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Opere ed Artisti

DARIO BARTOLINI

Nasce a Trieste nel 1943.
Tra i 10 e i 16 anni, dipinge. Formazione artistica, architetto.
1965-1973: produce macchine e installazioni sonore reattive alla luce e interattive.
Dal 1967 al 1973 membro di Archizoom, gruppo fiorentino di architettura di avanguardia.
Nel 1969 sposa Lucia: nascono Ernesto nel 1970 e Giuseppe nel 1973.
1972: laurea in architettura con una tesi di design: "Veicolo a passo variabile".
Dal 1973 al 1996 consulente industriale nel settore tessile-abbigliamento, si occupa di tecnologie per la produzione, di innovazione del prodotto e del controllo dei processi produttivi.
Dal 1973 al 1989 esperienze di innovazione didattica; progetta strumenti didattici: macchine solari, carte per l'orientamento sul territorio; modelli di simulazione e programmi di ricerca bibliografica su computer; disegna e scrive libri per bambini.
Dal 1989 al 1993 riprende con continuità a dipingere.
Dal 1992 lavora col tondino di ferro e di vetro. Opere appese, sospese, infisse in parete, ma soprattutto adattate al suolo o alla superficie dell'acqua. L'uso dei tondini consente una forma disegno in tre dimensioni, di forme pensate nello spazio.
Dal 1994, i lavori sono destinati a luoghi specifici e ad un confronto con l'ambiente, Dal 1997, lavori eseguiti e prodotti sul luogo stesso, in laboratori stabili o improvvisati in viaggio. Le opere in vetro e le parti dei lavori in vetro - fragile- vengono custoditi in volumi costruiti ad hoc che diventano parte integrante del lavoro.
Dal 1999, lavori destinati a viaggi con percorsi e mete specifiche.

Vive in via Volterrana 5 - 50018 Impruneta (Firenze) Italy
e-mail - sito web

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MARIA DOMPÈ

La cultura dello spazio e l’impegno civile, due risvolti di un unico percorso artistico che si fondono elaborando una visione spirituale dell’arte; Maria Dompè è nata a Fermo il 4 marzo 1959, dopo aver frequentato il liceo artistico, si è diplomata in scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1982.


Dal 1985 inizia a esporre in spazi pubblici. Tra i tanti interventi ambientali, dal 1990 al 2003 ricordiamo: 2003 Amina Lawal, Piazza del Campidoglio (Roma), 2002 27 Gennaio Sinagoga di Roma, 2001 27 Gennaio Sinagoga di Berlino, 2001 Agao Xingjian Spazio Industriale Baldassini-Tognozzi (Firenze), 2001 Connecting Worlds for the Galapagos, the John F. Kennedy Center for the Performing Arts, Washington DC, 2000 Ani-La, Arte Contemporanea nei Fori Imperiali, Scavi dei Fori Imperiali (Roma), 1999 Alle donne di Nakiri, Istit. Giapponese di Cultura (Roma), 1998 Leyla Zana IX Biennale internazionale di scultura Piazza D’Arti (Carrara), 1994 Fermateli Biblioteca Civica (Arezzo), 1992 Camminando lungo il Kibune River Galleria Nazionale Arte Moderna (Roma), 1991 Funda Tracta Fondamenta Palazzo dei Consoli (Gubbio).

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ITALO ZUFFI

1969 Nato a Imola
2001/2002 Fellowship in Fine Art, Institute of Art & Design, Birmingham
1996/97 Master in Fine Art, Central Saint Martins College of Art & Design, London
1989/93 Diploma, Accademia di Belle Arti, Bologna

MOSTRE PERSONALI

2002
The mystery boy, Institute of Art & Design, Birmingham (GB)

2001
My wallpaper is cracking (con Guillaume Leblon), a cura di Luca Cerizza, Sparwasser HQ, Berlino, Germania
Relazione I, Buchmann Gallery, Colonia, Germania
ll caso seguente, Studio Massimo De Carlo, Milano

2000
A causa della distanza, presentazione di Emanuela De Cecco, Viafarini, Milano

1999
Profilati, a cura di Roberto Daolio, Chiostri di San Domenico, Imola (BO)
É tutto vero, Galleria Continua, San Gimignano (SI)
Not wild enough, Perry¹s Motors, Londra, Inghilterra
Durata, Galleria Estro, Padova

1998
Adesso mi sento a casa, presentazione di Cristiana Perrella, Spazio d'Arte Contemporanea Care Of, Cusano Milanino (MI)
L'ultimo ostacolo mentale, Galleria Neon, Bologna

 

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PAOLO STACCIOLI

È nato a Scandicci nel 1943.
Si dedica alla pittura fin da giovane e la sua prima mostra è del 1973.
Dalla fine degli anni ottanta si interessa alla ceramica, frequentando una nota bottega faentina e mettendo a punto una particolare versione della tecnica della cottura in riduzione.
Dalle tele è passato in seguito ai vasi e alle composizioni ceramiche in altorilievo (sua la targa bronzea del Pegaso commissionata dalla Regione Toscana per premiare nel 2000 i protagonisti di Luna Rossa).
Dalla metà degli anni novanta i putti, i cavalli ed i guerrieri, soggetti privilegiati di Staccioli, approdano alle forme scultoree.
Ha partecipato a diverse edizioni della Biennale di Faenza.
Nel 1999 è stato invitato al Festival Internazionale della ceramica di Aberystwyth (Galles) e ha partecipato al Ceramic Millenium di Amsterdam.
Oltre 40 sono state le sue mostre personali, in Italia ed Europa, fra cui, le più recenti: galleria “L’Ile en Terre”, Saint Paul de Vence; galleria “Man Arte”, Parigi; galleria “Anderson” Worcestershire, GB; galleria “Gagliardi”, San Gimignano; Abbazia di Badia a Settimo, Scandicci; “Studio 2005” Er den Haag, NL; “Ken’s Art Gallery”, Firenze.

