Conversando e raccontando

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Il Postino Tartaruga: cartoline dal mondo

Questo progetto nasce sia con una funzione di ponte tra l'esperienza che il bambino vive a casa ed in famiglia e quello che vive al nido, quindi nell'area legata alla continuità, sia come attività stimolo alla lettura, all'ascolto ed all'espressione delle proprie emozioni, diventando   un momento privilegiato in cui ogni bambino è al centro dell'attenzione di tutti proponendosi come  il "raccontastorie" di turno. Inoltre essendo una proposta che, vede impegnati insieme bambini e genitori a casa nella realizzazione di un prodotto comune diventa anche uno stimolo ad una collaborazione fattiva tra genitori ed educatori e un gioco divertente tra genitori e figli.

carnevale_319Lo spunto nasce da una storia molto amata dai bambini: il postino Tartaruga che fra tante avventure, distribuisce la  posta agli abitanti del villaggio. Nello specifico si tratta di scrivere, insieme al proprio bambino, una breve letterina che racconti un momento della vita familiare: una gita domenicale, una visita al posto di lavoro del babbo o della mamma, un pomeriggio vissuto con i nonni, ecc..

 

Bastano poche righe, magari insieme ad un "allegato", come una foto o un piccolo oggetto inerente al racconto ed una busta colorata ed invitante nella quale mettere il tutto. Una volta preparata la letterina, ogni bambino la "imbuca" personalmente nella cassetta postale della stanza, e quando il postino Tartaruga ha terminato il proprio giro di consegne, la missiva viene aperta e letta durante il momento del "cerchio".

Mentre l'educatrice legge e mostra il contenuto ( un confetto, una bustina con la sabbia del mare, lo stecchino del gelato o una foglia..) il bambino protagonista viene invitato ad intervenire nel racconto, integrando, commentando o mimando azioni. A turno anche gli altri bambini faranno domande o  si riallacceranno raccontando episodi analoghi, i  loro pensieri  e le loro emozioni.



 

 Nati per leggere

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"Era una notte buia, anzi buissima, anzi, arcibuia; insomma, era la notte più buia che si potesse immaginare. Non  c'era la luna, non c'erano le stelle, non c'era nemmeno una luce, anche piccolissima. Che so, un fiammifero acceso, una lucciola, l'occhio del gatto. Niente. Più buio di così non poteva essere." (da Nerone e Budino di Angela Nanetti)

 
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Se parliamo della lettura, della sua importanza, ma soprattutto del suo fascino, quale può essere l'incipit migliore se non quello di una storia?

Si potrebbe a ragion veduta descrivere quanto la lettura aiuti a sviluppare molte qualità umane; si potrebbe parlare di quanto i libri aumentino nei bambini la comprensione verbale, la capacità di produzione linguistica, la curiosità, la capacità di attenzione, la capacità di ascolto, la creazione di immagini mentali, le interazioni fra bambini, la fantasia....Ma forse è più giusto sottolineare il suo valore più grande, legato al suo essere comunicazione emozionale, al suo mettere in rapporto l'adulto e il bambino, coinvolti totalmente nella magia del racconto; legato al suo essere un piacere, un'abitudine irrinunciabile che, se acquisita precocemente, porta il bambino ad amare la lettura e a non privarsene per il resto della sua vita.

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 Spesso erroneamente si è portati a pensare che quando un bambino non possiede ancora competenze linguistiche adeguate, non sia pronto per la "lettura". In realtà non esiste un'età giusta per iniziare ad avvicinare i bambini ai libri: prima avviene e meglio è (al nido i libri sono presenti anche nella sezione dei bambini piccoli). Certo dovranno essere libri adeguati alle diverse età e, nel caso dei più piccoli, contenere molte immagini chiare, non ambigue e con un alto potenziale narrativo, ma soprattutto dovranno essere accompagnati da successivi momenti di "rilettura" insieme all'adulto per poter consentire la conferma delle esperienze e l'elaborazione delle emozioni. Molto importante è anche l'attenzione alle sonorità, al ritmo e alla musicalità del testo che può essere più o meno espressivo nella sua forza di comunicazione non-verbale. L'intonazione della voce aiuta a immaginare: una lettura senza protagonismi teatrali, senza esagerazioni espressive, ma che sa calarsi nei panni del bambino che ascolta, permetterà di cogliere i significati anche nascosti delle parole.


