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Zaches Teatro e Marta Cuscunà per Zoom 2009

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Marta_CuscunaridDopo lo spettacolo inaugurale di Fosca, al Teatro Studio di Scandicci prosegue ZOOM TEATRO 2009: il 17 novembre vanno in scena alle ore 21 “Il fascino dell’idiozia” di Zaches Teatro; e alle 22.30  Marta Cuscunà (nella foto) in “E’ bello vivere liberi!”, spettacolo vincitore del Premio Scenario per Ustica 2009
"Il Fascino dell’Idiozia" è una lettura trasversale della vicenda artistica delle Pitture Nere vista attraverso una figura differente di questo ciclo, quella chiamata Leocadia. Un’immagine oscura di donna, che spesso è stata interpretata come la giovane compagna dell’ultimo periodo della vita di Goya, che lo ha accompagnato fino alla morte. Una figura ambigua tra la realtà della casa dove le pitture furono dipinte e l’universo goyesco, intimo e personale proprio perché sottratto al pubblico, dipinto solo per sé. Goya la dipinse accanto alla porta da cui si accede alla stanza riservata al resto delle Pitture Nere, eleggendola così mastro di chiavi più o meno metaforico della sua intimità più oscura. Ma questa giovane donna, sola insieme al pittore nella grande casa di campagna, si dondola tra il suo ruolo di guardiana e il suo essere inevitabilmente anche soggetto delle Pitture Nere, a cui si abbandona ma da cui è lei stessa tormentata.
"È bello vivere liberi!" è l’ultima frase che Ondina Peteani ha scritto a poche settimane dalla morte, quando, in ospedale, il medico le chiese di scrivere, a occhi chiusi, la prima frase che le fosse venuta in mente. Ondina, allora, scrisse quello che sentiva profondamente: amore per la libertà. Ondina è stata definita da alcuni storici “prima staffetta partigiana d’Italia”, per la precocità del suo impegno nella lotta di Liberazione, avvenuta in un territorio in cui la Resistenza è iniziata prima rispetto al resto d'Italia, grazie alla vicinanza con la Jugoslavia dove fin dal 1941 si erano formati gruppi partigiani attivi contro l’occupazione fascista. La sua storia attraversa gli anni del fascismo nel Monfalconese, viene segnata in modo indelebile dalla detenzione ad Auschwitz e continua nel dopoguerra, come ostetrica e organizzatrice culturale e politica all’interno del PCI. Lo spettacolo -ideazione, drammaturgia, regia e interpretazione Marta Cuscunà-  si ispira alla prima parte della vita di Ondina fino alla liberazione dai campi di concentramento.
Pubblicata Lunedì 16 Novembre 2009 14:54
Ultimo aggiornamento Mercoledì 18 Novembre 2009 11:25