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VALENTINO MORADEI GABBRIELLI

Continuatore di una bottega fiorentina di scultori, la “Bottega Fantacchiotti-Gabbrielli” che ha quali capostipite nell’Ottocento Odoardo Fantacchiotti (1811–1877), nipote dello scultore Donatello Gabbrielli (1884-1955), nasce a Scandicci (Firenze) il 19 Marzo 1959. Compie gli studi presso il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di Firenze, diplomandosi con Oscar Gallo nel 1981. Completa la propria formazione partecipando, dal 1981 al 1983, alla missione archeologica italiana di Hierapolis di Frigia in Turchia, dove lavora come restauratore di marmi antichi; tiene successivamente un corso di restauro di scultura antica presso il Museo Archeologico Nazionale di Izmir. Tornato in Italia, dal 1984 si dedica all’insegnamento presso l’Istituto Statale d’Arte di Siena, e inizia a collaborare con numerose università statunitensi a Firenze. Artista assolutamente singolare nella scelta dei materiali per fare scultura utilizza in modo originale il cemento patinato e le resine sintetiche. Attivo anche come scultore-scenografo, cura le scene di opere liriche e commedie per vari teatri italiani ed esteri. Espone in numerose personali e collettive in Italia ed all’estero, aggiudicandosi importanti riconoscimenti: il “Premio Banca Mercantile” nel 1982 conferitogli dallo storico d’arte Carlo Ragghianti, il Premio di Scultura “Filippo Albacini” nel 1986, conferitogli dallo scultore Fausto Melotti. Lavora attivamente anche nel campo della grafica e del design, divenendo noto in Giappone come disegnatore di una linea di orologi, prima di farvi conoscere la propria scultura con due personali a Tokyo nel 1995, a Fukuoka nel 1998 a Fukuoka e Oita nel 2001, oltre che partecipando a numerose collettive a Tokyo, Kyoto, Osaka. Nel 1987 collabora al progetto vincente per l’arredo urbano del centro storico di Grosseto, nel 1998 realizza un’opera per il “Parco Comunale di Scultura Contemporanea delle Vallette d’Ostellato” (Ferrara). Ha realizzato, nell’Agosto 2003, un’opera monumentale per il nuovo stabilimento dell’azienda fiorentina “Cooperativa di Legnaia”. E’ presente nel “Parco Museo d’Arte Ambientale di Poggio Valicaia” in Scandicci con l’opera monumentale in bronzo “Umanità”. L’artista ha tenuto un’importante personale nella primavera del 1997 presso il Museo Comunale per l’arte contemporanea “Burgkloster” di Lubecca in Germania, in occasione del decimo anniversario della Società Dante Alighieri. Nella stessa città di Lubecca, si è conclusa nel Novembre 2002 una sua personale presso la “Galerie im Hause Reese”, organizzata dall’Italienisches Generalkonsulat Hamburg e dalla Deutsch-Italienische Gesellschaft. Attualmente è in corso un’importante mostra “La committenza di un sogno”, presso il Parco e la Villa d’Ayala-Valva a Valva (SA) promossa dalla Provincia di Salerno, dalla Soprintendenza per i B.A.P.P.S.A.D. di Salerno e Avellino e dalla Regione Campania, dove sono esposte sue opere recenti e quelle del nonno lo scultore Donatello Gabbrielli.
E’ titolare attualmente di cattedra di Discipline Plastiche e Educazione Visiva presso l’Istituto Statale d’Arte di Firenze.

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GILBERTO ZORIO

(Andorno Micca, Biella, 1944)
Vive e lavora a Torino. Protagonista del rivoluzionario movimento formatosi a metà degli anni Sessanta in Italia, denominato Arte Povera, Zorio pone in primo piano metamorfosi e alchimie, esplorando nel suo lavoro fenomeni naturali di trasformazione come l'evaporazione o l'ossidazione e il loro effetto sui materiali. Da sempre l'idea di energia è la costante che attraversa la sua opera, privilegiando un'arte che si rivela nel suo farsi. L'attenzione rivolta all'elettricità lo porta a incorporare nei suoi lavori lampade, incandescenze, fosforescenze; altrove utilizza stelle e giavellotti, forme archetipiche comunque evocatrici di energia.
Fontana Arbitraria (2006)
L'installazione si rifà al motivo della fontana, la forma più antica di opera d'arte nello spazio pubblico. Simbolo di ricchezza e abbondanza, la fontana rappresenta da sempre un punto importante di incontro tra gli uomini e la natura. È una struttura a forma di stella con due contenitori per raccogliere l'acqua e l'umidità notturna. Raggiunto il massimo livello, l'acqua viene espulsa violentemente per mezzo di un sifone automatico. L'evento è imprevedibile, poiché non risponde a una sequenza calcolabile, e può quindi accadere che l'acqua colpisca chi sta guardando.
www.gilbertozorio.com

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Comune di Scandicci - Settore parchi e qualità della vita urbana