Il Cerchio

Tutto è un cerchio

"Tutto ciò che il Potere del Mondo fa lo fa in cerchio. Il cielo è rotondo e ho sentito dire che la terra è rotonda come una palla, e che così sono le stelle. Il vento quando è più potente, gira in turbini. Gli uccelli fanno i loro nidi circolari, perchè la loro religione è la stessa della nostra. Il sole sorge e tramonta sempre in circolo. La luna fa lo stesso, e tutt'e due sono rotondi. Perfino le stagioni formano un grande cerchio, nel loro mutamento, e sempre ritornano al punto di prima. La vita dell'uomo è un cerchio dall'infanzia all'infanzia, e lo stesso accade con ogni cosa dove un potere si muove. Le nostre tende erano rotonde, come i nidi degli uccelli e inoltre erano sempre disposte in cerchio, il cerchio della nazione, un nido di moti nidi, dove il Grande Spirito voleva che noi covassimo i nostri piccoli."

                                      Alce Nero 

  da "Il Grande Spirito parla al nostro cuore"

 

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Questa  splendida poesia indiana ci permette di sottolineare la valenza pedagogica di una modalità attraverso la quale molte attività e molte crescite sono possibili: il cerchio del mattino.

In cerchio siamo tutti uguali, ognuno  ha diritto alla parola e ad essere ascoltato. Quindi ciascun bambino, con i propri tempi e modalità, è stimolato a superare timidezze e diffidenze  per esprimere quello che sente  e pensa. Nello stesso momento si impara a considerare l'altro importante, quindi, lo  si ascolta aspettando il proprio turno e non sovrapponendo la voce. Il cerchio testimonia la nostra importanza e  il nostro valore e ci insegna la reciprocità.

Il cerchio è un crogiolo: siamo tutti diversi, maschi e femmine, grandi e piccoli,  ciascuno con la propria cultura ed impariamo dalla nostra diversità e dalle nostre storie personali. Il cerchio insegna il rispetto.

In cerchio impariamo a stare fermi e seduti perchè questo ci aiuta a concentrarci e a focalizzare la nostra attenzione. In cerchio i tempi crescono e si allungano e ci permettono di fare quelle cose che implicano pazienza e attesa.

In cerchio oltre alla parola utilizziamo il gesto, mimiamo e simbolizziamo attraverso il corpo, arrivando a comunicare pensieri, sensazioni ed emozioni attraverso azioni compiute. Il cerchio insegna che anche il corpo sa parlare.

In cerchio raccontiamo tuti i giorni chi siamo partendo dal nostro nome e dalla nostra foto e presentando i nostri cari:dal nonno al gatto, al canarino. Il cerchio racconta a noi stessi e agli altri  la nostra identità nascente.

In cerchio prendiamo delle decisioni insieme agli altri e stabiliamo dei patti. Il cerchio ci insegna la responsabilità e l'impegno.

In cerchio, infine,  raccontiamo magiche storie  che ci avvincono e ci trasportano altrove: facciamo emergere orchi, streghe cattive e  lupi neri che ci ghiacciono di paura, liberiamo principesse imprigionate e nonne e bambini costretti dentro le pance di chi li ha mangiati.. cosi come facevano i nostri bisnonni o gli indiani d'America, nella linea più pura della tradizione orale, nel cerchio la voce e le storie incantano il mondo.

 


Aurora rientra al nido dopo le vacanze estive. Il rientro non sai mai come andrà, come sarà vissuto da ogni bambino. Le vacanze sono così belle, si sta col babbo e la mamma, con i fratelli, con i nonni, per un tempo che ai piccoli deve sembrare infinito.....Poi questo incanto finisce e si torna ai ritmi faticosi dell'autunno, del lavoro, della scuola. Chissà come andrà. E a volte va male, non si vorrebbe proprio che la vacanza finisse! Ed è difficile riprendere.

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Aurora rientra al nido ed è il suo terzo anno con noi. Tutto bene, anche se salutare la mamma il primo giorno non è così facile. Ma il giorno dopo la sua mamma ci dice che quando ha chiesto alla bambina come era andata, lei ha risposto, dopo qualche attimo di riflessione "Io sto bene in quella casa!". Ecco che un'immagine poco adulta si fa strada nella mia mente.....una casa. Certo, è come una casa! Ma non ci si pensa mai in questi termini. Noi adulti viviamo il nido come qualcosa che casa non è e che, anzi è quasi una sua contrapposizione. Al nido è tutto molto diverso. Ma ciò che subito ho ritrovato nelle parole di Aurora è stato il senso di calore e di piacevole familiarità che proviamo quando rientriamo a casa dopo un lungo viaggio......a casa! Mi sono chiesta quante volte in un anno, in un giorno, i bambini vivono le cose in un modo un po' diverso da come noi riusciamo a immaginarlo. Chissà......se stessimo in ascolto dei loro pensieri, delle emozioni, dei desideri, forse scopriremmo che sappiamo tradurne solo una parte, che la nostra mente non sa cogliere quel mescolamento e quel senso delle cose che appartiene ad un mondo molto speciale, ad un mondo bambino.



Pubblicata Lunedì 03 Maggio 2010 11:03
Ultimo aggiornamento Mercoledì 13 Luglio 2011 10:59