa, una situazione di confusione con troppe pressioni ed il mancato rispetto dei tempi personali, sono alcune fra le possibili circostanze che possono intimorire e rendere di malumore i piccoli.Per  questo l'attenzione particolare di genitori ed educatori deve essere  rivolta in questo momento di passaggio a tutte quelle piccole attenzioni che permettono di facilitare ed accompagnare il bambino in modo paziente e personalizzato.. In particolare l'indicazione  è quella di considerare la possibilità di arrivare cinque minuti prima per garantire un saluto caldo, chiaro e deciso per un passaggio di consegne che renda al bambino quella cura ed affetto che permette un distacco sereno.

 

 

 


Il pranzo:
il piacere del nutrimento
il piacere del fare da sé
la convivialità
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Il rapporto con il cibo è quotidiano, ricco di significati psicologici e simbolici. Esso veicola a livello affettivo le relazioni primarie, è lo specchio del grado di ambientamento raggiunto dal bambino e della serenità acquisita all'interno della struttura educativa e nella relazione con adulti e bambini.

Il momento del pranzo è caratterizato dunque dalla relazione individuale di "quel bambino" con il cibo, il suo bisogno di essere nutrito ed accudito, ma anche il suo bisogno di autonomia e di crescita, le competenze che via via esso acquisisce, la sua capacità di scegliere quantità e diversità di alimenti, le sue relazioni sociali ed il clima di convivialità che vive con i suoi compagni.

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 L'attenzione e il rispetto per tutto ciò implica nelle strutture educative ritmi temporali adeguati, strutturazione dello spazio, relazioni adulto bambino individualizzate e divisione in piccoli gruppi. Il clima relazionale è importante: l'educatrice non forza, non sollecita, ma stimola l'assaggio e la conoscenza di cibi nuovi attraverso la curiosità, senza imporne il consumo. Per favorire la crescita dell'autonomia personale, il maturare della possibilità di scelta del bambino, aiutarlo a percepire i suoi veri bisogni rispetto agli alimenti assunti, si incoraggiano i bambini a decidere liberamente se e quanto mangiare. I bambini più grandi, sotto il motto "aiutami a fare da me", imparano come si fa ad apparecchiare e sparecchiare, come si versa l'acqua nel bicchiere, a prendere la quantità di cibo desiderata.

 


Il Sonno ovvero lasciare il Certo per l'Incerto

 

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Il momento del riposo e del sonno è per il bambino un momento delicato ed è infatti la sua ultima conquista durante il periodo di ambietamento iniziale al nido.

Per potersi lasciare andare al sonno è necessario, infatti aver raggiunto dentro di se una condizione di fiducia che rende possibile il rilassamento e l'affidamento.

Perciò questo momento viene strutturato in maniera che attraverso la vicinanza fisica ed empatica dell'educatrice, il canto di ninnananne, musiche dolci e veri e propri rituali di accompagnamento, il bambino si senta rassicurato e protetto.

 

Pubblicata Lunedì 03 Maggio 2010 11:01
Ultimo aggiornamento Mercoledì 27 Aprile 2011 10:15