
Descrizione
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il ricordo di Bruna Pinasco scritto da Teresa Megale, ex presidente di Scandicci Cultura e professoressa associata in Discipline dello Spettacolo all'Università degli Studi di Firenze.
L’inconfondibile agudeza di Bruna Pinasco Staino
Un’anticonformista con l’eterno sorriso stampato sulle labbra, una donna tanto discreta quanto generosa, riflessa nelle strisce, vignette, tavole disegnate da Sergio Staino: Bruna Pinasco, Bibi in arte, ci ha lasciato rapidamente, stroncata da una improvvisa malattia. Se n’è andata via con la stessa discrezione con cui ha vissuto, in modo defilato e quasi impercettibile. Della sua formazione peruviana Bruna conservava l’inconfondibile agudeza latino-americana, che spargeva in ogni aspetto della quotidianità e che attraversava il personaggio pragmatico e ironico al centro della produzione fumettistica del marito. Il continuo duettare tra Bibi e Bobo sulle ragioni, la crisi, le delusioni della Sinistra rispecchiava il continuo, fitto dialogare fra Bruna e Sergio, straordinaria coppia di comunisti dotata di intelligenza e umorismo, di capacità critica e allegria.
A volte con severità, altre volte in modo scanzonato, affrontava sempre con leggerezza (e con ammirevole tenacia) quanto la vita le proponeva. Per questo, l’anticonformismo di Bruna, cresciuta nella cultura del femminismo degli anni Settanta, non era una posa, ma la sua essenza più autentica, e il suo sorriso, quel sorriso aperto e inconfondibile, era un invito silenzioso a non prendersi mai troppo sul serio. Quella sua maniera unica di avere cura di tutti, di tessere relazioni sociali e di saperle alimentare, quella sua gentilezza profonda nell’accogliere e ospitare nella sua casa sulle colline di Scandicci, facevano di Bruna «una donna speciale» – giusta la definizione datane da Claudia Sereni, sindaca della Città –, in grado di smascherare l’ipocrisia con un’ironia sottile, quasi impercettibile per chi non fosse sulla sua stessa lunghezza d’onda.
Quando l’Istituzione Scandicci Cultura, da me rappresentata, le conferì la nomina di «donna dell’anno», Bruna ne andò particolarmente fiera e vinse – almeno per una sera – la sua naturale ritrosia. Come uscita da una trama almodovariana, elegante e discreta allo stesso tempo, acuta e pronta, felpata e forte, Bruna ha incarnato un modello di donna moderna che senza remore mette al centro della vita l’attenzione e la cura per gli altri. Quanto abbia inciso nella creazione dell’immaginario di Bobo attraverso il suo alter ego, Bibi, è questione tutta da verificare. A partire dall’archivio on line di Sergio Staino, patrimonio messo a disposizione pubblica da pochi mesi, che conserva le tracce di un amore e di una complicità intellettuale di lunga durata. In un foglio sciolto, datato 2001, Bobo le dava appuntamento al Mocambo. Ci piace pensare che si incontrino lì, sulle note della canzone di Paolo Conte.

