I gesti della quotidianità - Il pranzo

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Il pranzo:
il piacere del nutrimento
il piacere del fare da sé
la convivialità
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Il rapporto con il cibo è quotidiano, ricco di significati psicologici e simbolici. Esso veicola a livello affettivo le relazioni primarie, è lo specchio del grado di ambientamento raggiunto dal bambino e della serenità acquisita all'interno della struttura educativa e nella relazione con adulti e bambini.

Il momento del pranzo è caratterizato dunque dalla relazione individuale di "quel bambino" con il cibo, il suo bisogno di essere nutrito ed accudito, ma anche il suo bisogno di autonomia e di crescita, le competenze che via via esso acquisisce, la sua capacità di scegliere quantità e diversità di alimenti, le sue relazioni sociali ed il clima di convivialità che vive con i suoi compagni.

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 L'attenzione e il rispetto per tutto ciò implica nelle strutture educative ritmi temporali adeguati, strutturazione dello spazio, relazioni adulto bambino individualizzate e divisione in piccoli gruppi. Il clima relazionale è importante: l'educatrice non forza, non sollecita, ma stimola l'assaggio e la conoscenza di cibi nuovi attraverso la curiosità, senza imporne il consumo. Per favorire la crescita dell'autonomia personale, il maturare della possibilità di scelta del bambino, aiutarlo a percepire i suoi veri bisogni rispetto agli alimenti assunti, si incoraggiano i bambini a decidere liberamente se e quanto mangiare. I bambini più grandi, sotto il motto "aiutami a fare da me", imparano come si fa ad apparecchiare e sparecchiare, come si versa l'acqua nel bicchiere, a prendere la quantità di cibo desiderata.

 



Pubblicata Lunedì 03 Maggio 2010 11:01
Ultimo aggiornamento Mercoledì 27 Aprile 2011 10:15